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COnventi agostiniani: Sacile

Chiesa parrocchiale a Sacile

Chiesa a Sacile

 

 

 

 

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO DI SACILE

 

 

 

I Padri Eremitani dell'Ordine di sant'Agostino nel 1443 presero possesso del monastero e della chiesa di santa Maria degli Angeli che era appartenuto alle Umiliate. Questo insediamento agostiniano venne abbandonato nel 1772-1773 e a causa di un violento incendio nel 1800 venne distrutta anche la chiesa.

Il convento fu trasformato in ospedale nel 1876 con lo scopo di sostituire il vecchio nosocomio che sorgeva presso San Gregorio (Cfr. F. METZ, In memoria del convento sacilese di S. Maria degli Angeli, in Sacile. Storia, ambiente, uomini, Sacile 1983, 73-100).

Quando a Sacile venne proposto di fondare un convento dei cappuccini furono i confinanti Padri Agostiniani di Santa Maria degli Angeli ad opporsi, al punto che nel marzo 1612 il Consiglio di Sacile, presente il podestà Paolo Zane, riconobbe loro «il semplice ius di riscuotere lire dodeci et soldi dieci de livello ne poter pretendere altro».

A loro volta, negli ultimi decenni del Seicento, proprio i Cappuccini di Sacile contrastarono l'insediamento di altri ordini religiosi nella cittadina, motivando la loro preoccupazione con la presenza di appena «mille anime, un convento di padri agostiniani ch'hanno da vivere d'entrata, e due conventi mendicanti».

Nel 1686 insieme agli Agostiniani si opposero alla deliberazione del Consiglio cittadino di erigere un convento di Domenicani Riformati, tanto da venire dirottati a Pordenone.

Nel caso dei Cappuccini i padri Agostiniani sostenevano che il terreno, che la Comunità aveva acquistato per concederlo ai Cappuccini, era in realtà di proprietà del convento di Santa Maria degli Angeli. Inoltre sostennero che l'insediamento cappuccino sarebbe sorto troppo vicino al loro convento, rispetto a quanto prescrivevano le costituzioni pontifice.

Un mese prima che la causa tra i Padri Agostiniani e la Magnifica Comunità di Sacile si concludesse con il riconoscimento del livello che gravava sui beni acquistati, Padre Fabrizio guardiano del convento di San Rocco e un confratello si erano presentati al cospetto del Cancelliere dichiarando «che essi mai hanno posto impedimento alcuno che gli R. di Padri Cappuccini non possino fabricare il loro Monasterio et Chiesa nel luogo dove è designato ne meno intendono opporsi a ciò in conto alcuno» (ASPn, Congregazioni Religiose Soppresse, b. 13, fasc. 74, c. 56r).