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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Italia > OnegliaConventi agostiniani: Oneglia
Oneglia, Santa Maria degli Angeli. Piano regolatore
del locale e adiacenti appartamenti all'ex convento
degli Agostiniani, 16 giugno 1837
CONVENTO E CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI A ONEGLIA
di Andrea Leonardi
Il complesso sorgeva sul colle della Gallita, esterno alla cinta difensiva, vicino a un piccolo nucleo abitato, alto sulla città, in posizione panoramica con vista sul torrente Impero: la veduta di Oneglia tratta dal Theatrum Sabaudiae del 1682 mostra con chiarezza l'edificio compiuto e la sua collocazione privilegiata. Solo nei secoli seguenti, con l'accrescersi del borgo, la chiesa e il convento hanno raggiunto la contiguità con le mura cittadine nelle quali è stata aperta la Porta di Sant'Agostino. Stando alla particolareggiata Relazione sullo stato dei Conventi del 1650, la fondazione del complesso conventuale, parzialmente demolito nell'Ottocento, risalirebbe al 1496, mentre la chiesa sarebbe stata consacrata già nel 1511; inoltre, caso unico insieme a Ventimiglia e a Genova, il monastero avrebbe posseduto una biblioteca con numerosi manoscritti. Il giuspatronato dei Doria sulla chiesa agostiniana ha favorito l'ampliamento del perimetro originario dell'edificio che ospita il loro sepolcro nella cappella di Santa Croce; la struttura, assai ampia e suddivisa in tre navate, vantava nove altari compreso il maggiore: Santa Croce, Sant'Agostino, Santissima Annunziata, Santo Spirito, Santo Salvatore, Santo Stefano, Santa Maria Maddalena e Sant'Agnese; tra il 1680 e il 1685, viene rinnovato l'interno in forme barocche con l'intervento dell'architetto Gio Battista Oreggia. Le fonti iconografiche secentesche rappresentano il monastero come un'architettura abbastanza unitaria, con due ali disposte a “L” affiancate alla chiesa, il tutto unificato da un semplice portico quadrangolare a delineare l'ampio chiostro aperto sugli orti e i giardini predisposti “per l'attiva e contemplativa vita” (Sacro e vago giardinello, tomo III, f. 37). Nel 1792, in seguito ai danni subiti con i bombardamenti francesi sulla città, la struttura viene abbandonata; solo nel 1863 recupera in parte la sua funzionalità, ospitando un Ricovero di mendicità, ora trasformato in casa di riposo, che riprende una vecchia ipotesi d'impiego già valutata e poi tralasciata nel 1837 dall'Ordine Mauriziano.
Il legame con i Doria si manifesta soprattutto attraverso il monumento funebre: Imperiale Doria è il primo a esservi tumulato; le cronache locali riportano notizia di un sarcofago scavato in un unico blocco di marmo bianco recante scolpito il monogramma del suo nome. In facciata, preceduta da una piazza a risseau ornata con lo stemma dei Doria, il “maestoso e ben lavorato portale di nera pietra” (Sacro e vago giardinello, tomo III, f. 37) arricchito dai bassorilievi rappresentanti l'Assunta con Sant'Agostino, a destra, e San Nicola da Tolentino, a sinistra. Alcune tele di scuola onegliese del XVII-XVIII secolo, già nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, sono oggi conservate nell'oratorio di San Sebastiano.