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PITTORI: Maestro di Lanciano

Particolare di Agostino in gloria

Particolare di Agostino in gloria

 

 

MAESTRO DI LANCIANO

1730

Lanciano, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino in gloria

 

 

 

La scena, piuttosto complessa e monumentale, costituisce nelle intenzioni del pittore e del committente un riconoscimento della grandezza di Agostino e della sua vita.

L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.

Grandi Vittore Silvio nella sua opera "VITA DELL' DOTTOR DELLA CHIESA S. AURELIO AGOSTINO, VESCOVO DI BONA IN AFRICA. VNITEVI LE CONFESSIONI E REGOLA DEL MEDESIMO S. PADRE, COLLA STORIA E CONFUTAZIONE DOGMATICA DELLE ERESIE MANICHEA, DONATISTA E PELAGIANA; E COLL'INDICE DELLE CONGREGAZIONI MILITANTI SOTTO IL SUO INSTITUTO E DI TUTTI GLI LIBRI DA LUI DATI ALLA LUCE, pubblicato a Venezia nel 1712, alle pagine 293-294, così celebra la gloria del santo: "Fu sepolto nella Cattedrale di S. Stefano, ed è fama comune, che il Santo Padre nel punto della sua morte apparisse a un suo Religioso, vestito alla Pontificale, assiso in cielo sopra le Nubi, circondato di splendori; con occhi luminosi come i raggi del Sole, e che tramandava una gran fragranza di odori."

La descrizione di Grandi collima apertamente con la realizzazione pittorica, dove Agostino è il protagonista di una scenografia classicheggiante e aulica. Il santo è attorniato da molteplici angioletti che lo accompagnano nel suo viaggio verso il cielo. Uno di loro, in alto a destra, regge il bastone pastorale e un altro, in basso a sinistra, tiene fra le mani la mitra. Il capo di Agostino è scoperto con lo sguardo rivolto verso l'alto. Il suo volto ha una espressione anziana con capelli bianchi e una foltissima barba altrettanto bianca. Le mani aperte rivelano il suo desiderio di affidarsi all'eterno Padre, che ha sempre cercato nel corso della sua vita.

 

L'interno di S. Agostino venne completamente rimaneggiato nel 1827, e gli affreschi delle pareti furono coperti di stucco, perché le antiche pitture apparivano "annegrite dal tempo".

Gli stuccatori Gerolamo Rizza e Carlo Piazzoli nella prima metà del Settecento abbellirono gli interni. Allievi dello stuccatore lombardo Giovan Battista Gianni, attivo in Abruzzo e a Penne, realizzarono decorazioni geometriche presso le cornici delle cappelle laterali, con due putti alati che suonano le trombe e motivi che riguardano i simboli della Chiesa. Le decorazioni si estendono anche alla volta centrale a crociera, entro le cui cornici sono affrescate scene della vita di Sant'Agostino.