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Tematiche iconografiche agostiniane: Agostino con sant'Ildefonso

Sant'Ildefonso di El Greco

 

Sant'Ildefonso, opera di El Greco

 

 

AGOSTINO CON SANT'ILDEFONSO

 

 

 

Nato nel 607, durante il regno di Viterico a Toledo, di stirpe germanica, era membro di una delle distinte famiglie reali visigote. Secondo una tradizione raccolta da Nicolás Antonio (Bibliotheca Hispana Vetus, PL 96,11), fu nipote dell'arcivescovo di Toledo sant'Eugenio III, che gli fornì la prima istruzione. Arcivescovo di Toledo (... - 667) fu educato nel monastero di Agali vicino a Toledo. Ordinato diacono da Eladio, fu nominato abate di Agali. Contribuì alla redazione del primo canone del concilio che istituiva la festa della Vergine il 18 dicembre. Nel 657 divenne vescovo di Toledo. Nella corrispondenza intrattenuta con Quirico, vescovo di Barcellona, si lamenta delle difficoltà dei suoi tempi. A queste difficoltà l'Elogium attribuisce il fatto che lasciasse ancora incompleti alcuni scritti. Morì nel 667 e fu sepolto nella chiesa di santa Leocadia di Toledo e successivamente, con l'invasione araba, traslato a Zamora, in Castiglia. La sua festa si celebra il 23 gennaio. È patrono della città di Toledo e di Herreruela de Oropesa, nella stessa provincia, dove le sue feste si celebrano ogni anno con particolare fervore.

Ildefonso è noto per la sua attività letteraria: il suo libro Le vie del deserto è una allegoria dell'Esodo. Ritrovò le reliquie di Leocadia. L'Elogium dice di Ildefonso che fu notevole per la sua eloquenza. Molto radicato nella tradizione patristica, il suo sforzo principale consiste nel dare al popolo in forma accessibile «la dottrina degli antichi». La sua teologia è fondamentalmente mariana e sacramentale.

Fra le sue opere ricordiamo il Sopra gli uomini illustri (De viris illustribus), continuazione dell'omonima opera di sant'Isidoro. A differenza di quegli, enumera non solo scrittori, ma anche ecclesiastici illustri per la loro santità o doti di governo. Dei 13 personaggi che sono ritratti, 7 sono toledani. Tuttavia, autori dell'importanza di Braulio di Saragozza o Isidoro di Siviglia, sono appena tratteggiati. Nello stile e nelle notizie dipende da san Girolamo, da Gennadio e da sant'Isidoro. Sebbene quest'opera non sia recensita nell'Elogium, data l'attribuzione dei manoscritti che gliela attribuisce unanimemente, può ritenersi autentica.

I fedeli lo hanno "gridato santo" da subito, collegando sempre il suo nome a quello della Beata Vergine Maria. E dieci secoli dopo la sua morte sarà ancora così, nei dipinti dei maestri del siglo de oro (il "secolo d'oro" dell'arte spagnola): El Greco, Velázquez, Murillo, Zurbarán (suo il particolare del dipinto riprodotto qui accanto), con molti altri in tutta Europa, continueranno a raffigurare il vescovo di Toledo accanto alla Madre di Gesù. Come anche Guido Reni nello stesso periodo, con l'affresco conservato nella basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. La grande arte rifletteva così gli stati d'animo popolari, espressi nel culto spontaneamente tributato a Ildefonso, dai fedeli e dal suo successore Giuliano, che ne scrisse la vita.

 

Le rappresentazioni iconografiche di Agostino con sant'Ildefonso

Jacomart Baço (1447) a Jativa, Collegiata