Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Nicolò di Pietro GeriniPITTORI: Nicolò di Pietro Gerini
Agostino con Alipio e Possidio
NICOLO' DI PIETRO GERINI
1368-1415
Parigi, Museo del Louvre
Sant'Agostino con Alipio e Possidio
Niccolò di Pietro Gerini nasce in Toscana nella seconda metà del Trecento e muore a Firenze nel 1415. la sua attività pittorica è documentata a partire dal 1368.
Fu un prolifico seguace della scuola di Giotto e operò nella tradizione artistica dell'Orcagna e di Taddeo Gaddi. La sua opera pittorica si colloca nel periodo in cui a Firenze l'arte non seppe riprendere gli stimoli e le innovazioni inventive introdotte da Giotto, ma conobbe piuttosto una involuzione a forme di gusto più arcaizzanti e ad una produzione più ripetitiva. Gerini è registrato come collaboratore di Jacopo di Cione nella realizzazione degli affreschi per la sala della corporazione dei Giudici e Notai a Firenze nel 1366. Egli è anche quel "Niccolaio dipintore" che ha lavorato con Jacopo di Cione sulla pala d'altare del Incoronazione della Vergine commissionato dal Albizzi famiglia per San Pier Maggiore a Firenze nel 1370.
Gerini collabora ancora con Jacopo di Cione per la realizzazione di una seconda Incoronazione della Vergine (Accademia, Firenze) nel 1372. L'opera fu commissionata dalla Zecca Vecchia di Firenze quello stesso anno. Nel 1383 Gerini lavora di nuovo con Cione su un affresco dell'Annunciazione nel Palazzo dei Priori a Volterra.
Fra le opere di Niccolò Gerini meglio conosciute, si può ricordare la decorazione della sacrestia della basilica di Santa Croce a Firenze con la descrizione di Scene della vita di Cristo che risale al 1380 circa. Al 1386 risale il lavoro di affrescatura della loggia del Bigallo. Fu certamente un pittore molto attivo, soprattutto nella decorazione ad affresco secondo il gusto che allora predominava. Gerini va annoverato nella cerchia dei tanti pittori che coprirono le chiese di Firenze e del circondario di affreschi, che poi vennero in larga parte coperti nei secoli successivi e a volte ritrovati solo nel Novecento.
Tra le sue opere nell'area fiorentina va ricordato l'affresco visibile nel Tabernacolo di Rimaggino, nella omonima località del comune di Bagno a Ripoli. Tra il 1391 e il 1392 lo troviamo a lavorare a Prato dove affresca il Palazzo Datini e la Sala Capitolare, nota anche come Cappella Migliorati, della chiesa di San Francesco. L'opera fu realizzata con l'aiuto del figlio Lorenzo e di Agnolo Gaddi. In seguitò affrescò anche la Sala Capitolare della chiesa di San Francesco a Pisa. Di una certa importanza si rivela anche il Battesimo dei Santi Pietro e Paolo (1397) alla National Gallery di Londra.
Come è tipico delle raffigurazioni gotiche, Gerini preferisce dipingere i visi con il mento di grandi dimensioni, la fronte spiovente, il naso affilato: i corpi dei personaggi sono per lo più sono tozzi e frontalmente sfollati.
Nella scena raffigurata Gerini introduce tre personaggi: Agostino che sta seduto frontalmente mentre guarda i due amici, e due giovani, Alipio e Possidio suoi discepoli. La scena si svolge all'interno di una camera spoglia arredata a studio. Possidio sta leggendo un libro e non sembra molto interessato a quanto stanno facendo Alipio ed Agostino. I due in realtà hanno davanti una specie di gioco a scacchi o dama con cui si stanno fronteggiando e sfidando. Possidio dal canto suo distoglie lo sguardo dalla lettura di un libro. L'episodio nella sua semplicità compositiva riesce a trasmettere una grande serenità e la seria e motivata tranquillità dei tre personaggi.