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PITTORI: Giovanni da Rimini

Agostino consegna la sua regola ai monaci

Agostino consegna la sua regola ai monaci

 

 

GIOVANNI DA RIMINI

1320-1330

Rimini, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino consegna la sua regola ai monaci

 

 

 

L'affresco che viene attribuito a Giovanni da Rimini risale alla seconda decade del Trecento e si trova nella chiesa di sant'Agostino a Rimini. La scena, piuttosto rovinata e lacunosa, lascia percepire comunque il contenuto della scena dove santo che si china verso i monaci con in mano un libro aperto dove è riportata l'incipit della sua Regola. Ai suoi piedi, di piccole dimensioni, si possono notare numerosi frati e fors'anche i donatori che commissionarono l'affresco.

 

L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Alcuni studiosi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711.

L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.

Sulla data di stesura della Regula ad servos Dei ci sono diverse opinioni: una prima teoria indica come data probabile il 391, più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'Ippona, il monastero dei laici; una seconda teoria indica il 400 in coincidenza con il De opere monachorum; una terza sposta la data addirittura fino al 427-428, dopo il De correptione et gratia, in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel monastero di Adrumeto. La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al 400.

 

 

Giovanni da Rimini

Vissuto a cavallo fra la fine del Duecento e il primo Trecento, fu uno dei fondatori della cosiddetta scuola riminese. Lavorò soprattutto in questa città, dove aveva soggiornato per alcuni anni Giotto. Le novità pittoriche introdotte da Giotto a Rimini ebbero una immediata ripercussione sugli artisti locali. Un esempio del diffondersi degli insegnamenti di Giotto è il Crocifisso datato 1309 di Giovanni da Rimini presso la chiesa di San Francesco di Mercatello sul Metauro.

L'opera rivela strettissimi legami con gli stilemi giotteschi. Vasari citò Giovanni da Rimini tra i migliori seguaci in assoluto di Giotto assieme a Ottaviano da Faenza e a Guglielmo da Forlì.