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Conventi agostiniani in Messico: Molango

La chiesa del convento di santa Maria a Molango de Escamilla

La chiesa del convento di santa Maria a Molango de Escamilla

 

 

IL CONVENTO DI SANTA MARIA A MOLANGO DE ESCAMILLA

 

 

 

Immerso in un paesaggio verde in alta montagna entro la Laguna de Azteca, questo monastero risale all'anno 1538.

Il convento di Santa Maria Molango che serviva 19 comuni è stato attivo fino al 1751 quando venne secolarizzato. Il complesso è costruito su una piccola altura.

La decorazione della facciata presenta un arco decorato con foglie, fiori e perle elisabettiani. Il soffitto dell'arco e le facce interne dei montanti presentano figure di angeli. Lo stile esecutivo è di basso livello e indica l'utilizzo di manodopera indigena locale. Sulla porta si conserva un piccolo rosone che consente una buona illuminazione del coro.

L'edificio riassume nella sua struttura tutte le influenze stilistiche europee: romantico, gotico, rinascimentale, che, insieme con il particolare timbro indigeno, conferisce al complesso una propria originalità. L'interno della chiesa è spoglio perché tutte le sue pale d'altare sono andate perse.

La tribuna da cui il religioso parlava ai fedeli senza dover scendere in chiesa comunicava direttamente con il chiostro superiore.

L'interno della chiesa presenta un soffitto in legno recentemente restaurato. Il chiostro del convento è molto malandato, ma le colonne che rimangono ancora mostrano tutta l'eleganza e la sobrietà che contraddistingueva questo spazio del convento. La conversione dei gruppi indigeni di Sierra Alta fu un processo lento e costrinse molti religiosi, i cui nomi sono stati dimenticati, a un faticoso lavoro che ha contribuito e realizzare la grande impresa coloniale spagnola. Gli indigeni lentamente si adattarono a guardare i monaci agostiniani che camminavano su e giù dalle montagne nelle valli intenti ad evangelizzare e ad aiutare la popolazione locale.

L'origine di questa costruzione ha contorni leggendari narrati da alcuni scrittori spagnoli. È stato infatti il primo convento eretto dall'ordine agostiniano in montagna e venne costruito sopra l'area di un tempio preispanico dal frate Antonio de Roa, che lo fondò nel 1546. Sia Juan de Grijalva che i biografi di Roa narrano la distruzione del dio Mola tra le sue più grandi imprese. La statua del dio, portata da Metztitlan, era da sempre invocata a protezione delle altre divinità montane. Roa quando arrivò sul posto si portò davanti alla statua accompagnato da un gruppo di indiani convertiti e lo sfidò alla presenza di sacerdoti indigeni e di un gran numero di spettatori.

Secondo Grijalva, alla domanda circa la sua vera identità, l'idolo rispose di essere "il più vile e miserabile di tutte le creature".

Il chiostro del convento di santa Maria a Molango de Escamilla

Il chiostro del convento di santa Maria a Molango de Escamilla

Quando Roa gli chiese  dove erano finiti gli antenati degli indigeni che erano presenti alla scena, Mola rispose: "Stanno tutti bruciando all'inferno". Poi il frate pronunciò un sermone che provocò la rabbia degli indigeni, che rovesciarono l'idolo che si spezzò quando rotolò dalla cima del Teocalli. Da questa prova della supremazia cristiana, sarebbe poi sorta la prima chiesa di Molango. A Molango nella seconda metà del Cinquecento c'erano quattro religiosi: tre di loro erano sacerdoti e un fratello era laico; Il priore era Pedro de Agurto, teologo, predicatore e confessore degli spagnoli e parlava la lingua messicana.