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BEAti dell'Ordine Agostiniano: GIOVANNI GUCCI

Immagine di Agostino da un altorilievo su una porta della chiesa a Valvibrata

 

Agostino: altorilievo a Valvibrata

 

 

Beato GIOVANNI GUCCI

1275 - 1339

 

 

 

Nacque a Siena nel 1275 e fu conquistato all'eremo di Lecceto dalla rinomanza del beato Pietro da Rosia, di cui era ben noto l'austero ascetismo. Quindicenne chiese di far parte anche lui di quella comunità di agostiniani, tanto ammirata per il fervore religioso. Sembrò un azzardo lasciare le comodità della famiglia benestante, e, gracilino com'era, allinearsi all'austera osservanza di quel monastero. I genitori non si erano ingannati: infatti in capo a poche settimane Giovanni cominciò a svogliarsi e decise di tagliar la corda e tornarsene a casa. Quanto a preghiera e studio egli ci si trovava benone in quell'ambiente ideale: l'ostacolo grosso era il cibo.

Quel pane così nero e stantio, e un po' pochino per giunta, frutto di una sudata questua, ci volevo lo stomaco da struzzo per digerirlo. Le vivande poi insipide e grossolane non volevano andar giù per quanta buona volontà ci mettesse. Il cuoco deve essere stato un certo fra Ginepro: altro che quei fumanti pollastri e pingui montoni che in casa sua giravano così spesso sull'allegro fuoco! Li sognava di notte e li assaporava di giorno tra uno sbadiglio e l'altro del tormentoso appetito. Il desiderio di servire il Signore tra i suoi servi era sincero, ma quella maledetta fame lo tormentava più di una legione di diavoli. Benché a malincuore dovette cedere ai suoi ruggenti stimoli. E un giorno scavalcò il muro di cinta e per la selva dei lecci se ne tornò a casa.

Quand'ecco sente che qualcuno lo chiama: "Giovanni, dove vai? "

Era un giovane pastore. Vedendosi guardare con occhi dolcissimi alla fine si decise a dire la verità. Disse candidamente che in quel monastero non poteva campare con quei pasti così magri e disgustosi. Con un gesto affettuoso lo sconosciuto lo strinse al cuore, poi dileguò in un bagliore. Al bacio del costato Giovanni assaporò tale dolcezza che trovò squisito ogni cibo. Accolse l'invito a rientrare al monastero. Ritornò sui suoi passi e confessò al priore la sua debolezza.

Dopo tre giorni fu riammesso nella comunità. Umiliato nel cuore, Giovanni ricevette l'abbraccio dei confratelli. Da quel giorno ricominciò con slancio la vita monastica scoprendo ora in sé una carica inaspettata. Per l'equilibrio e l'esemplarità finì per imporsi alla ammirazione dei confratelli che lo elessero superiore.

Fu priore solerte e zelante della crescita individuale nella santità. Più non sappiamo di questo beato che morì nel 1339 a 64 anni. Ai funerali convenne da Siena una stragrande folla. Dicono che egli la salutasse dal feretro con un sereno sorriso: fu il primo segno che gli valse la venerazione di santo. Gli eressero una chiesa e sul luogo dell'incontro col Cristo Pastore sorse una cappella a ricordo della recuperata vocazione. E' ricordato come il santo del Torna indietro, comprensivo con quanti fossero tentati di scavalcare il muro di cinta alla ricerca di pascoli più appetitosi. Ai fuorviati dice che a ripensarci c'è sempre da guadagnare. Lui si è fatto santo a rimettersi in carreggiata.