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Tematiche iconografiche agostiniane: Ai piedi del Crocefisso

Ai piedi del Crocefisso

 

Ai piedi del Crocefisso

 

 

SERMONE DEL LUNEDI' DI PASQUA

Agostino di Ippona

 

 

 

1. Come ben conosce la vostra Carità, fratelli, in questi giorni della santa Pasqua si proclama solennemente il racconto della resurrezione del Signore quale ci è stato tramandato da tutti gli Evangelisti: i quali hanno redatto la propria narrazione in modo che alcune cose sono state riferite in comune da tutti mentre altre sono state omesse da questo o da quello, ovviamente senza scapito della concorde armonia che esige la verità. Così, tutti hanno parlato della crocifissione del Signore, della sua sepoltura e della sua resurrezione al terzo giorno. Riguardo invece alle apparizioni ai discepoli, siccome il Signore apparve loro in molti modi, alcuni hanno riferito avvenimenti che gli altri hanno omesso. L’importante è che tutti ci hanno tramandato descrizioni conformi a verità.

 

2. La notte scorsa, ad esempio, durante la veglia, se ben ricordate, è stata letta l’apparizione del Signore risorto alle donne. Egli le salutò per primo dicendo: Salute! E allora esse gli si avvicinarono e gli si strinsero ai piedi scongiurandolo (Mt. 28, 9). Oggi è stata letta l’apparizione a quei due discepoli che camminavano per via. Camminavano con lui ma non lo riconoscevano poiché i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo (Lc. 24, 15-16). Il riconoscimento sarebbe dovuto avvenire durante la frazione del pane. Egli infatti venne da loro, fu da loro accolto ospitalmente, benedisse il pane e lo spezzò: allora lo riconobbero (cf. Lc. 24, 29-31). Così conoscete Cristo voi tutti che lo ritenete veramente Cristo. E qui voglia considerare la vostra Carità com’erano i discepoli, tutti i discepoli, prima della resurrezione del Signore. Che essi mi perdonino!, ma non erano ancora nemmeno tra i credenti. Più tardi sarebbero diventati dei colossi, ma in un primo tempo erano perfino inferiori a noi. Noi infatti crediamo nella resurrezione di Cristo, mentre essi per un certo tempo non ci credevano.

In seguito soltanto, quando lo ebbero visto e toccato, quando l’ebbero controllato con i propri occhi e palpato con le proprie mani, allora finalmente credettero, e il loro cuore fu reso stabile dall’autorità delle sante Scritture. Essi bevvero e da quel che lasciarono traboccare siamo stati riempiti anche noi. Eccoli dunque parlare fra loro delle cose avvenute. Si dolevano della morte di Cristo, che ritenevano un uomo, quand’ecco Gesù apparve loro, si mise, terzo, in loro compagnia e chiese di che cosa discorressero. Risposero i due: Tu sei l’unico forestiero che si trovi in Gerusalemme il quale non sappia le cose accadute in città durante questi giorni, come cioè i sommi sacerdoti han messo a morte Gesù, quel profeta così grande (Lc. 24, 18-20). O discepoli, a che cosa avete ridotto il Signore? A un profeta? Ma non è lui che riempiva tutti i Profeti? Osservate, fratelli, come i discepoli avevano avuto fede, ma, persa ogni speranza a causa della morte del Signore, erano retrocessi fino ad accettare quelle parole che di lui dicevano gli estranei. Ricorderete infatti, o carissimi, come un giorno il Signore chiese ai suoi discepoli: Chi dice la gente che sia io, il Figlio dell’uomo? (Mt. 16, 13)

E i discepoli in risposta gli riferirono le parole e le opinioni degli estranei, non ciò che credevano loro stessi. Gli dissero pertanto: Alcuni dicono che sei Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o uno dei profeti (Mt. 16, 14). A questo livello erano ritornati quei discepoli: avevano perso la loro fede e stavano abbracciando le opinioni degli estranei. Gli dissero infatti: Egli era stato un profeta. Era quello che di Cristo avevano pensato gli estranei. I discepoli invece che cosa avevano detto? Alla domanda di Cristo: Ma voi chi dite che io sia? rispose Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlia del Dio vivente. E il Signore a lui: Beato te, Simone figlio di Giona, perché non ti ha rivelato questo né la carne né il sangue - com’è stato invece per coloro che mi ritengono un profeta - ma il Padre mio, che è nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro (Mt. 16, 15-18).

Tu hai parlato di me, io voglio parlare di te: tu che hai reso a me la confessione ascolta ora la mia benedizione. Parlando di sé il Signore aveva detto il meno, Pietro vi aveva aggiunto il di più. Nel caso del Signore Gesù Cristo, il di meno era l’essere Figlio dell’uomo; il di più era la dignità di Figlio di Dio. Ora, quel di meno l’aveva enunziato colui che volle essere umile, mentre il di più l’aveva aggiunto colui che il Signore volle porre in alto. Gli disse il Signore: Su questa pietra edificherò la mia Chiesa (Mt. 16, 18). Sopra codesta tua professione di fede, sopra le parole che hai dette (e cioè: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente), io edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non la vinceranno (Mt. 16, 18). Queste porte infernali avevano, si, vinto quei due, ma si tenevano a distanza da Pietro: erano state sconfitte nell’arena. O Signore, va’ in aiuto a quei discepoli! Spezza loro il pane perché ti riconoscano. Se tu non li riconduci sono perduti. E come li ricercasti? Ecco, quei discepoli ti prendono per un profeta (cf. Lc. 24, 19). Venne quindi il momento in cui Gesù rese loro comprensibili le Scritture, in base alle quali, sia pur nella disperazione, avevano detto: Ma noi speravamo che egli avrebbe redento Israele (Lc. 24, 21). O discepoli, voi speravate: vuol dire che ora non sperate più. Vieni, ladrone, e dà una lezione ai discepoli! Perché perdere la speranza anche se lo avete visto crocifisso, anche se al vostro sguardo s’è presentato sospeso al patibolo, per cui vi siete fatti l’idea che fosse un impotente?

Anche il ladrone che pendeva con lui dalla croce lo vide così, ma, pur essendo partecipe del medesimo supplizio, lo riconobbe e senza esitazioni credette in lui. Voi invece avete dimenticato che egli è l’autore della vita. Grida dunque dalla croce, o ladrone, e tu, che sei un assassino, convinci i santi! Cosa dicevano infatti costoro? Noi speravamo che egli avrebbe redento Israele. E il ladrone cosa diceva? Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo regno (Lc. 23, 42). Voi, comunque, speravate che egli fosse il redentore di Israele. O discepoli, se egli deve ancora redimere Israele voi siete venuti meno [nella fede]. Meno male però che vi ha risollevati colui che non abbandona. Colui che s’è fatto vostro compagno lungo la via si è fatto per voi via. E va sottolineato che allora non era lì presente quel Pietro che aveva detto: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt. 16, 16 ). Non era con quei discepoli. Egli, consapevole che Cristo, dovunque fosse, era sempre con loro, se lo rinnegò, a un suo sguardo si mise a piangere; e questo prima della morte, adesso poi che il Signore era stato crocifisso ed era morto… Forse condivideva l’opinione dei Giudei che oltraggiandolo dicevano: Se è Figlio di Dio, scenda dalla croce e gli crederemo (Mt. 27, 42 ).

È infatti probabile che anche i discepoli, non certo per insultarlo, lo esortassero a scendere dalla croce. Egli però non lo fece ma rese lo spirito, e tutti lo videro morto sulla croce come sogliono morire tutti gli altri uomini: lo videro avvolto in bende e sepolto. Allora persero ogni speranza, e tra questi discepoli senza speranza c’era anche Pietro. Quello che accadde dopo la resurrezione è così narrato dall’evangelista Marco: Apparve alle donne e disse loro: Andate a dire ai miei discepoli e a Pietro che sono risorto dai morti (Mc. 16, 7; Mt 28, 6 ). Fu infatti a delle donne fedeli che per primo si mostrò il Signore. Queste tornarono e riferirono ai discepoli di aver avuto una visione: avevano visto degli angeli che avevano detto loro: Perché cercate fra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto (Lc. 24, 5-6). E in realtà esse non trovarono il suo corpo nel sepolcro. Le donne riferirono tali cose ma gli uomini rifiutavano di crederci; annunziavano cose di tal fatta agli Apostoli, annunziavano la vera essenza di Cristo a coloro che sarebbero stati i suoi araldi.

La stessa voce, del resto, s’era udita quando egli scacciava dal corpo degli ossessi gli spiriti erranti. Tali spiriti, contorcendosi fra i tormenti e i dolori, gridavano: Cosa abbiamo a che fare con te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Perché sei venuto prima del tempo a tormentarci? (Mt. 8, 29).