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CONVENTI agostinianI: San Bartolomeo in Galdo

Il paese di San Bartolomeo in Galdo

Il paese di San Bartolomeo in Galdo

 

 

CONVENTO AGOSTINIANO DI SAN BARTOLOMEO IN GALDO

 

 

 

L'attuale comune di San Bartolomeo in Galdo in provincia di Benevento, fu fondato nel 1327 per decisione del monastero di Sancta Maria de Gualdo in Mazzocca. In quei tempi, l'abate fra Nicola da Ferrazzano inviò a Roberto d'Angiò, re di Napoli, una supplica nella quale auspicava e chiedeva l'autorizzazione di poter ripopolare un vasto territorio privo di abitanti (habitatoribus total iter derelictum) denominato Sancti Bartholomei. Quest'area era posseduta in proprietà libera e situata a poca distanza dal monastero. Il re accolse tale supplica ed acconsentì, con un diploma, alla costruzione del nuovo feudo.

Nel 1506 l'abate Carafa, temendo che il luogo potesse diventare del tutto inabitabile, concesse la chiesa e il monastero di Mazzocca ai Canonici Regolari della Congregazione del Santo Salvatore dell'ordine di Sant'Agostino, perché vi istituissero un loro priorato.

Nel giro di cinque anni, dal 1506 a 1513, in varie riprese concesse al nuovo priorato tutti i beni sparsi posseduti dal monastero del Gualdo (Verticchio, Mazzocca, Porcara ecc), conservando per sé due soli feudi: San Bartolomeo in Galdo (con i territori di Ripa, Sant'Angelo in Vico, Castelmagno) e Foiano.

In tal modo ebbe fine la gloriosa badia di Santa Maria del Gualdo in Mazzocca ed ebbe inizio la vita del nuovo priorato a Mazzocca e, contemporaneamente, anche quella della nuova badia di San Bartolomeo in Galdo.

"Abbatia Sancti Bartholomei": dal 1506 questa è la nuova titolazione in luogo della Badia di Sancta Maria de Gualdo in Mazzocca, dopo la cessione di buona parte dei beni ai Canonici Regolari del S. Salvatore dell'Ordine di S. Agostino, compresa la chiesa e il monastero di Mazzocca, in modo da creare un loro priorato che continuerà, però, a chiamarsi monastero di Santa Maria o di San Giovanni in Gualdo. Questa doppia titolazione creò una grande confusione, tale che spesso, negli stessi documenti ufficiali, gli abati commendatari successivi saranno indicati ancora quali titolari della badia in origine e non della badia di San Bartolomeo in Galdo; così anche nei documenti relativi all'amministrazione della giustizia criminale.

Alfonso Carafa nell'anno 1513 compare come primo abate commendatario della nuova badia di San Bartolomeo in Galdo (Abbatia Sancti Bartholomei) che comprendeva due soli feudi: San Bartolomeo in Galdo e Foiano di Valfortore. Rimase in carica fino al 17 giugno 1534, giorno della sua morte.

Con la morte dell'ultimo abate Oliviero Carafa avvenuta nel 1598 (fonte Atti del notar Giandomenico Albanese del 1598, f. 44: "monasterio sancte Marie in Mazzocca alias de Galdo, ordinis S. Benedicti Beneventane Diocesis vacante per obitum quondam Oliverij Carafe ... "), ebbe termine la dinastia dei "Carafa della Stadera" (conti di Montorio, Cerreto e Airola, marchesi di Montenero, duchi di Castelnuovo, marchesi di San Lucido e di Jelsi, duchi di Ariano e duchi di Cercemaggiore), durata oltre un secolo.

Prese il suo posto, con lettere apostoliche dello stesso papa Clemente VIII, il cardinale Pompeo Arrigoni di S. Balbina, futuro arcivescovo di Benevento.

il 29 maggio 1615 il cardinale Arrigoni, che precedentemente aveva fatto venire in Benevento i padri della Compagnia di Gesù, cedette tutto a beneficio del Collegio da essi istituito in Benevento. Pertanto, di fatto, da tale data tutto passò ai Padri Gesuiti del Venerabile Collegio del Gesù Nuovo di Benevento.