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Tematiche iconografiche agostiniane: AGOSTINO E LE ARTI LIBERALI

Gloria del santo con le Arti liberali

 

Gloria del santo con le Arti liberali

 

 

AGOSTINO E LE ARTI LIBERALI

 

 

 

Agostino fu non solamente un grande teologo, ma anche, sicuramente, un apprezzato retore. Lo fu di certo durante la sua attività scolastica fino al 386 d. C. quando abbandonò l'insegnamento nelle scuole imperiali milanesi. Agostino aveva iniziato a insegnare ancora giovane, prima a Tagaste, poi a Cartagine, quindi a Roma e infine a Milano, grazie ai buoni uffici dei manichei e di Simmaco che gli procurarono un posto presso la scuola imperiale di quella città. Le attività di studio romane erano molto simili a quelle che si perpetuavano nelle scuole medioevale con i corsi del trivio e del quadrivio.

 

Anche gli studi cosiddetti liberali avevano il loro sbocco nei fori litigiosi dove avrei dovuto eccellere: e dove la gloria è proporzionale all'abilità negli imbrogli. Tale è la cecità degli uomini, che perfino della cecità si gloriano. Ormai ero fra i primi alla scuola di retorica e ne andavo superbo: gonfio di vento ero, benché di gran lunga più tranquillo - Signore, tu lo sai - e del tutto estraneo alle gazzarre dei "perturbatori" - già, questo soprannome sinistro e diabolico è come una patente di snobismo - fra i quali vivevo. Serbavo dunque un certo pudore nell'impudenza, perché io non ero come loro: stavo con loro a volte, e mi divertiva la loro amicizia, ma evitavo sempre con orrore di partecipare alle loro imprese, cioè alle gazzarre prepotenti con cui aggredivano la timidezza dei nuovi arrivati e li spaventavano a furia di scherzi gratuiti, giusto per sfogare la loro maligna allegria. Niente è più simile alle azioni dei demoni. Non ci sarebbe stato nomignolo più adatto di "perturbatori", perturbati com'erano essi stessi per primi e pervertiti da quegli spiriti beffardi: vittime delle loro seduzioni e dei loro raggiri, per il solo fatto di prender tanto gusto alle beffe e ai raggiri.

AGOSTINO, Confessioni 3, 6

 

Nel De doctrina christiana Agostino sostenne che le arti liberali potevano costituire il gradino iniziale di accesso alla filosofia, o alla sapienza cristiana; oppure potevano essere considerate esse stesse costitutive della filosofia, che veniva così ad essere concepita come il sapere nella sua complessità. L’identificazione della filosofia con l’insieme delle arti liberali così formulata permane nel medioevo, attraverso i suoi differenti momenti. A partire da questa concezione le discipline del trivio e del quadrivio andarono a costituire la base dell’acculturazione che accompagnò i processi di cristianizzazione delle regioni periferiche d’Europa nell’Alto Medioevo e il nucleo di un genere letterario le cui radici affondano nella tarda antichità e che conoscerà ampia fortuna per tutto il Medioevo, quello dell’enciclopedia.

 

Fu istruito nelle arti, liberali, e si acquistò fama di valente filosofo e retore. Lesse le opere di Aristotele e tutti i libri che trattassero di arti liberali che si poté procurare, come dice lui stesso nelle sue Confessioni. All'età di diciannove anni leggeva un'opera di Cicerone, ove si dice che l'uomo deve disprezzare il mondo e seguire la filosofia, ma fu molto dolente non avervi trovato il nome di Gesù di cui sua madre gli aveva parlato.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

9.14. Dio, Dio mio, quante ne ho viste di miserie e di raggiri allora, quando ancora bambino mi proponevano come ideale di vita l'obbedienza a quelli che volevano fare di me un uomo di successo e un vincitore nelle arti della chiacchiera, che servono a procacciare prestigio fra gli uomini e false ricchezze. Fui mandato a scuola, a imparare a leggere e a scrivere, senza avere la minima idea, infelice, di che uso se ne potesse fare. E tuttavia, se ero tardo nell'apprendere, mi battevano.

AGOSTINO, Confessioni, 1, 9, 14

 

1. 1. Nacque nella provincia d'Africa, nella città di Tagaste, da genitori dell'ordine dei curiali, di onesta condizione e cristiani. Fu da loro allevato ed educato con ogni cura e anche con notevole spesa, e fu inizialmente istruito nelle lettere profane, cioè in tutte quelle discipline, che chiamano liberali.

POSSIDIO, Vita Augustini, 1, 1

 

Insegnamenti del trivio (grammatica, dialettica e retorica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, musica e astronomia) costituivano il nocciolo imprescindibile degli studi: solo raggiunto il grado di maestro delle arti era infatti possibile accedere a una delle tre facoltà universitarie superiori di teologia, diritto e medicina. La definizione è di origine romana. Secondo Seneca e Quintiliano, già negli ultimi decenni della repubblica e durante l'impero la grammatica, la geometria e la musica erano considerate materie preparatorie allo studio della retorica e della filosofia. La prima classificazione precisa si ebbe comunque con Marziano Capella, nel De nuptiis Mercurii et philologiae (410). Già sant'Agostino ne aveva sottolineato l'importanza per chiunque fosse interessato a procedere sulla via della conoscenza dell'anima e di Dio. Il successivo prevalere della dialettica tra le materie del trivio come vera e propria introduzione al sapere filosofico e quindi alla teologia, accentuò la funzione propedeutica delle arti liberali, che rimasero per secoli, pur nell'ambito di una più ampia classificazione delle scienze, a fondamento dei programmi scolastici e delle culture occidentali.

 

 

iconografia di agostino CON LE arti liberali

Giusto de' Menabuoi (1370) a Padova, Chiesa degli Eremitani, Cortellieri

Bartolo di Fredi (1384-1388) a Montalcino, chiesa di S. Agostino

Nelli Ottaviano (1410-1420) a Gubbio, chiesa di sant'Agostino

Begni Giulio Cesare (1640) a Fano, chiesa S. Agostino, chiostro