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PITTORI: Domingo Hernández de Quintana

Agostino e le anime dannate

Agostino e le anime dannate

 

 

DE QUINTANA DOMINGO HERNANDEZ

1720-1730

Tacoronte, chiesa di santa Caterina d'Alessandria

 

Agostino e le anime dannate

 

 

 

La tela č dedicata alle Anime beate del Purgatorio. L'opera č strutturata su tre registri: nel superiore appaiono i beati in gloria, con la Santissima Trinitŕ e altri santi. Nel registro di mezzo campeggia l'arcangelo San Michele che provvede alla pesatura delle anime tra un tripudio di angioletti che suonano trombe. Nel registro inferiore sono presentate le anime che si trovano in purgatorio. In questo luogo le anime attendono di essere salvate per intercessione dei santi che vi sono rappresentati: San Lorenzo a sinistra che impugna la graticola, strumento del suo martirio, due monaci e poi un domenicano e Sant'Agostino. Quest'ultimo indossa i suoi paramenti episcopali, con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano siinistra.  Sotto il piaviel si puň notare la presenza della cocolla nera degli eremitani agostiniani. Con le mani si rivolge alle anime che si trovano immersi nel fuoco sotto di lui. La tela di Domingo Quintana, per varie similitudini, ricorda un analogo soggetto conservato sempre a Tacoronte nella chiesa Cristo Santissimo de los Dolores.

 

La chiesa di Santa Caterina d'Alessandria Martire č un'edificio religioso a tre navatee. Fu costruita dai primi abitanti di Tacoronte tra il 1545 e il 1550. Sull'altare maggiore si trova la scultura di Santa Caterina patrona della cittadina. Nella chiesa si puň ammirare una rappresentazione in rame della Vergine di Guadalupe, opera di José de Paez considerate una delle migliori rappresentazioni esistenti di questa famosa santa.

La chiesa ha ereditato il nome della ex cappella costruita nello stesso luogo alla fine del Quattrocento dal conquistatore Don Sebastián Machado. La facciata principale ha due porte con archi e doccioni di pino delle Canarie. Le tre navate sono separate da colonne mentre il campanile č stato costruito alla fine del Seicento da Domingo Rodríguez Rivero. L'interno della chiesa contiene molti dipinti del XVI, XVII e XVIII secolo. Una pala barocca semicircolare con colonne tortili intrecciati, con capitelli corinzi, costituisce una parte di un unico corpo realizzato nel 1774 dai fratelli Andrés e José Rodríguez Suárez. Nella nicchia della pala d'altare si trova la statua settecentesca di Santa Caterina d'Alessandria, in legno policromo opera di Pedro Duque Cornejo. Un altro magnifico retablo barocco datato 1688 si trova nella cappella del Carmine nella navata a destra. La cappella di La Concepción, a sinistra del presbiterio, costituě la parte anteriore della chiesa fino al 1664. Sulla parete laterale sono collocate sei grandi tele dipinte a olio, tra cui lo Sposalizio della Vergine de Cristóbal Hernández de Quintana e L'Annunciazione di Gaspar de Quevedo. Ci sono anche altri interessanti pale d'altare come quella del Rosario, la pala di Las Animas e il pregevole dipinto delle Anime del Purgatorio di Hernadez de Quintana.

 

 

Domingo Hernández de Quintana

Nasce a Candelaria nel 1693 figlio del pittore Cristóbal Hernández de Quintan, mentre suo padre stava lavorando alla pittura della pala dell'altare maggiore del santuario del santo patrono locale. Il padre gli insegnň i primi rudimenti della pittura e alla sua morte, avvenuta nel 1725, Domingo ereditň probabilmente la sua bottega, date che era l'unico dei fratelli che si era dedicato alla pittura. Il suo catalogo non č ampio. Ha firmato sicuramente il Sogno di San José (Monastero di Santa Catalina, La Laguna) e la Nascita della Vergine (Ermita del Carmen, La Orotava). La sua paternitŕ č documentata anche rispetto al ritratto di José de Anchieta (Cabildo de Tenerife) e alcune indicazioni supportano l'attribuzione del dipinto delle Anime del Purgatorio nella chiesa di Santa Caterina a Tacoronte. Suo puň essere anche un San Diego de Alcalá che si conserva in una collezione privata a La Orotava. In tutti questi dipinti, Domingo de Quintana segue i modelli e lo stile del padre, quantunque non riesca a raggiungere la abilitŕ paterna. Lavorň anche fuori Tenerife e come policromatore: intorno al 1734 realizzň la scultura di San Marcial, proprietario dell'eremo di Femés a Lanzarote. Morě a San Cristóbal de La Laguna nel 1763.