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Conventi agostiniani: Savona

Il  campanile  rinascimentale  della  chiesa

Il campanile rinascimentale della chiesa

 

 

CONVENTO DI NOSTRA SIGNORA DELLA CONSOLAZIONE A SAVONA

DI Andrea Leonardi

 

 

A ponente del fiume Letimbro, all'altezza del ponte delle Pile, si incontra l'area, profondamente trasformata dall'urbanizzazione post-bellica, dove sorgeva il perduto convento dei padri Agostiniani, provenienti dalla sede provvisoria presso la chiesa di San Donato a Lavagnola. La Relazione sullo stato dei conventi del 1650 descrive bene la condizione originaria della zona, affacciata sulla piazza della Quarda: "resta detto convento tra due strade pubbliche circondato da vicinanze habitate per essere li horti, giardini e vigneti". La presenza della comunità agostiniana a Savona risale al 1370. 

La costruzione del complesso con l'annessa chiesa intitolata a Nostra Signora della Consolazione prende avvio nel 1487, quando i Padri acquistano il terreno e vi innalzano in meno di otto anni le principali strutture. La volontà di porre la facciata della chiesa in asse con il ponte sul Letimbro ha determinato una distribuzione piuttosto originale degli spazi conventuali quattrocenteschi: i due grandi chiostri sono così stati organizzati su livelli sfalsati per meglio seguire il declivio del promontorio di Monticello; il primo, si è conservato, sia pure con la chiusura del loggiato, mentre il secondo, mostra solamente due lati superstiti. Sempre la relazione del 1650 parla di una curiosa "loggia con due giardinetti" posta sopra uno dei chiostri.

  APPROFONDIMENTO

Con le soppressioni napoleoniche il convento è destinato a caserma, come risulta anche da una planimetria del 1813. Tra il 1642 e il 1644, la chiesa medievale ha invece subito una profonda trasformazione con l'intervento di Orazio Grassi; lo storico S. L. Astengo ricorda poi la sua riedificazione nel 1725 sul sito della precedente, la cui "struttura tosco antica" (Relazione sullo stato cit., 1650, c. 9) è tuttora testimoniata dalle forme medievaleggianti del campanile. Il luogo di culto, destinato nel 1827 a magazzino del sale, è ritornato agli Agostiniani nel 1828. Andato perduto il convento, rimane quale unica traccia della presenza agostiniana il volume della chiesa: alla fase quattrocentesca, appartengono, assieme al campanile, alcuni frammenti di affresco nel vano a destra dell'area presbiteriale, purtroppo non coincidenti con quelli eseguiti nel 1508 da Lorenzo Fasolo per la cappella Gustavino ora perduti.  Della fase Cinque-Seicentesca rimangono prova numerose tele e statue – in particolare una Madonna di Misericordia di scuola genovese – disposte sugli altari, compreso quello maggiore attribuito a Domenico Parodi.