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BEAti dell'Ordine Agostiniano: PIETRO da GUBBIO

Rappresentazione di Pietro da Gubbio in una immaginetta

 

Immagine di Pietro da Gubbio

 

 

Beato PIETRO da GUBBIO

secolo XIII

 

 

 

Pietro da Gubbio, della nobile famiglia eugubina dei Ghigenzi, nacque agli inizi del secolo XIII in quella che giustamente viene considerata la più bella città medioevale dell'Umbria. Fu educato cristianamente dai genitori e da essi fu guidato allo studio delle lettere. Conseguì la laurea in diritto civile ed esercitò con la massima onestà la professione di avvocato nella sua città. Si distinse immediatamente per il profondo senso di giustizia con cui esercitava la professione mettendo la propria attività al servizio dei meno abbienti, delle vedove e di coloro che non potevano difendersi. Pietro divenne così il punto di riferimento di tutti coloro che erano ingiustamente angariati o sfruttati. La sua profonda fede cristiana e la preparazione professionale lo fecero distinguere nel suo ambiente e nelle città vicine. Perfezionò i suoi studi a Parigi allargando così la sua esperienza e acquistando maggiore fama. Verso i quarant'anni venne a conoscere che nella sua città natale alcuni eremiti brittinesi stavano fondando un nuovo monastero con annessa chiesa su un terreno che il Comune di Gubbio aveva loro donato vicino alle porte della città. Era l'anno 1251.

L'avvocato Pietro rimase attratto dallo zelo di questi religiosi agostiniani e dal loro tipo di vita. La Regola di S. Agostino che essi seguivano li faceva distinguere nel desiderio di ricercare Dio sforzandosi di trovarlo nella comunione tra i fratelli, pregando insieme, studiando la scrittura insieme, lavorando l'orto insieme, crescendo insieme nella santità. Diceva la Regola di S. Agostino: State uniti sotto lo stesso tetto per conoscere Dio avendo tra voi una perfetta unità. Di fronte a questa forte testimonianza evangelica Pietro si sentì desideroso di abbandonare la sua attività civile per entrare a far parte di quel gruppetto di religiosi tutti protesi nella ricerca della Verità e della Santità. Ci fu chi tentò di distoglierlo da questo progetto, ritenendolo una fantasia passeggera e poco redditizia, ma Pietro fu irremovibile. Divenne frate agostiniano e in seguito sacerdote. La sua precedente attività, la cultura acquisita, la profonda umiltà e l'amore verso la regola lo fecero subito distinguere nel nuovo Ordine agostiniano sorto nel 1256.

Fra Pietro da Gubbio fu immediatamente chiamato a posti di responsabilità e inviato, a nome del Priore Generale, a visitare i nuovi conventi della regione francese. L'agiografia tradizionale afferma che compì questa visita con umiltà, a piedi scalzi, ridestando in ogni comunità l'amore alla regola e alla Chiesa. Era famoso come predicatore, tanto che ricondusse a Dio molti peccatori. Ebbe in altissimo grado il dono della contemplazione e della preghiera che prolungava durante la notte impegnato com'era in tanti uffici durante il giorno. Ormai anziano ritornò nella sua comunità di Gubbio dove la morte lo colse verso la fine del XIII secolo. Sepolto nella tomba dei frati, dietro l'altare maggiore della sua chiesa di S. Agostino, si racconta che una notte, mentre i frati erano in preghiera per l'officiatura notturna, intonato il Te Deum laudamus una voce dolcissima rispose Te Dominum confitemus. Pieni di stupore, la tomba fu aperta e i frati trovarono il corpo di fra Pietro in ginocchio, con gli occhi rivolti all'altare. A voce di popolo fu proclamato beato e il suo corpo deposto sotto un altare della chiesa. Fiorirono i miracoli e i prodigi su quella tomba tanto che la Chiesa riconobbe ufficialmente le virtù di fra Pietro proclamandolo beato. Oggi le reliquie del Beato Pietro da Gubbio si conservano in un'urna seicentesca sopra l'altare della Madonna del Soccorso, nella chiesa degli Agostiniani di Gubbio e la sua festa è celebrata con solennità il 29 ottobre.

L'antico ornamento ligneo della cappella è così descritto nell'inventario del 1731 circa: " (...) a Canto (...) vi è l'altare di S. Tomaso da Villa Nova, che è del detto Convento, con la statua di detto Santo dipinta, e dorata col suo ornamento di legno due Colonne parimenti dipinte, e dorate con un Urna sotto detta Statua, ove riposa il Corpo del B. Pietro di detto ordine Agostiniano da Gubbio, parimente dipinta, et alquanto dorata (...) E sopra la detta urna vi è il Quadro (...) del detto Beato Pietro con sua bandinella di seta, che lo ricuopre (...)". Pochi anni dopo (1736) si ricorda che sotto "la Statua di S. Tomasso è collocata l'Urna, in cui sta racchiuso il corpo del Ven. Servo di Dio Beato Pietro da Gubbio, la quale Urna è di legno colorito al di fuori a guisa di Marmo vero con strisce di color bianco, et è detta Urna di lunghezza cinque piedi, e mezzo in circa, e di altezza tre piedi meno due Oncie in circa, principiando dalla Base sino alla Cimara con tutto il suo colmale, con esser ancora in alcune parti dorata, sta ad essa appoggiato un quadretto di color giallo con l'antica immagine del detto Servo di Dio Beato Pietro coperta con la sua tendina di tela verde nuova".

I Padri Agostiniani di Gubbio, nello spirito di S. Agostino e del Beato Pietro, hanno aperto il loro convento a tutti coloro che sentono dentro di sé l'attrazione alla vita religiosa e desiderano farne un'esperienza viva.

 

Ambrogio Massari da Cori lo colloca nella sua Chronica sacratissimi Ordinis fratrum heremitarum S. Augustini (f. 113v) dopo Antonio da Firenze.