Contenuto
Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Italia > S. Margherita LigureConventi agostiniani: S. Margherita Ligure
Area di diffusione degli agostiniani Battistini
CONVENTO AGOSTINIANO A S. MARGHERITA LIGURE
Il convento agostiniano in Santa Margherita Ligure "giace ad ostro di Rapallo in un seno amenissimo, largo milleduecento metri ..." (Goffredo Casalis, Dizionario storico statistico e commerciale degli Stati di Sua Maestà il re di Sardegna, Torino 1849) e costituisce uno degli ultimi monasteri fondato dai Battistini o Congregazione dei genovesi. Diffusi specialmente in Liguria, i battistini furono fondati dal Beato Gian Battista Poggi e avevano conventi nei territori liguri della Provincia Lombarda e in quella degli Osservanti di Lombardia.
La fondazione del convento si deve a Nicolò Quacquero figlio di Bartolomeo, un mercante di Santa Margherita Ligure. A questo scopo aveva acquistato un podere in località Poggio per la somma di 725 lire genovesi, che venne donato al monastero agostiniano di Rapallo, affinché vi venisse eretta una chiesa e un monastero di sant'Agostino. Nicolò Quacquero contribuì per la loro costruzione con altre 2000 lire genovesi riservandosi lo jus patronati del coro per sé e i suoi discendenti. Dispose inoltre che l'ancona dell'altare maggiore della chiesa effigiasse l'annunciazione di Maria Vergine insieme con i santi Agostino, Nicola da Tolentino e Vincenzo martire.
L'offerta fu accolta da frate Antonio Maria da Camporosso, priore del convento agostiniano di Rapallo, anche a nome del priore Paolo Cassola Vicario Generale della Congregazione Battistina. Fra i mecenati della costruzione della chiesa va sicuramente ricordato anche il notaio che redasse gli atti, un certo Vincenzo Ottovegio: probabilmente non è un caso che nella pala dell'altare maggiore sia stato raffigurato san Vincenzo.
Nel 1650 la situazione del convento è abbastanza critica, dato che la comunità religiosa è ridotta a soli due frati. L'insediamento viene pertanto citato nell'elenco dei conventi da sopprimere ordinato da Innocenzo X nel 1652-1653. Ma il ben volere dei fedeli fece sì che le autorità religiose intervenissero per consentire il permanere del convento. Il cardinale di Genova Stefano Durazzo ottenne da papa Alessandro VII la concessione della riapertura della comunità agostiniana con quattro religiosi.
Il convento, di modeste dimensioni, non aveva un chiostro, bensì un forma a L "con una splendida apertura verso il mare, fra orti."
Con l'arrivo dei francesi, la comunità agostiniana fu cacciata e nel 1798, in esecuzione alla legge del 4 ottobre, fu soppresso assieme alle altre corporazioni religiose.
Nel 1835 sul posto venne avviata la costruzione di un ospedale che fu inaugurato nel 1841 là dove "si eleva sopra un ameno poggio alla parte orientale del borgo, colà appunto dive sorgeva la chiesa degli eremitani d Sant'Agostino. Discosto alquanto dall'abitato com'è e l'aria spirandovi purissima, riesce a luogo opportunissimo per ricettare gli infermi."
Il complesso purtroppo è oggi ancora a rischio per l'abbandono in cui è caduto dopo la chiusura dell'ospedale.