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PITTORI: Sozzi Olivio

Agostino e altri fondatori di ordini religiosi

Agostino e altri fondatori di ordini religiosi

 

 

SOZZI OLIVIO

1763-1765

Ispica, Basilica di S. Maria Maggiore

 

Agostino e altri fondatori di ordini religiosi

 

 

Nella seconda volta Sozzi dipinse i fondatori di Ordini religiosi. Nella posizione centrale e dominante è stato raffigurato S. Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, che tiene fra le mani il libro degli "Esercizi" nelle cui pagine aperte si possono leggere i due motti dell'Ordine: I.H.S.(Gesù Salvatore degli Uomini) e A.M.D.G. (a maggior gloria di Dio).

Sozzi ripropone con fedeltà l'aspetto del santo che compare nei suoi primi ritratti. Ignazio presenta la fronte nuda, il naso affilato, gli occhi profondi e intensi. La struttura riprende la gloria dell'ordine gesuitico, che aveva dipinto nella grandiosa cupola della chiesa del Gesù a Catania poco prima nel 1760. In ossequio al gusto barocco, Sozzi trasforma in rapimento estatico l'austerità del volto di Ignazio e sostituisce alla tonaca e al mantello nero una scintillante pianeta scarlatta. Il santo dipinto alla sua destra viene identificato col discepolo prediletto di S. Ignazio, S. Francesco Saverio, il grande apostolo delle Indie. Siccome però non è stato un fondatore di ordini, lo stesso personaggio forse è meglio identificabile con S. Gaetano da Tiene, fondatore dei Teatini. In fondo al riquadro, con lo sguardo fisso al libro, troviamo S. Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei Predicatori, con l'abito bianco e la mano sinistra al petto. Nella mano destra Domenico tiene tre gigli. Nel registro inferiore, di spalle, notiamo S. Agostino padre fondatore degli Agostiniani. Ha l'aspetto di persona matura e avanti con gli anni. E' vestito con una superba pianeta episcopale mentre due angioletti gli tengono di lato la mitra ed il bastone pastorale. Accanto ad Agostino siede S. Francesco d'Assisi, impegnato a leggere un libro, forse la sua regola. A destra si impone la figura del vecchio profeta Elia con la sua fluente barba bianca, Patriarca dell'Ordine Carmelitano. Vicino è stata dipinta S. Teresa d'Avila, la grande mistica spagnola, riformatrice di quest'Ordine, con un'azione che portato alle Carmelitane Scalze. la santa è riconoscibile anche dal cuore che ha al centro del petto, che ricorda l'episodio del dardo dorato dell'angelo che la trafigge.

 

 

Olivio Sozzi

Nasce a Catania nel 1690. Studia disegno presso Filippo Tancredi a Palermo e comincia a lavorare in questa città. Si sposa con Caterina Cappello, la cui ricca dote gli permette di proseguire gli studi. Intorno al 1729 si trasferisce a Roma nella bottega di Sebastiano Conca da cui assimila la lezione del classicismo romano e instaura rapporti di amicizia con Corrado Giaquinto. Tornato a Palermo, nel 1732 nasce il figlio primogenito Francesco. Nel 1750 si trasferisce a Catania, in un momento di intensa attività artistica nella città etnea. Nell'area sud-orientale dell'isola lavora nel 1752 nella chiesa di S. Sebastiano a Melilli e nel 1763 si reca ad Ispica chiamatovi da Francesco Saverio Statella ad affrescare la Basilica di Santa Maria Maggiore. Qui realizza i 26 affreschi della chiesa, considerati fra i massimi capolavori settecenteschi in Sicilia.

Muore due anni dopo, il 31 ottobre 1765, cadendo da un'impalcatura allestita sulla Cappella Grande dell'Assunta, mentre con il genero Vito D'Anna stava ritoccando a tempera gli affreschi della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Viene sepolto nella stessa chiesa da lui affrescata nell'angolo destro della stessa Cappella. Il Sozzi ha il merito di avere aperto ai pittori siciliani le frontiere della scuola romana del Conca e, dopo il 1750, è diventato il divulgatore ufficiale della nuova tendenza del barocchetto e del rococò nella Sicilia orientale.