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PITTORI: Antonio Marinetti

Sant'Agostino cardioforo

Sant'Agostino cardioforo

 

 

ANTONIO MARINETTI

1770

Asta Artnet 15 dicembre 1989

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

Questa raffigurazione di Agostino vescovo con nella mano destra un cuore fiammante è opera di Antonio Marinetti detto il Chiozzotta (1710-1796). Dipinta a olio su tela, l'opera misura 48 x 40 cm. circa.

Marinetti si occupò soprattutto di tematiche a carattere sacro e divenne uno dei pittori più richiesti della sua epoca. Poiché la sua committenza era piuttosto conservatrice, il suo stile rimase invariato e si presenta come un'imitazione dell'opera di Piazzetta. Lo stile di Marinetti tende alla semplificazione compositiva, con i chiaroscuri piuttosto accentuati, tali da staccare le figure dallo sfondo. Come nel casi di questo sant'Agostino, l'espressione dei volti eccede in sentimentalismo e in una scarsa dinamicità. A Marinetti va comunque riconosciuta una buona capacità artistica e uno stile certamente non originale ma in linea con il gusto dei suoi tempi.

 

 

Marinetti Antonio

Figlio di Francesco, nacque a Chioggia nel 1719. Verso il 1740 si trasferì a Venezia per entrare nella bottega di Giovanni Battista Piazzetta. Fra le sue prime opere ricordiamo i due dipinti di San Carlo Borromeo e San Bartolomeo per la chiesa di San Niccolò a Chioggia, che recano entrambi l'arma dei Gradenigo e la data 1740. Al medesimo periodo appartiene anche la tela di santa Teresa in estasi. I tre dipinti sono oggi conservati nella chiesa di Sant'Andrea. Tra il 1740 e il 1749 cominciò a lavorare anche per altre chiese di Venezia. Tra il 1751 e il 1753 ritorna a Chioggia dove realizza due pale d'altare per l'oratorio dei Filippini. Un ciclo di santi a mezzo busto databile al 1756 circa si trova oggi nella casa dell'ordine. Qualche anno prima aveva dipinto La Vergine che dà la cintura a sant'Agostino per la chiesa di Santa Caterina di Venezia, ritenuta uno dei suoi migliori lavori (ora in Palazzo patriarcale a Venezia). Tra il 1755 e il 1760 lavorò per la chiesa di sant'Agostino a Treviso, dove realizzò tre pale d'altare (una Madonna con Agostino e il beato Girolamo Miani, un Angelo custode e il Transito di san Giuseppe). Oltre agli impegni in importanti commissioni per pale e altre opere a tema sacro destinate a chiese veneziane, Marinetti in questo periodo fu attivo nell'Accademia. Nel 1756 entrò infatti nella nuova commissione di trentasei membri e, in seguito, fu confermato più volte come maestro. Agli anni 1787-1790 risalgono gli ultimi suoi lavori per la chiesa di San Giacomo di Chioggia con la collaborazione di Antonio e Romualdo Mauri. Morì per "febbre senile" nel 1796 a Venezia.