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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Zendejas Miguel JeronimoPITTORI: Zendejas Miguel Jeronimo
Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
ZENDEJAS MIGUEL JERONIMO
1760-1770
Puebla, Museo d'Arte religiosa nell'ex convento S. Monica
Agostino tra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
Questo dipinto è conservato nel Museo di Arte Religiosa di Santa Monica nella città di Puebla in Messico. L'edificio che ospita il Museo risale al XVII secolo e in origine era un convento dedicato a Santa Monica
Ideato nel 1606 dal sacerdote Don Julián López con l'aiuto del sacerdote Francisco Reinoso, il convento venne realizzato con lo scopo di dare rifugio alle mogli degli spagnoli che rimanevano sole, quando i loro mariti erano occupati in lavori.
Oltre al monastero venne costruita una piccola chiesa per servire il convento. L'intera struttura venne dedicata a Santa Monica e fu ufficialmente aperta nel 1686 da Manuel Fernandez. Per tutto il XVIII secolo fu uno dei conventi più importanti della città.
In quest'opera Zendejas ha raffigurato sant'Agostino in preghiera dinanzi alla figure del Cristo crocifisso e della Vergine. Il santo ha un volto dall'aspetto ancora giovanile con una bella barba fluente e ben curata. Indossa il saio nero dei monaci agostiniani e rivolge il suo sguardo verso l'alto, dove il Cristo che sprizza sangue dal costato, e la Vergine che offre il suo latte materno, lo stanno osservando con dolcezza.
Accanto ad Agostino un angioletto con le mani giunte prega assieme al santo. Nell'opera egli enfatizza il chiaroscuro del suo pennello che riflette tutte le tonalità della luce. Agostino, vestito come un monaco agostiniano, è in ginocchio con le mani sul petto. La bocca aperta in un viso giovanile, riceve sia il sangue dal costato di Cristo che il latte della Vergine.
L'episodio che viene qui ricordato è relativo a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle sue meditazioni: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.
Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.
Miguel Jerónimo Zendejas
Nasce a Puebla nel 1724. Era figlio di Don Lorenzo de Zendejas,un commerciante di articoli religiosi. Amico dei padri gesuiti, suo padre era andato a Roma accompagnato dal padre Oviedo, che lo ha presentato con il Santo Padre. Ancora piccolo Miguel Gerónimo ha mostrato una predisposizione per l'arte e pertanto venne mandato a lavorare come apprendista nella bottega di Pablo Talavera, un pittore rinomato a quel tempo, e di Gregorio de Lara Priego.
Si sposò con Brigida Priego, da cui ebbe quattro figli, tre dei quali si dedicarono alla pittura. Il quarto si fece religioso.
Di lui si dice che sia stato un uomo piacevole e colto, talora scherzoso.
Fondò una propria bottega ed ebbe fra i suoi allievi e collaboratori discepoli della statura di Jose Manzo e Julian Ordonez.
Artista di primo piano, produsse molteplici lavori, principalmente a carattere religioso, che sono presenti in numerose chiese di Puebla e di altri luoghi. Hammeken dice di lui che non si è mai abituato a disegnare schizzi, dal momento che l'opera gli appariva già ben definita "nel tessuto della sua fantasia".
Aveva uno strano modo di dipingere, che ha generato dipinti difettosi nella loro prospettiva e nell'anatomia dei personaggi. Tuttavia vi si scopre sempre un impianto esecutivo ben strutturato. Altre sue caratteristiche sono l'assenza di pennellate grigie e l'assenza di correzioni. Talvolta firmava, su richiesta, altri lavori per sfruttare il prestigio del suo nome. Muore a Puebla nel 1815.