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PITTORI: Giovanni da Rimini

Sant'Agostino in gloria, Incoronazione di Maria Vergine, Disputa di santa Caterina d'Alessandria con i filosofi, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate, San Giovanni Battista

Sant'Agostino in gloria, Incoronazione Maria Vergine, Disputa di santa Caterina d'Alessandria

con i filosofi, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate e San Giovanni Battista

 

 

GIOVANNI DA RIMINI

1300-1310

Alnwick, Collezione duca di Northumberland

 

Sant'Agostino in gloria, Incoronazione di Maria Vergine, Disputa di santa Caterina d'Alessandria con i filosofi, San Francesco d'Assisi riceve le stimmate, San Giovanni Battista

 

 

 

Questa tavola di Giovanni da Rimini presenta una pluralità di scene all'interno della medesima composizione, fra loro non sempre legate da un unico filo conduttore. Cinque sono i soggetti trattati: a partire da sinistra in alto viene proposta la scena che raffigura Sant'Agostino in gloria. Alla sua destra assistiamo alla Incoronazione di Maria Vergine. Al piano sottostante l'intera striscia è occupata da una affollata Disputa di santa Caterina d'Alessandria con i filosofi. Nella banda inferiore, a sinistra leggiamo un san Francesco d'Assisi che riceve le stimmate, e a destra l'immagine di san Giovanni Battista nel deserto.

La scena con sant'Agostino in gloria fra un nugolo di angeli che gli fanno da corona, rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.

L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.

La tavola misura in altezza 52.5 cm e 34.5 in larghezza ed è stata attribuita a Giovanni da Rimini un buon pittore trecentesco.

Nel passato l'opera era conservata a Cantalupo nella Collezione Camuccini e in seguito, nel 1856, entrò a far parte della Collezione Barberini a Roma. Attualmente si trova a Alnwick nella Collezione del duca di Northumberland.

 

 

 

Giovanni da Rimini

Giovanni è il principale esponente della grande "scuola" di pittura fiorita a Rimini nel Trecento. Il primo documento in cui appare il suo nome è del 1292 per cui è abbastanza verosimile collocare la sua nascita intorno al 1270. Sembra che agli inizi della carriera alternò il mestiere di artista con quello di agricoltore, affittuario di un podere a Sant'Ermete. Agli inizi del Trecento probabilmente conobbe e forse collaborò con Giotto, che - secondo quanto racconta Vasari - soggiornò e dipinse a Rimini.

In un documento del 1300 è già chiamato "magister", qualifica data ai pittori professionisti. In questo stesso documento si precisa che la sua casa e, certamente anche la sua bottega, era situata nella contrada di San Giovanni Evangelista, vicino alla chiesa di Sant'Eufemia. Giovanni aveva altri tre fratelli pittori: il più anziano si chiamava Foscolo ed i più giovani Giuliano e Zangolo. Alla bottega di Giovanni e dei suoi fratelli andrà attribuita, con ogni probabilità, l'esecuzione del famoso ciclo di affreschi nella chiesa di Sant'Agostino a Rimini (la mano di Giovanni, per altro, era già stata riconosciuta dalla critica). Di Giovanni resta un'unica opera firmata e cioè il Crocifisso di Mercatello. Gli studi critici hanno riconosciuto alcune affinità stilistiche in altre opere che pertanto gli sono state attribuite, tra cui l'essenziale e poetico Crocifisso dei Musei riminesi.

L'ultimo documento in cui Giovanni è indirettamente citato è del 1338, anno in cui probabilmente è già morto.