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Resti del complesso agostiniano di Verucchio
CONVENTO AGOSTINIANO DI VERUCCHIO
Uscendo dalla Rocca e scendendo per la via S. Andrea, si raggiunge la strada che, percorsa per un breve tratto, conduce alla chiesa di S. Agostino. Risalente al XIV secolo, ha subito numerose trasformazioni; di quella barocca restano i segni più evidenti (stucchi e dipinti del seicento-settecento). Qui nell'antichità furono custodite le ossa del Beato Gregorio (1225-1343), uno dei quattro beati nativi di Verucchio, beatificato dal Papa santarcangiolese Ganganelli (1769), molti secoli più tardi rispetto all'antichità del culto documentato sin dal 1387.
L'antico monastero dei Padri Agostiniani fondato nel XIII secolo, è stato ampliato nel 1646 e restaurato nel 1980. Le vicende napoleoniche hanno portato alla soppressione, sul finire del XVIII secolo, di tutti i conventi della Romagna; nessuno dei numerosi monasteri del territorio riminese è stato ricostruito in epoca di restaurazione, anche perché gli edifici monastici erano già stati rapidamente demoliti o radicalmente trasformati, e le loro suppellettili vendute o distrutte. Tra questi vanno annoverati anche gli Agostiniani, che avevano in città una grande chiesa, accanto alla quale stavano ricostruendo un imponente convento proprio negli anni in cui l'armata napoleonica invadeva le legazioni; degli Agostiniani tuttavia si sono salvati il monastero e la chiesa che, a Verucchio, si trovano in una splendida posizione panoramica, al limite del roccione su cui sorge il paese. Il convento, recentemente restaurato, è ora di proprietà comunale, ed ospita il Museo archeologico villanoviano che si integra perfettamente con il prezioso contenitore architettonico.