Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Italia > Genova

Conventi agostiniani: Genova

Chiesa di Nostra Signora della Consolazione a Genova

Chiesa di Nostra Signora della Consolazione a Genova

 

 

CONVENTO E CHIESA DI NOSTRA SIGNORA DELLA CONSOLAZIONE E SAN VINCENZO A GENOVA

di Andrea Leonardi

 

 

 

Il convento agostiniano e l'annessa chiesa della Consolazione sono situati nell'area dell'antico borgo agricolo di San Vincenzo esteso dalla collina di Carignano sino alla sponda destra del torrente Bisagno: la zona, fuori dalla cinquecentesca Porta dell'Arco e sede di ortolani già nel Seicento, era attraversata dalla continuazione di via Giulia. Con il tracciamento della monumentale Via XX Settembre (1896-1902) il complesso, costruito sul tratto di strada che prende nome dal distrutto Convento di Santa Maria della Pace, è rimasto leggermente affossato in rapporto alla quota del nuovo piano stradale rendendo necessario, lungo la facciata della chiesa, l'accorgimento di una scalinata che collega ancora i due livelli.

Il convento e la chiesa devono la loro fondazione nell'ultimo quarto del Seicento quale risarcimento a favore dei Padri Agostiniani ‘sfrattati' nel 1681 dalla quattrocentesca sede di Artoria, ubicata sulle pendici dello Zerbino, demolita perché troppo vicina alla cerchia difensiva del 1632. Nel 1682, gli Agostiniani si stabiliscono in un palazzo messo a disposizione da Francesco Pinelli, acquistato in via definitiva tra il 1683 e il 1684 insieme a una vasta area circostante sulla quale monsignor Giulio Vincenzo Gentile pone la prima pietra del nuovo tempio - intitolato a Nostra Signora della Consolazione - nel 1684. La chiesa a tre navate, aperta al culto nel 1693, vanta patrocini di famiglie genovesi importanti come i Durazzo, i Della Torre, i Canevari e i Lercari-Castiglione; nel 1769, Simone Cantone realizza la cupola e, nel 1864, Carlo Biale la facciata, elaborata partendo dai modelli genovesi raccolti da Pietro Paolo Rubens nel 1622. Resta ignoto l'artefice del progetto seicentesco della chiesa, per il quale sono stati spesi i nomi di Pier Francesco Cantone e di Giovanni Battista Grigo o in alternativa di Pietro Antonio Corradi.

I lavori per l'erezione del convento vero e proprio iniziano invece nel 1699 e sono portati a termine nel 1708, quando i Padri prendono possesso dei nuovi spazi celebrati dalla letteratura odeporica per la loro qualità: “così lungo, così spazioso in larghezza così arioso e ben illuminato che (...) il corridoio principale non ha pari in Italia nel complesso delle sue tre dimensioni" (Descrizione di Genova e del Genovesato, Genova 1846, p. 179). Tuttavia, nel 1847, lo storiografo Federico Alizeri (Guida artistica per la città di Genova, 1846-'47) non mancherà di criticare il risultato ottenuto giudicandolo manchevole rispetto all'originario progetto impostato sul grande chiostro, “quasi un membro isolato dal corpo”, ospitante dal 1899 il Mercato Orientale. Il nucleo principale del convento ospita nel Refettorio una importante quadreria dove spiccano la Madonna con i Santi Agostino, Rocco e Sebastiano di Antonio da Como, una Deposizione di Antonio Semino, un'Ultima Cena di Luca Cambiaso e un San Rocco in adorazione della Madonna di Domenico Bocciardo. A questi, lungo le pareti dell'anticamera del refettorio, si affiancano i busti degli Agostiniani benemeriti di Bernardo Schiaffino. Più composito, l'interno della chiesa percorso da un'abbondante decorazione prevalentemente ottocentesca che fa da sfondo a opere significative per la devozione agostiniana come la statua lignea di San Nicola da Tolentino di Agostino Storace, la grande macchina d'altare di Paolo Gerolamo Piola con la Madonna e i Santi Agostino e Monica, la statua di Sant'Agostino di Pasquale Bocciardo e, nella sagrestia, gli affreschi con la Gloria di Sant'Agostino di Gio Battista Merano.

A questi preziosi oggetti se ne affiancano altri provenienti dalla precedente fondazione, tra i quali risultano di particolare interesse il grande Crocifisso del Maestro di Santa Maria di Castello e la Deposizione di Perin del Vaga ora ubicata sul lato destro del presbiterio.