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PITTORI: Ugolino di Prete Ilario

Sant'Agostino di Ugolino di prete Ilario

Sant'Agostino

 

 

UGOLINO DI PRETE ILARIO

1357-1354

Orvieto, Cappella dell'Eucarestia del Duomo di Orvieto

 

Sant'Agostino nella regione della dissimilitudine

 

 

 

La cappella dell'Eucarestia del Duomo di Orvieto conserva delle splendide pitture a fresco che sono tra i più estesi complessi di pitture murali del Trecento italiano. La cappella fu costruita a partire dal 1350 per custodire la reliquia del miracolo di Bolsena giunta a Orvieto tra il 1264 e il 1294. In questo ciclo di affreschi Ugolino di Prete Ilario e della sua bottega furono completati fra il 1357 e il 1364, divulgando una "teologia per immagini", celebra la figura di Maria ripercorrendo la storia della sua vita.

La scritta che si trova sotto la Crocifissione lo attesta con chiarezza: HANC CAPPELLAM PINXIT UGULINUS PICTOR DE URBEVETERI ANNO DOMINI MCCCLXIV DIE JOVIS VIII MENSIS IUNII.

Le pareti della tribuna furono decorate sempre da Ugolino di Prete Ilario fra il 1370 e il 1384 con l'aiuto di allievi e collaboratori fra cui Pietro di Puccio. Furono restaurati nel 1491 da Giacomo di Bologna e poi dal Pinturicchio e Antonio da Viterbo detto Pastura. Tali affreschi, in parte perduti, rappresentano nella volta la "Gloria di Maria" e nelle pareti la "Vita di Maria".

Oltre ai probabili suggerimenti del vescovo del tempo, il colto Pietro Bohier, molteplici sono le fonti da cui Ugolino di Prete Ilario trasse ispirazione per le scelte iconografiche: l'Antico e Nuovo Testamento (in particolare i Vangeli canonici), la patristica e la dottrina ortodossa della Chiesa (simboleggiata dai personaggi raffigurati intorno alle finestre tonde della tribuna), ma anche i Vangeli apocrifi, come quello dello pseudo Melitone, dello pseudo Matteo ed il proto Vangelo di Giacomo. In alto sulla parete sinistra sono stati raffigurati due Evangelisti e due Dottori della Chiesa fra cui sant'Agostino. Il santo viene raffigurato seduto ad uno scrittoio-cattedra dove sono appoggiati numerosi libri chiusi. Lo sguardo del santo è rivolto verso la gente: indossa un vestito rosso che gli copra anche il capo. Il viso è nitido, lo sguardo intenso: l'aspetto è di una persona matura, con la folta barba bianca, baffi e sopracciglia anch'esse bianche. La scena è rappresentata all'interno di una ampia scenografia architettonica di stile Trecentesco. La sua presenza è giustificata dal pittore con il legame del santo all'Eucarestia, dove viene citato un passo delle Confessioni (7, 10, 16) che ricorda l'esplicito riferimento al corpo di Cristo come cibo spirituale. Nel testo il santo ricorda i momenti precedenti la conversione in cui si sentiva lontano da Dio, in regione dissimilitudinis, dove però gli sembrava di udire la voce: "Mi scoprii lontano da te in una regione dissimile, ove mi pareva di udire la tua voce dall'alto: "Io sono il nutrimento degli adulti. Cresci e mi mangerai." L'immagine quindi mostra dapprima Agostino, intento a leggere nel suo studio, come spiega puntualmente l'iscrizione in basso: "AUGUSTINU(S) LONGE A DEO IN REGIONE DISSIMILITUDINIS."

L'abilità pittorica di Ugolino di Prete Ilario ricompone la scioltezza narrativa dei registri inferiori con le immagini maestose e ieratiche delle vele. Caposcuola della pittura orvietana e precursore della maniera tardogotica, egli compone un racconto vivace e ricco di dettagli dai colori chiari e luminosi che ottiene rivisitando con un naturalismo espressivo e a volte patetico la tradizione figurativa senese. Da Ambrogio e Pietro Lorenzetti riprende il senso dello spazio e scenografia degli edifici urbani, da Lippo Vanni deriva il gusto del particolare ambientale, da Luca di Tommè lo stile è richiamato nel modellato morbido e nelle "cadenze grafiche". Si ispira invece al gotico settentrionale nella marcata definizione dei contorni, utilizzati soprattutto per le grandi e solenni figure delle volte e dei lunettoni.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

Ugolino di Prete Ilario

Ugolino di Prete Ilario nacque a Siena, ed è famoso per gli affreschi eseguiti (1364) nella cappella di S. Corporale nella cattedrale di Orvieto, per il quale eseguì anche mosaici nella facciata. Nel 1378 partecipò con altri artisti alla decorazione delle pareti della tribuna e il coro dietro l'altare maggiore della stessa chiesa. Uno dei suoi allievi fu Cola Petruccioli.