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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Agiografia > Beati agostiniani > Marchesini LuziBEAti dell'Ordine Agostiniano: MARCHESINA LUZI
Agostino in un quadro di Francia
Beata MARCHESINA LUZI da VISSO
fine Quattrocento - 1510
Fu una Terziaria agostiniana nata a S. Severino nelle Marche verso la fine del Quattrocento da Silvestro Luzi, capostipite di una illustre e nobile famiglia locale. Da bambina Marchesina viveva con il fratello Mariotto assieme al padre Silvestro e allo zio Don Bernardino, che era rettore della chiesa abbaziale di San Lorenzo. Marchesina ebbe una adolescenza virtuosa e dedita alle opere di carità e alla preghiera. Sin dalla prima gioventù manifestò un grande desiderio di entrare in convento ma, per non abbandonare il padre, decise di scegliere di iscriversi al terzo ordine di Sant'Agostino. Si trattava di una forma di vita religiosa abbastanza diffusa in quel secolo che aveva anche un proprio abito.
Marchesina, già monaca, manifestava una grande preoccupazione per la vita dissoluta che conduceva il fratello Mariotto. Costui coltivava illecite relazioni e aveva persino messo gli occhi sulla sorella. Nel 1510 Mariotto comunicò al padre di volersi recare a Visso e gli chiese il permesso di portare con sé Marchesina. Durante il tragitto Mariotto cercò di abusare della sorella. Lei si oppose con forza alle avances oscene del fratello. Irritato per il rifiuto, Mariotto la strangolò e ne abbandonò il corpo in una grotta. I racconti tramandati su di lei dopo la sua morte ricordano che certamente sarebbe passato molto tempo prima che il popolo potesse venire a conoscenza del misfatto, se la stessa Marchesina non fosse apparsa per tre notti di seguito in sogno ad un frate agostiniano. Nel sogno ella gli indicò il luogo e il motivo della sua morte. Su consiglio del suo padre superiore, il frate decise di verificare il sogno e si recò presso le Grotte di S. Eustachio, dove effettivamente trovò il cadavere della monaca. Il suo corpo era ben conservato, nonostante fossero passati già tre giorni. Le spoglie furono traslate nella chiesa di Sant'Agostino ed ancora oggi riposano lì, nell'altare dedicato a San Valentino.