Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Nicolò di PietroPITTORI: Nicolò di Pietro
Sant'Agostino consegna la sua regola
NICOLO' DI PIETRO GERINI
1350-1399
Parma, Collezione privata
Sant'Agostino consegna la sua regola
Il dipinto su tavola è stato frequentemente attribuito ad un anonimo pittore dell'orizzonte artistico piacentino della fine del Trecento. A metà del Novecento il critico Zeri ha proposto una attribuzione a Nicolò di Pietro. L'artista vi ha raffigurato sant'Agostino benedicente mentre regge con la mano destra un libro aperto, forse un passo della sua regola. La tavola misura cm 58,5 in altezza e 41,2 in larghezza. Attualmente il quadro si trova a Parma in una Collezione privata dove è stato segnalato nel 1993.
In precedenza la tavola apparteneva alla Collezioni G. Baroni a Parigi e quindi, nel 1964, alla Collezione L. Donath a Praga.
Il santo ha una figura ieratica, con un'espressione piuttosto rigida: indossa gli abiti vescovili, in testa porta la mitra ed è seduto sopra la cattedra episcopale impreziosita da un ricco schienale decorato.
Ai lati della sedia se ne stanno due angeli che volgono lo sguardo verso il santo.
Il suo aspetto è quello di un uomo maturo, con uno sguardo profondo, una folta barba arricciata sulle gote. Da notare la presenza sotto il piviale della tunica nera degli eremitani, che in questo modo desideravano celebrare la loro origini legate alla figura di Agostino.
Niccolò di Pietro
Niccolò di Pietro Gerini nasce in Toscana nella seconda metà del Trecento e muore a Firenze nel 1415. la sua attività pittorica è documentata a partire dal 1368.
Fu un prolifico seguace della scuola di Giotto e operò nella tradizione artistica dell'Orcagna e di Taddeo Gaddi. La sua opera pittorica si colloca nel periodo in cui a Firenze l'arte non seppe riprendere gli stimoli e le innovazioni inventive introdotte da Giotto, ma conobbe piuttosto una involuzione a forme di gusto più arcaizzanti e ad una produzione più ripetitiva. Gerini è registrato come collaboratore di Jacopo di Cione nella realizzazione degli affreschi per la sala della corporazione dei Giudici e Notai a Firenze nel 1366. Egli è anche quel "Niccolaio dipintore" che ha lavorato con Jacopo di Cione sulla pala d'altare del Incoronazione della Vergine commissionato dal Albizzi famiglia per San Pier Maggiore a Firenze nel 1370.
Gerini collabora ancora con Jacopo di Cione per la realizzazione di una seconda Incoronazione della Vergine (Accademia, Firenze) nel 1372. L'opera fu commissionata dalla Zecca Vecchia di Firenze quello stesso anno. Nel 1383 Gerini lavora di nuovo con Cione su un affresco dell'Annunciazione nel Palazzo dei Priori a Volterra.
Fra le opere di Niccolò Gerini meglio conosciute, si può ricordare la decorazione della sacrestia della basilica di Santa Croce a Firenze con la descrizione di Scene della vita di Cristo che risale al 1380 circa. Al 1386 risale il lavoro di affrescatura della loggia del Bigallo. Fu certamente un pittore molto attivo, soprattutto nella decorazione ad affresco secondo il gusto che allora predominava. Gerini va annoverato nella cerchia dei tanti pittori che coprirono le chiese di Firenze e del circondario di affreschi, che poi vennero in larga parte coperti nei secoli successivi e a volte ritrovati solo nel Novecento.
Tra le sue opere nell'area fiorentina va ricordato l'affresco visibile nel Tabernacolo di Rimaggino, nella omonima località del comune di Bagno a Ripoli. Tra il 1391 e il 1392 lo troviamo a lavorare a Prato dove affresca il Palazzo Datini e la Sala Capitolare, nota anche come Cappella Migliorati, della chiesa di San Francesco. L'opera fu realizzata con l'aiuto del figlio Lorenzo e di Agnolo Gaddi. In seguitò affrescò anche la Sala Capitolare della chiesa di San Francesco a Pisa. Di una certa importanza si rivela anche il Battesimo dei Santi Pietro e Paolo (1397) alla National Gallery di Londra.
Come è tipico delle raffigurazioni gotiche, Gerini preferisce dipingere i visi con il mento di grandi dimensioni, la fronte spiovente, il naso affilato: i corpi dei personaggi sono per lo più sono tozzi e frontalmente sfollati.