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CONVENTI agostinianI: Genova

Chiostro triangolare del monastero di Sant'Agostino a Genova

Chiostro triangolare del monastero di Sant'Agostino a Genova

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO DI GENOVA

 

 

 

Attualmente tutto il complesso agostiniano del convento è stato ristrutturato ed oggi è sede del Museo Sant'Agostino, realizzato su progetto di Franco Albini, Franca Helg e Ida Maria Botto. Oltre al Museo, gli edifici comprendono la chiesa duecentesca trasformata in auditorium, la sala conferenze, ambienti per mostre temporanee e per l'attività didattica e l'originale chiostro triangolare. La bellissima chiesetta gotica di sant'Agostino fu realizzata nel 1260 dagli agostiniani, che la dedicarono a santa Tecla. Nel Museo sono raccolte le testimonianze di monumenti e zone della città ormai scomparse: la serie dei capitelli del X secolo provenienti dalla chiesa di San Tommaso, i leoni stilofori del XII secolo, opera di maestri campionesi, gli straordinari resti del Monumento funebre di Margherita di Brabante, moglie dell'Imperatore Arrigo VII - un vero capolavoro della scultura gotica - e la statua giacente del primo Doge di Genova, Simon Boccanegra. Entrambi i monumenti provengono dalla distrutta chiesa di San Francesco di Castelletto. Una serie di frammenti marmorei ricorda monumentali tombe smembrate, decorazioni di case e palazzi, che si inserivano nel tessuto urbano dell'antica Genova. In origine la chiesa dedicata a S. Agostino fu aperta al culto probabilmente poco prima del 1260.

Il fascino di piazza sant'Agostino è rimasto intatto nel tempo soprattutto per la bellezza della singolarissima guglia, vivacemente policroma interamente rivestita di maioliche colorate. E' su questa piazza che si affaccia la chiesa gotica di sant'Agostino, dove nel 1339 fu eletto il primo Doge di Genova, Simon Boccanegra. Al complesso di sant'Agostino appartiene anche un piccolo chiostrino. Silenzioso, verde e ... triangolare. Una forma piuttosto originale. Il Convento di sant'Agostino fu costruito a più riprese: la sua forma è mutata così come il suo chiostro che dal medioevale aspetto triangolare è passato al settecentesco aspetto quadrangolare. Oggi presenta una struttura moderna in cemento e acciaio, che ricalca uno stile compositivo settecentesco. Ospita il Museo di Scultura e Architettura Ligure inaugurato nel 1984. Scendendo da Via San Donato si giunge in Piazza Negri: nel 1702 in questa zona venne aperto il Teatro sant'Agostino, oggi Teatro della Tosse.

Il complesso conventuale agostiniano, le cui origini risalgono al XIII secolo, comprende anche la chiesa gotica - l'unica delle grandi chiese duecentesche genovesi integralmente conservata - nella quale si ammirano anche importanti affreschi medievali (di Barnaba da Modena e di Nicolò da Voltri) e seicenteschi.

 

 

Note storiche

L'eremo di S. Tecla esisteva già agli inizi del Duecento e nel 1243 aderì alla Piccola Unione degli agostiniani. Al Capitolo Generale dei Toscani il 3 maggio 1250 che si svolse a S. Salvatore in Cavina di Vico Pisano partecipò anche Placido "presbitero priore dell'eremo di Genova". Il primitivo insediamento venne demolito per ampliare la cinta di fortificazioni della città per cui gli eremitani stabilirono sul colle di Sarzano entro la cinta muraria. Probabilmente questo episodio avvenne dopo il 1250 quando gli agostiniani si trasferirono dagli eremi in conventi in città. Così nel 1260 viene avviata la costruzione della nuova chiesa di S. Tecla che viene officiata nel 1270. Da quest'anno i Capitani del Popolo porteranno alla chiesa un omaggio di cera e un pallio per ricordare solennemente l'unità cittadina.

Nel 1308 si svolse in S. Tecla il Capitolo Generale dell'Ordine. Ed è nel 1447 che alla chiesa viene attribuito il titolo di S. Agostino in sostituzione del precedente. Nel 1282 viene eretta la torre campanaria sormontata da una cuspide e quattro guglie laterali.

il convento comprende due chiostri: uno triangolare e uno a forma quadrata della fine Cinquecento. Nel 1789 chiesa e convento vennero chiusi e destinati ad uso profano. Attualmente il convento è sede museale, mentre la chiesa è stata trasformata in Auditorium.

 

 

 

CONVENTO E CHIESA DI SANT'AGOSTINO

di Andrea Leonardi

Il convento è situato sulla collina di Castello, il più antico nucleo urbano della città di Genova, strategicamente proiettato sul mare e sulla piccola valle di Rivotorbido, l'odierna via Madre di Dio, non lontano dall'area di Ponticello, occupata da Palazzo Ducale, e dalla collina di Carignano, collegata tramite l'ardito ponte costruito tra il primo e il secondo decennio del Settecento. Sul lato lungo della piazza di Sarzano, rimasta sostanzialmente inalterata, affacciano il monastero e una porzione dell'abside della chiesa di Sant'Agostino. La tradizione fissa l'insediamento degli Eremitani Calzati della Regola di Sant'Agostino al 1256, in simbolica coincidenza con la riforma della regola perfezionata da Alessandro IV. La chiesa a tre navate, in origine dedicata a Santa Tecla, è iniziata nel 1260 e ultimata nel 1270; Sant'Agostino si è ben presto identificata con le corporazioni operaie e artigiane: i tessitori, i tintori, i filatori di seta, gli spadai, i bottai, i coltellieri e tanti altri hanno innalzato qui le loro cappelle. La facciata a quattro spioventi, con le caratteristiche fasce bianche e nere, è stata realizzata nel 1289, il portale ogivale strombato è invece del 1390. Il nome del probabile costruttore, il Magister de Antelamo Pietro Bono, è riportato su una formella funeraria incassata nel campanile innalzato verso il 1282, quasi certamente la data cui riferire anche l'attiguo chiostro triangolare del convento stretto tra l'area della piazza e il vano della chiesa. Più tardo il chiostro quadrato, edificato sull'area dell'orto-giardino nella prima metà del Seicento, dunque molto tempo dopo la data abitualmente fissata dalle fonti al 1555. Il monastero è stato danneggiato diverse volte: devastante l'incendio del 1670, tanto da rendere necessaria la sua completa ricostruzione tra Sei e Settecento, così come i bombardamenti della seconda guerra mondiale, definitivamente sanati solo negli anni Sessanta del Novecento con la progettazione del nuovo polo museale affidata a Franco Albini e Franca Helg che ha segnato in modo continuativo il destino del complesso, già avviato alla funzione espositiva alla fine dell'Ottocento.

L'elemento più significativo è senza dubbio rappresentato dalla qualità degli spazi che compongono il complesso agostiniano di Sarzano, arricchiti negli anni con le raccolte dei materiali archeologici e scultorei del Comune di Genova. Suggestivo il binomio chiesa-chiostro triangolare, rielaborato da Alfredo D'Andrade, pur nei limiti dei principi dell'epoca, tra il 1881 e il 1883: la chiesa, ricondotta alla primitiva forma duecentesca, ha subito in seguito alle soppressioni napoleoniche la spogliazione di tutti gli altari, delle opere d'arte, delle lapidi e addirittura del pavimento. Sopravvivono quali uniche prove di un prezioso passato gli inserti di maiolica policroma in corrispondenza delle bifore, delle trifore e della copertura a cuspide del campanile, nonché la lunetta affrescata del portale d'ingresso con un Sant'Agostino di G.B. Merano; proprio a proposito dello sfortunato destino che ha toccato l'edificio, Federico Alizeri scrive di un tempio “venerando all'aspetto, e sdegnoso per severa e maestosa bellezza” segnato “dell'ingrato abbandono e della squallidezza” (Guida illustrativa per la città di Genova, 1846-'47, p. 48). Il chiostro, vero e proprio unicum nel panorama dell'edilizia conventuale genovese, è sostenuto da colonne a rocchi alterni di pietra nera e di marmo con capitelli cubici, in stretta analogia con l'interno della chiesa a riprova di tempi piuttosto ravvicinati nella loro edificazione. Verso la piazza, la sacrestia settecentesca e un vano voltato. Ancora, a Sud, il chiostro quadrato, in origine dotato al pianterreno di un loggiato, percorso da colonne di marmo con archi a pieno centro, sovrastato da un secondo livello di arcate chiuse in un momento più tardo.