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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Italia > CerveteriCONVENTI agostinianI: Cerveteri
Immacolata con i ss. Giovanni da S. Facondo,
Nicola da Tolentino e Chiara da Montefalco: tela di anonimo
nella chiesa di San Michele Arcangelo a Cerveteri
CONVENTO S. ANGELO SUB RIPA A CERVETERI
Donata dagli imperatori carolingi e poi sassoni al Patrimonium Petri, la colonia agricola di Caere attraversò nel corso dell'Alto Medio Evo un inesorabile processo di decadimento. Fu presumibilmente l'incubo delle feroci scorrerie dei predoni tirrenici e continentali a determinare anche nella bassa Etruria quello spostamento delle popolazioni nell'entroterra denominato incastellamento, che consentirà, a partire dal 920 ca. una progressiva lievitazione demografica ed economica.
L'innalzamento della temperatura nell'Europa continentale fra 800 e 1150 provocò l'innalzamento del livello delle acque marine con conseguente inquinamento salino delle falde freatiche. In questo panorama di precarietà e desolazione si sviluppò l'opera di san Benedetto da Norcia.
Posto in cima ad un leggero declivio, all'incirca presso l'odierno Fosso della Mola, l'insediamento dei monaci benedettini di Sanctus Angelus sub Ripa va fatto risalire al periodo precedente la protezione accordata dal pontefice Leone IV (847-855) alla comunità religiosa. Il cenobio fu poi accorpato da Alessandro IV nel 1256 al monastero cistercense di San Pancrazio sul colle Gianicolo.
Nel 1295 vi si stabilirono i Frati della Provincia Romana dell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino, che vi rimasero per quasi sei secoli. Venne affidato alla loro cura anche il complesso conventuale di santa Maria dei Canneti, posto più a valle in una zona malsana, dove prese forma l'eroico apostolato degli Agostiniani fra quanti si raccomandavano alla intercessione della Vergine per scampare alla malaria. A partire dal 1685 la Comunità religiosa cominciò ad avere preoccupanti condizioni economiche e questo declino culminò, dopo l'unificazione italiana del 1870, con l'abbandono del primitivo convento.
Forse già prima del 1542 i frati avevano fondato una nuova chiesa con attiguo chiostro, dedicandolo a San Michele Arcangelo.