Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Trecento: Ugolino di Prete Ilario

PITTORI: Ugolino di Prete Ilario

Sant'Agostino nello studio

Sant'Agostino nello studio

 

 

UGOLINO DI PRETE ILARIO

1370-1380

Orvieto, Duomo, Presbiterio

 

 

Sant'Agostino nello studio

 

 

 

il ciclo di affreschi della tribuna del Duomo di Orvieto è tra i più estesi complessi di pitture murali del Trecento italiano. Sono stati attribuiti a Ugolino di Prete Ilario, che con la sua opera cercò di divulgare fra il popolo dei fedeli una "teologia per immagini", celebrando la figura di Maria ripercorrendone la storia della vita. Ugolino di Prete Ilario trasse ispirazione per le scelte iconografiche dall'Antico e Nuovo Testamento (in particolare i Vangeli canonici), dalla patristica e dalla dottrina ortodossa della Chiesa, oltre che dai Vangeli apocrifi, come quello dello pseudo Melitone, dello pseudo Matteo ed il proto Vangelo di Giacomo.

Il riferimento eucaristico proprio della Cappella del Corporale ritorna sulle pareti del presbiterio nella figura del vescovo di Ippona affrescato da Ugolino tra il 1370 e il 1380.

La cappella fu costruita a seguito del miracolo di Bolsena e nel 1264, con la Bolla "Transiturus de hoc mundo", Urbano IV decretò che la festa del Corpo del Signore fosse celebrata ogni anno in tutto il mondo cristiano.  Per questo venne edificato il Duomo di Orvieto, dove è conservato il reliquiario che contiene l'ostia. Agostino compare più volte nei riferimenti teologico iconografici assieme agli altri Dottori della Chiesa e a un vasto ciclo della Vergine. Agostino è presentato nello studio con una speciale veste nera e cappuccio. Il santo è impegnato a commentare il passo di san Giovanni: "ET VERBU(M) WERO FACTUM EST." La frase "E il Verbo si fece carne" è scritto sul libro che sta davanti a lui. Il libro su cui Agostino sta scrivendo riporta invece un brano del De Trinitate (15, 11, 20) dove si fa riferimento al brano di Giovanni: "SIC(UT) V(ER)D(UM) N(OST)R(U)M FIT [VOX NEC MUTATUR] I(N) VOCE(M) ITA V(ER)BU(M) D(E)I CARO F(A)C(TU)M EST.

A lato del rosone compare poi una particolare versione del tolle lege.

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Ugolino di Prete Ilario

Ugolino di Prete Ilario nacque a Siena, ed è famoso per gli affreschi eseguiti (1364) nella cappella di S. Corporale nella cattedrale di Orvieto, per il quale eseguì anche mosaici nella facciata. Nel 1378 partecipò con altri artisti alla decorazione delle pareti della tribuna e il coro dietro l'altare maggiore della stessa chiesa. Uno dei suoi allievi fu Cola Petruccioli.