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Il trionfo della Eucarestia
SOZZI OLIVIO
1763-1765
Ispica, Basilica di S. Maria Maggiore
Il trionfo della Eucarestia
Gli affreschi che Sozzi dipinse nella Basilica di S. Maria Maggiore di Ispica sono in tutto ventisei. Il primo, vicino all'ingresso, raffigura il Trionfo della Fede su ogni forma di idolatria. Al centro, su un trono mobile, sta seduta la Fede che ha l'aspetto di una donna maestosa. Le sue vesti sono chiare e luminose. Con la mano destra alza il calice con l'ostia, mentre nella sinistra, appoggiata al petto e braccio,regge una elegante e filiforme croce.
I quattro bracci del trono, riccamente scolpito, sono sostenuti dai due Padri latini. San Girolamo e dietro sant'Agostino reggono il trono alla sua destra, mentre a sinistra, altri due padri della Chiesa greca eseguono la stessa operazione. Il primo dei due sembra S. Atanasio, riprodotto anche nei bellissimi medaglioni affrescati da Sozzi nel monastero basiliano di rito greco di S. Maria delle Grazie a Mezzoiuso nel 1752, Dietro Atanasio si nota S. Giovanni Crisostomo, ma potrebbe essere anche S. Gregorio Nazianzeno o Nisseno o S. Basilio Magno.
Agostino, dall'aspetto ancora giovanile, indossa i paramenti episcopali con in testa la mitra e il bastone pastorale fra le mani. Il suo sguardo è completamente rivolto e assorbito dalla visione della Fede.
Sul lato sinistro, vicino alla cornice, si trovano un uomo ed una donna, che tiene un bambino in braccio. Essi raffigurano simbolicamente la famiglia cristiana. Sullo sfondo, in un cielo azzurro, ci sono delle nuvole con teste di angeli. A destra si ergono due grandi colonne su basamento rialzato, che ricordano i resti di un tempio pagano abbattuto. dal lato opposto si sviluppa una parete architettonica, sul cui pilastro sta ritta la statua del Principe degli Apostoli, Pietro, che con l'indice della mano destra mostra la Fede trionfante. Dietro questa scena, nell'angolo, si può scorgere il cupolone di S. Pietro. La simbologia di tutto il dipinto è chiara: la Fede cristiana ha vinto l'idolatria pagana ed ha il suo centro nella Chiesa di Roma, sede di Pietro e dei Papi suoi successori. Da Roma la fede è stata portata e diffusa nel mondo. Nel resgirtro inferiore, ai piedi dei Padri e Dottori, ci sono un calamaio, il cappello cardinalizio ed il libro della Volgata di S. Girolamo. Si nota anche il copricapo, orientale come la sua veste, di S. Atanasio e in fondo a sinistra, un turibolo da cui fuoriesce il fumo dell'incenso dell'adorazione. Sotto sullo scudo si può leggere la scritta "Olivio Sozzi dipinse".
Olivio Sozzi
Nasce a Catania nel 1690. Studia disegno presso Filippo Tancredi a Palermo e comincia a lavorare in questa città. Si sposa con Caterina Cappello, la cui ricca dote gli permette di proseguire gli studi. Intorno al 1729 si trasferisce a Roma nella bottega di Sebastiano Conca da cui assimila la lezione del classicismo romano e instaura rapporti di amicizia con Corrado Giaquinto. Tornato a Palermo, nel 1732 nasce il figlio primogenito Francesco. Nel 1750 si trasferisce a Catania, in un momento di intensa attività artistica nella città etnea. Nell'area sud-orientale dell'isola lavora nel 1752 nella chiesa di S. Sebastiano a Melilli e nel 1763 si reca ad Ispica chiamatovi da Francesco Saverio Statella ad affrescare la Basilica di Santa Maria Maggiore. Qui realizza i 26 affreschi della chiesa, considerati fra i massimi capolavori settecenteschi in Sicilia.
Muore due anni dopo, il 31 ottobre 1765, cadendo da un'impalcatura allestita sulla Cappella Grande dell'Assunta, mentre con il genero Vito D'Anna stava ritoccando a tempera gli affreschi della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Viene sepolto nella stessa chiesa da lui affrescata nell'angolo destro della stessa Cappella. Il Sozzi ha il merito di avere aperto ai pittori siciliani le frontiere della scuola romana del Conca e, dopo il 1750, è diventato il divulgatore ufficiale della nuova tendenza del barocchetto e del rococò nella Sicilia orientale.