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PITTORI: Donato Teodoro

Monica e la Madonna della cintura

Monica e la Madonna della cintura

 

 

DONATO TEODORO

1750-1760

Chieti, chiesa di sant'Agostino

 

Monica e la Madonna della cintura

 

 

 

Sul secondo altare del lato sinistro si trova questa tela settecentesca che viene attribuita al pittore chietino Donato Teodoro. La pala raffigura la Madonna della Cintura con il Bambino nell'atto di consegnare la sacra cintura a Santa Monica. Il quadro di notevoli dimensioni, misura cm 280 in altezza per 125 di larghezza, costituisce la pala d'altare della Cappella dedicata alla Madonna della cintura.

Al piano superiore, al centro della rappresentazione si erge la figura imperiosa della Vergine, seduta su un cumulo di nuvole, che tiene in braccio il Bambino. La Vergine volge lo sguardo verso il fedele ma con la mano destra tesa in avanti regge una cintura che propone a Monica.

La santa, inginocchiata poco sotto, indossa la tonaca delle monache agostiniane e sul capo si nota l'aureola propria dei santi. In realtà Monica tiene già fra le mani una cintura che bacia con devozione.

Anche il Bambino, ritto in piedi, tiene una cintura che a sua volta offre a Monica.

Intorno alla Vergine si muovono molti angioletti che svolazzano da un lato all'atro. uno di essi porta un fascio di cingoli da consegnare alla Vergine.

In basso un uomo a mezzo busto alza il braccio impaurito: probabilmente è un simbolico eretico che teme la forza della fede che viene manifestata nell'episodio.

 

 

Donato Teodoro

Nato a Chieti verso il 1699, Teodoro si formò artisticamente a Napoli venendo a contatto con l'arte di Luca Giordano, Ludovico De Majo, Francesco Solimena e Francesco De Mura. Ne assimilò lo stile come appare dalle prime committenze abruzzesi a Chieti, per le chiese di San Giustino, Sant'Agata e la Santissima Trinità. Ulteriori committenze lo portarono a lavorare nella provincia di Abruzzo Citeriore, all'Aquila nella Cattedrale e Basilica di San Bernardino, e quindi nell'Abruzzo Ultra, tra Campli e Civitella, Manoppello e Pianella del Tronto. Nel 1738, ispirandosi a modelli di Luca Giordano, affrescò gran parte del Santuario della Madonna dell'Assunta a Castel Frentano. Tra le sue opere ricordiamo il Martirio di San Massimo (1720) nella cattedrale dell'Aquila; le tele con Salomone e la regina di Saba ed Ester e Assuero, la pittura del soffitto ligneo della chiesa di Santa Maria in Platea a Campli, dove le tre navate conservano i dipinti del Battesimo di S. Pancrazio, l'Assunta, il Martirio del Santo. A lui sono attribuiti diversi affreschi nella chiesa S. Francesco d'Assisi a Lanciano e nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Apostolo ed Evangelista a Colledimezzo.

A metà Settecento lavorò spesso a Lanciano, dove dipinse le tele del santuario del Miracolo eucaristico, e una tela della Natività di Gesù per la chiesa di Santa Lucia. I soggetti delle sue opere hanno un carattere biblico, che predilige i simboli della lotta fra Bene e Male come gli episodi di Giuditta e Oloferne o San Michele che scaccia Lucifero. Teodoro morì a Chieti nel 1779 e fu sepolto nel monastero di San Domenico al Corso. Il figlio Ludovico continuò l'attività della bottega del padre e fu attivo nel cantiere del Duomo di Atessa, dove dipinse la tela di San Leucio vescovo e affrescò la volta centrale con scene bibliche.