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CONVENTI agostinianI: Cremona

Sant'Agostino allo scrittoio: lunetta nella navata della chiesa di sant'Agostino a Cremona

Sant'Agostino allo scrittoio: lunetta nella navata della chiesa di sant'Agostino a Cremona

 

 

IL CONVENTO DI SANT'AGOSTINO DI CREMONA IN UNA FONTE BERGAMASCA DEL SEICENTO

di Elisa Chittò

 

 

 

 

"L'anno 1449, essendo nato grandissimo scandalo nel convento di Sant'Agostino di Cremona, ove abitavano i padri conventuali fin dal 1261, per la morte violenta data al padre Agostino Cauzii da Cremona, priore del convento, et a due suoi nepoti. Commossa tutta la città, fu fatta istanza all'illustrissima Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, per la riforma del convento et essa, che molto amava i padri della Congregazione di Lombardia, scrisse al padre generale, che era allora padre Giuliano di Salem siciliano, lagnandosi del scandalo commesso et istanza perché il predetto convento farsi fosse riformato et posto sotto l'Osservanza di Lombardia ...".

Così padre Donato Calvi, [1], storico dell'ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, nella seconda metà del Seicento raccontava l'ingresso del convento di Sant'Agostino di Cremona, avvenuto il 1º novembre 1449 dopo l'efferato omicidio del priore, padre Agostino Cauzzi, da parte di due confratelli che non tolleravano il rigore morale del loro superiore, nella Congregazione dell'Osservanza di Lombardia, che aveva come fulcro propulsore e centro direzionale il convento di Sant'Agostino di Crema, grazie anche all'intervento di Bianca Maria Visconti, a quel tempo signora di Cremona insieme al marito Francesco Sforza. La fonte, edita in Appendice, già segnalata nell'articolo intitolato "Note per la storia del convento di Sant'Agostino di Cremona e i rapporti con l'Osservanza di Lombardia" e pubblicato nel numero della rivista "Insula Fulcheria" interamente dedicato all'Osservanza agostiniana della Lombardia [2], è contenuta in un registro cartaceo, conservato all'Archivio Storico Diocesano di Bergamo, intitolato "Serie dei conventi agostiniani. Manoscritto del padre Calvi Donato da Bergamo frate agostiniano" [3], che costituisce una sorta di repertorio dei conventi, sia maschili che femminili, aderenti alla Congregazione dell'Osservanza di Lombardia, fondata da padre Giovanni Rocco da Pavia nel 1439 a Crema [4].

Si ipotizza che il manoscritto costituisca parte del lavoro di ricerca condotto da frate Calvi per completare il volume "Memorie istoriche" [5] la cui prima parte fu pubblicata a Milano nel 1669 [6].

Il registro, autografo, è costituito complessivamente da 138 carte numerate, (mm. 160 x 410), è rilegato in cartone e reca sul dorso da mano seicentesca "Serie di conventi della Congregazione". Il repertorio è corredato da un indice, intitolato "Serie dei conventi", da una bibliografia con l'indicazione degli "Autori da quali sono cavate le susseguenti cose" e dalla trascrizione di una trentina di documenti di interesse agostiniano riconducibili agli anni 1438-1475, con l'indicazione degli archivi di provenienza, intitolata "Serie di trascrizioni di alcuni documenti ritenuti significativi", che è contenuta in un fascicolo allegato con carte numerate 1 - 22. Fra i documenti è trascritta anche la lettera dell'8 ottobre 1449 di padre Giuliano Falciglia da Salemi, priore generale degli Eremitani [7] padre Giorgio Laccioli da Cremona, vicario generale di Lombardia, con al quale lo incarica di ricondurre all'Osservanza il convento di Sant'Agostino di Cremona. Mentre fra le fonti bibliografiche che egli dichiara di aver consultato compaiono anche alcuni testi storiografici cremonesi, fra i quali gli "Annales" di Lodovico Cavitelli (1588), la "Historia ecclesiastica di Cremona" di Giuseppe Bresciani (sec. XVII), e il "Santuario di Cremona" di Pellegrino Merula (1627). In una nota vergata sull'ultima carta, l'autore dichiara inoltre il metodo di ricerca seguito per la compilazione delle "cronache" di ogni convento agostiniano: padre Calvi definisce, infatti, quindici punti chiave che chiariscono gli obiettivi che avrebbe voluto conseguire. Egli infatti per ciascun convento avrebbe voluto ricercare la data di fondazione, il motivo per il quale fu acquisito dalla Congregazione di Lombardia, la presenza di reliquie, di suppellettili sacre, di opere d'arte significative, di particolari forme di devozione a Maria Vergine e ai santi, di immagini miracolose, di confraternite religiose, di sepolcri appartenenti a personaggi importanti, di confratelli illustri, di privilegi di esenzione emanate da principi o papi, dell'elenco dei priori, oltre alla descrizione della chiesa e del convento e degli altari. La parte più consistente del registro contiene la descrizione di 81 conventi appartenenti all'Osservanza con relativo indice intitolato "Serie dei conventi", altre undici carte sono invece dedicate ai "Conventi di Monache dell'Osservanza", fra i quali è elencato anche quello di Santa Monica di Cremona [8].

La sezione del repertorio che riguarda il convento di Cremona reca il titolo "Chiesa et convento di Sant'Agostino di Cremona" e costituisce un ulteriore tassello per la ricostruzione delle vicende storiche della presenza agostiniana a Cremona, poiché oltre a fornire una descrizione del complesso conventuale [9], aggiunge anche alcune note storiche di cui padre Donato Calvi era venuto a conoscenza. Con ogni probabilità egli aveva infatti attinto alcune notizie relative al passaggio del convento cremonese all'Osservanza, avvenuto nella metà del Quattrocento, dagli scritti di due confratelli che fin dalle origini avevano ricoperto incarichi importanti all'interno della Congregazione di Lombardia: frate Benigno Peri da Genova e frate Agostino Cazzuli da Crema [10], le cui storie manoscritte – intitolate rispettivamente "Primordia Congregationis Lombardie Observantium fratrum Eremitarum Sancti Augustini" e "Origo Congregationis Lombardie" - sono ora conservate alla Biblioteca Civica "Angelo Mai" di Bergamo [11] ed erano probabilmente parte della ricca biblioteca del convento di Sant'Agostino della medesima città, dispersa dopo le grandi soppressioni napoleoniche [12].

Ed è probabilmente dalla narrazione di frate Agostino Cazzuli da Crema che padre Calvi venne a conoscenza dell'omicidio del priore Agostino Cauzzi, al seguito del quale il priore generale dell'ordine, frate Giuliano Falciglia da Salemi, ordinò a frate Giorgio Laccioli [13] all'epoca vicario generale della Congregazione di Lombardia, di trasferirsi dal convento eremitano di Santa Maria Incoronata di Milano, dove risiedeva, a Cremona per riformare il convento di Sant'Agostino e ricondurlo ad regularem observantiam. Padre Laccioli, mosso anche dalle preoccupazioni dei signori della città, raggiunse rapidamente la città di Cremona portando con sé numerosi confratelli provenienti dai monasteri lombardi che avevano aderito all'Osservanza, ed entrò solennemente nella chiesa di Sant'Agostino il giorno di Ognissanti insieme a frate Gabriele Attendolo, fratello di Francesco Sforza [14] nominando priore frate Quieto da Crema e affidandogli la cura del convento [15].

Nel repertorio padre Calvi fornisce anche un elenco dei confratelli più insigni che hanno dato fama al convento; fra questi frate Giorgio Laccioli da Cremona, fondatore insieme a Giovanni Rocco da Pavia, e primo vicario generale della Congregazione di Lombardia, eletto durante il capitolo generale di Montespecchio convocato il 10 maggio 1449 e morto a Milano nel 1451 durante un'epidemia di peste; frate Lorenzo da Cremona, eletto vicario generale nel 1507, nel 1474 divenne allievo di Agostino Cazzuli da Crema ed ebbe importanti incarichi diplomatici per conto della Congregazione [16]; frate Michele Sertorio da Castelponzone, eletto vicario generale nel 1540, nel 1545 partecipò a diverse dispute teologiche per discutere la dottrina riformata di Martin Lutero [17]; frate Feliciano Corradi da Cremona, filosofo, teologo e grande predicatore, fu eletto vicario generale durante il Capitolo che si svolse presso il convento di San Nicola da Tolentino di Viadana nel 1553 [18], frate Benigno Abiati, divenuto per la prima volta vicario generale della Congregazione nel 1582, ebbe il merito di iniziare la costruzione della sontuosa "Libraria", ossia la ricca la biblioteca del convento di Sant'Agostino [19]; frate Antonio Mantegazzi, eletto per la prima volta vicario generale nel 1605, fu un grande predicatore capace di affascinare vescovi e principi, divenne anche priore di Santa Maria del Popolo a Roma [20]; frate Giovan Battista Borghi, eletto vicario generale nel 1632, fu esperto in filosofia, teologia, matematica, legge e lingua ebraica, le sue numerose pubblicazioni erano custodite nella biblioteca stessa del convento [21]; infine frate Carlo Farisenghi, eletto vicario generale nel 1646, compose diverse opere e fu membro dell'Accademia degli Animosi di Cremona [22].

Nel testo, padre Calvi aggiunge una sommaria descrizione della chiesa, nella quale vi erano al tempo, oltre all'altare maggiore, ventidue altari dei quali quelli della Beata Vergine della Consolazione, di San Nicola da Tolentino e della beata Chiara di Montefalco erano oggetto di una particolare devozione dei fedeli, soprattutto quelli appartenenti al ceto nobiliare cittadino, che frequentavano la chiesa di Sant'Agostino durante le festività liturgiche più importanti; in essa erano attive due confraternite, una intitolata alla Beata Vergine dei Cinturati, mentre l'altra a San Nicola da Tolentino. Egli inoltre ricorda, fra le tante opere che decoravano la chiesa, solo la celebre pala che raffigura una Madonna con bambino e i santi Giovanni evangelista e Agostino dipinta da Pietro Vannucci detto il Perugino, commissionata nel 1493 da Eliseo Roncadelli, capitano di Galeazzo Maria Sforza, e la pala raffigurante sant'Antonio abate realizzata da Giovan Battista Trotti detto il Malosso; successivamente passa in rassegna il patrimonio della chiesa, fra cui gli arredi sacri, le reliquie, i corpi dei santi Tiburzio e Agrippina translati da Roma il 18 luglio 1625, i resti del beato Nicolino da Cremona, probabilmente identificabile con un priore di Sant'Agostino vissuto nella metà del Trecento, che donò la sua libreria privata al convento [23], e il veneratissimo capo del profeta Eliseo a cui era dedicato un altare. Lo storico agostiniano ricorda inoltre che nel 1461 fu completata l'edificazione della torre campanaria [24], e che nel 1477 fu restaurato il chiostro dei secolari e decorato con pitture raffiguranti la vita di sant'Agostino che si "mostrano nobilissime figure et di molta stima appresso i periti"; la chiesa fu infine consacrata il 7 marzo 1478 dal vescovo di Cremona Antonio Della Torre. Il suo interno fu completamente trasformato fra il 1533 e il 1559 per volontà di padre Feliciano Comado. Nella "cronaca" lo storico agostiniano non tralascia di menzionare la "superbissima libreria ... copiosa libri ... per quello che puo bisognare alli padri del convento et anco esterni", la cui fabbrica, affidata all'architetto Francesco Capra, fu iniziata nel maggio del 1591 [25], con ogni probabilità nel giorno dedicato a santa Monica, per volontà del priore padre Benigno Abbiati [26].

Le decorazioni alle pareti ebbero inizio invece nel 1595 [27], e per la realizzazione delle quali furono incaricati i pittori Gian Paolo Cavagna da Bergamo e Orazio Lamberti da Asola, a cui furono affiancati i confratelli Sollecito da Lodi, Timoteo da Mantova e Paolo da Ferrara [28].

L'edificio, al quale si accedeva attraverso un ampio atrio, era stato realizzato secondo una struttura architettonica tradizionale a tre navate con ventiquattro colonne di marmo rosso e bianco, e doveva misurare settantotto braccia in lunghezza, ventinove in larghezza e diciassette e mezzo in altezza; i volumi custoditi – dai quattro ai cinquemila esemplari – erano invece collocati in moderni "credenzoni" finemente decorati – sedici in tutto – di noce e pioppo, accostati alle pareti e capaci di contenere ciascuno "cinquecento libri e più" [29].

Padre Calvi ricorda infine il privilegio concesso da Francesco Sforza, allora signore di Cremona, il 5 dicembre 1441 ai frati Eremitani di Sant'Agostino di Cremona con il quale incaricava il commissario referendario e il tesoriere del Comune di versare ogni anno 25 ducati per l'oblazione nella festa dei martiri Crisante e Daria, celebrata il 25 ottobre, ai quali Bianca Maria Visconti e lo stesso Francesco avevano dedicato un altare eretto nella chiesa di Sant'Agostino [30].

Un secondo privilegio era stato concesso anche dal doge Agostino Barbarigo il 18 novembre 1499, che rimase in vigore solo durante il dominio di Venezia su Cremona, con il quale obbligava il Comune cittadino a versare ai frati 30 ducati d'oro in occasione della festa di San Nicola da Tolentino, a cui era dedicata una cappella all'interno della chiesa stessa, che doveva essere celebrata "con ogni pompa et solenne processione". Tuttavia la festa era già stata istituita dai duchi di Milano il 29 gennaio 1454 insieme a quella di san Bernardino da Siena nel convento di San Francesco di Cremona [31].

 

 

Appendice

 

Per la trascrizione sono state seguite le norme comunemente adottate nell'edizione dei testi documentari, limitandosi a sciogliere le abbreviazioni, a separare le parole e a introdurre l'interpunzione secondo i criteri moderni. In particolare sono state utilizzate le parentesi quadre e i puntini di sospensione nei casi in cui la lettura risultasse dubbia se non impossibile.

Fra le abbreviazioni utilizzate:

c. = carta

r. = recto

v. = verso

s. d. = senza data

mano A = Donato Calvi

mano B = mano diversa

Serie dei conventi agostiniani. Manoscritto del padre Calvi Donato da Bergamo, frate agostiniano

Archivio Storico Diocesano, Raccolta libraria ms 58, s.d. ma 1670 circa [32]

 

 

Cremona [33]

 

Chiesa et convento di Sant'Agostino di Cremona L'anno 1449, essendo nato grandissimo scandalo nel convento di Sant'Agostino di Cremona, ove abitavano i padri conventuali fin dal 1261, per la morte violenta data al padre Agostino Cauzii da Cremona, priore del convento, et a due suoi nepoti. Commossa tutta la città, fu fatta istanza all'illustrissima Bianca Maria Visconti, signora di Cremona, per la riforma del convento et essa, che molto amava i padri della Congregazione di Lombardia, scrisse al padre generale, che era allora padre Giuliano di Salem siciliano, lagnandosi del scandalo commesso et istanza perché il predetto convento farsi fosse riformato et posto sotto l'Osservanza di Lombardia. Concesse il padre generale alla giustissima petitione della duchessa et con sue lettere, date in Fabriano l'anno 1449 alli 8 ottobre, ordinò al padre Giorgio da Cremona, allora padre generale della Congregazione, che dovesse da Milano ove allora si ritrovava, trasferirsi subito a Cremona per riformare quel monasterio. Obbedì il padre vicario generale onde portatosi in Cremona et, congregati diversi frati, entrò al possesso l'anno medesimo 1449 il giorno di Tutti li Santi essendo presente fra gli altri frate Gabriele Sforza, fratello del duca che poi fu arcivescovo, con letitia et giubilo di tutta la città, havendovi poi lasciato il padre vicario generale per primo priore frate Quieto da Crema.

Fu sempre questo monasterio fiorito dando alla Congregatione huomini et per santità et per dottrina conspiqui fra questi sono:

il beato Giorgio Lazzuoli da Cremona che fu il primo vicario generale della Congregatione eletto nel primo capitolo di Montespecchio [34]

il padre Lorenzo da Cremona, vicario generale 1507;

il padre Feliciano da Cremona, vicario generale 1553;

il padre Benigno da Cremona, vicario generale 1582, 1594, obiit 1603;

il padre Michele da Castelletto, vicario generale 1540, 1544;

il padre Antonio Mantegassi da Cremona, vicario generale 1605, 1610, 1616 morì alli 11 aprile 1623;

il padre Giovan Battista Borgo da Cremona, vicario generale 1632, huomo di grande scientia et profondissimo sapere che espose due tomi de Sacrificio misse quali si dovevano stampare morì l'anno 1640;

il padre Carlo Farisenghi da Cremona soggetto di gratia contemplativa et dottrina, vicario generale 1646, morì nel governo 1647;

il padre Nicolino da Cremona fu illustre per la santità della vita et insigne sapere et servì non poco alla riforma della religione et morì l'anno 1457;

il padre Agostino Fogliata gran teologo et filosofo che diede alla luce molte opere et lasciò il mondo l'anno 1533

il padre Michelangelo da Soresina celebre per le sue virtù et in specie per lo Scudo della Congregatione fatto stampare in comunione di spesa.

In questa chiesa di Sant'Agostino di Cremona è incorporata la parrocchia di San Giacomo in braida. La chiesa e bellissima et in tre navi, ornate di pitture insigni, fra le quali è la tavola dell'altare de signori Roncadelli che è una Vergine et il bambino in braccio alla destra un san Giovanni Evangelista et alla sinistra un sant'Agostino di mano di Pietro Perugino che veramente non ha pari. Ve ne sono altre di diversi et in specie una tavola di sant'Antonio abbate fatta per mano del Malosso che è stimata assai.

La chiesa è ricchissima d'argenteria et suberbissimi paramenti. In essa sono erette due confraternite, l'una sotto l'invocatione della Beata Vergine de Consolatione de Cinturati, l'altra di San Nicola di Tolentino. Quivi si conservano varii corpi santi et reliquie et sono i corpi de santi Tiburtio et Agrippina martiri trasportati da Roma l'anno 1625 alli 18 luglio et [approvatissimi] [35].

Vi è il corpo del del beato Nicolino da Cremona della nostra Congregatione benché occulto, ossi insigni de santi Fabiano papa et di Antonino, Timoteo, Hippolito, Agapito et Christoforo; il capo di sant'Eliseo profeta per antichissima traditione; un braccio di san Feliciano martire, altre reliquie pur insigni rammentate da cronisti di Cremona. Una reliquia autentica del capo di san Giovanni Battista et un altra come un dito di sant'Agnese donata dall'illustrissimo Giovan Battista Ronghi, vicario generale, et l'instrumento rogato per il spettabile signor Alberto Oscasali. Si fanno alla chiesa diverse volte nell'anno varie offerte a nome della città et Camera come nel giorno di sant'Agostino e di san Giacomo maggiore, ma celebre è quella che si fa il giorno de santi Chrisante et Daria de venticinque ducati d'oro et cio per institutione di Francesco Sforza Vicecomiti, sotto il di 5 decembre 1441

c. 3 r.

 

1441, qual sempre si è fino al giorno d'hoggi continuata. Anco vi era il privilegio della Serenissima Repubblica Veneta sotto Agostino Barbarigo duce fatto li 18 novembre 1499 che il giorno di san Nicola di Tolentino fosse celebrato con ogni pompa et solenne processione et si dasse un offerta di trenta ducati d'oro lo stesso giorno alla chiesa. Ma questo privilegio non è stato posto in uso se no per quel tempo che i venetiani fur signori di Cremona. Questo convento ha una superbissima libreria che per architettura, pittura et emblemi non ha pari, è in tre navi con ventiquattro colonne di marmo di vari colori tutta dipinta con misteriosissimi emblemi alludenti ai libri che si conservano nelli sottoposti depositorii et le pitture sono di mano dell'Asola et del Cavagna bergamasco espresse con ogni diligentia et vaghezza.

È copiosa di libri et in abbondanza per quello che puo bisognare alli padri del convento et anco esterni. In questo convento sono stati celebrati quindici capitoli generali, come appare dal compendio dei vicari generali del beato Pasio. La famosa libreria fu cominciata dal reverendo Benigno, priore di Cremona, e poi abbellita et ornata dal reverendo Timoteo da Mantova, priore, onde nella lapide che fu posta sopra la porta et sotto l'arma del re di Spagna vi è questa iscrittione: Bibliotecha haec catholicae Maiestati dicata patrie ornamento constructa et studios omnes commodo oblata per fratrem Benignum Abiatum cremonensem expensis conventus et amicorum anno domini MDLXXXXII

Oltre [36] corpi santi sopranominati vi si conserva il corpo di san Florentio martire, trasportato da Roma per opera del reverendo Eugenio Biffi da Cremona l'anno 1656, celebrandosene la festa li 11 maggio et fu riposto nell'altare della Pietà già fatto dal reverendo Giuseppe Maria Biffi fatto dal suddetto reverendo con belissimi marmi et molta spesa fabricare.

In questa chiesa tutte le feste dell'anno si fà sontuosa musica à spese del monasterio et è frequentatissima dalla principale nobiltà della città. Vi sono ventidue altari senza l'altare maggiore, fra quali sono in singolar devotione quelli della Beata Vergine Maria del Consolatione, di San Nicolae della Beata Chiara di Montefalco non solo per le continuate preghiere che quivi ricevono i fedeli, ma anco per essere con particolar cura massima mantenuti [37], esser due lampade et candeglieri d'argento con altre suppellettili preziose.

Fu [38] la chiesa consecrata 17 marzo 1478; la torre fu edificata l'anno 1461. Alla libreria si diè principio 4 maggio 1591. Si spesero nella torre lire 4587 di que tempi. L'anno 1477 fu riformato il primo chiostro et fu fatta dipingere tutta la vita di Sant'Agostino onde si veggono e si mostrano nobilissime figure et di molta stima appresso i periti. La chiesa fu consacrata da Antonio della Torre vescovo di Cremona. La chiesa fu posta in volto con architettura moderna et dipinto il choro come hor si vede l'anno 1533 per opera del reverendo Feliciano Comado Vicario generale et fu finita l'opera l'anno 1559. Il privilegio della Repubblica Veneta posto di sopra nella festa di San Nicola [osservato] [39] durante qualunque volta la repubblica sarà [padrona] [40] di Cremona.

A Sant'Agostino fin dell'anno 1441 per bolla di Eugenio IV fu unita la chiesa et parrocchia de Santi Nazario et Celso di Casalorzo et ciò per essere povera che non haveva più di 8 fiorini d'entrata, onde era stata abbandonata da preti et la curia supplicò la Santa Sede perché fosse data a padri de Sant'Agostino come esegui quali l'hanno sempre governata et governano di presente.

 

 

 

 

 

Note

 

(1) - Padre Donato Calvi nacque a Bergamo l'11 novembre 1613 e morì nella stessa città il 6 marzo 1678; entrò nell'ordine di Sant'Agostino divenendo priore del convento di Bergamo, consultore e vicario del Santo Ufficio provinciale e nel 1661 vicario generale della Congregazione dell'Osservanza di Lombardia. Si dedicò anche all'insegnamento della teologia e della filosofia; appassionato si studi storici e letterari, fu un intellettuale poliedrico fondatore nel 1642 l'Accademia degli Eccitati. Pubblicò circa venti opere di varia natura, fra cui nel 1676 "Effemeride sacra e profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo", una cronaca dettagliata degli eventi accaduti a Bergamo e nel suo territorio nel corso di un intero anno solare (per le note biografiche si rimanda all'introduzione del volume intitolato Indici di Donato Calvi. Effemeride sacro profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo, sua diocese et territorio (1676-1677), a cura di A. Furlai, Bergamo 2009).

(2) - A. Chitto', Note per la storia del convento di Sant'Agostino di Cremona e i rapporti con l'Osservanza di Lombardia, in "Insula Fulcheria", XLIII (2013), pp. 163-182.

(3) - Il manoscritto è conservato all'Archivio Storico Diocesano di Bergamo (d'ora in poi ASDBg), Raccolta libraria, Sezione manoscritti, ms 58; esso reca sulla coperta, vergato probabilmente da mano diversa, il seguente titolo Serie dei conventi agostiniani. Manoscritto del padre Calvi Donato da Bergamo frate agostiniano, la parte dedicata al convento di Cremona si trova alle cc. 2 v. - c. 3 r.; ringrazio Andrea Zonca, responsabile ASDBg, per la disponibilità e la collaborazione.

(4) - Per la storia dell'Osservanza di Lombardia si vedano M. Mattei, Pre-istoria dell'Ordine Agostiniano e origine delle Congregazioni di Osservanza, in "Insula Fulcheria", XLIII (2013), pp. 15-52 e M. Sangalli, L'osservanza in Lombardia. Gli esordi cremaschi, 1439-1498, in "Insula Fulcheria", XLIII (2013), pp. 53-112.

(5) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante di Lombardia dell'Ordine Eremitano di Sant'Agostino, Milano 1669.

(6) - Si veda V. Marchetti, Serie dei conventi agostiniani. Un manoscritto ritrovato del P. Donato Calvi, in Società, cultura, luoghi al tempo di Ambrogio da Caleppio, a cura di M. Mencaroni Zoppetti, E. Gennaro, Bergamo 2005, pp. 193-206.

(7) - www.treccani.it/biografie ad vocem.

(8) - Nel suo repertorio padre Donato Calvi inserisce una parte dedicata ai conventi femminili intitolata Conventi di monache dell'Osservanza di Lombardia nella quale compare anche la scheda relativa a Santa Monica di Cremona intitolata Chiesa et monastero di Santa Monica di Cremona fondato nel 1470, quando il pontefice autorizzò ufficialmente il passaggio dell'antico monastero benedettino di San Salvatore ad un gruppo di monache provenienti dal monastero milanese di Sant'Agnese (si rimanda alla c. 71 r. dello stesso manoscritto).

(9) - Una descrizione della chiesa e del convento di Sant'Agostino di Cremona si trova anche nel Chronicon congregationis Sancti Augustini de observantia Lombardiae composto da padre Fulgenzio Alghisi nel 1615 conservato all'Archivio Generale Agostiniano di Roma. Per la trascrizione della sezione dedicata al convento di Cremona si rimanda a D. Gutierrez, La biblioteca agostiniana di Cremona alla fine del secolo XVI, in "Analecta Augustiniana, XXIV, 1961, pp. 312-316.

(10) - Per le notizie biografiche di frate Benigno Peri da Genova e di frate Agostino Cazzuli da Crema si rimanda a D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 63-69 e 80-83; in particolare per frate Agostino si vedano W. Terni De Gregory, Fra Agostino Cazzuli agente sforzesco, Crema 1950, P. Uberti Foppa, L'Osservanza agostiniana di Lombardia in Crema e i suoi protagonisti dal 1439 al 1797, in "Insula Fulcheria", XI-XII (1972-1973), pp. 21-38, G. Degli Agosti, Fra' Agostino da Crema, Crema 1995, e www.treccani.it/biografie ad vocem.

(11) - Biblioteca Civica di Bergamo, mss MA74 e MA316; il primo codicetto è membranaceo, mentre il secondo è cartaceo con coperta in pergamena, entrambi risalenti alla seconda metà del XV secolo circa. Si rimanda anche a una parziale trascrizione pubblicata in L'Osservanza agostiniana nella Lombardia orientale, a cura di M. Marubbi, I.S.U., Milano 1991.

(12) - Si rimanda a G. Cantoni Alzati, Il patrimonio manoscritto del convento di S. Agostino di Bergamo: Tommaso Verani e la catalogazione del 1767, in Società, cultura, luoghi al tempo di Ambrogio da Calepio, Bergamo 2005, a cura di M. Mencaroni Zoppetti, E. Gennaro, pp. 185-191

(13) - Nato nel 1400, frate Giorgio Laccioli fu professore di teologia e di sacre pagine; nel 1434 divenne maestro reggente e amministratore della prioranza di Padova, visitatore generale del convento di Sant'Agostino di Cremona e successivamente presidente del capitolo provinciale di Lombardia; dopo una breve parentesi romana, nel 1442 tornò a Cremona e fu priore del convento di Sant'Agostino e da qui ebbe i primi contatti con l'Osservanza di Crema, soprattutto con il priore, frate Giovanni da Novara, tanto da sostituirlo l'anno successivo, dopo aver accettato di entrare nell'Osservanza, nel ruolo di priore, quando quest'ultimo fu inviato a riformare il convento agostiniano di Bergamo. Fra il 1444 e il 1445, quando l'Osservanza agostiniana entrò in possesso del convento milanese di Santa Maria di Garegnano, appartenuto ai padri di San Marco, che prese poi il titolo di Santa Maria Incoronata, frate Giorgio divenne il primo priore, e da qui riuscì ad intensificare i rapporti con Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Dopo la sua nomina a vicario generale della Congregazione, fu inviato a Cremona per riformare il convento; nel 1451 morì di peste a Milano e fu sepolto nel convento di Santa Maria Incoronata, più tardi venne proclamato beato (sulla figura di Laccioli si rimanda a D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 35-36 e 56 e a P. Uberti Foppa, L'Osservanza agostiniana di Lombardia in Crema e i suoi protagonisti cit., in "Insula Fulcheria", XI-XII (1972-1973), pp. 21-39)

(14) - Carlo Sforza da Cotignola nacque nel 1423, era figlio naturale di Muzio Attendolo Sforza e di Maria Marziani dei duchi di Sessa, contessa di Celano; entrò nel 1443 nell'ordine agostiniano con il nome di Gabriele professando i voti nel convento di Lecceto (Siena); nel 1454 divenne arcivescovo di Milano per volontà del fratello Francesco, ormai diventato duca; morì a Milano nel 1457 e fu sepolto nella chiesa agostiniana di Santa Maria Incoronata (www.treccani.it/biografie ad vocem e M. L. Gatti Perer, Il complesso conventuale di S. Maria Incoronata a Milano, in Società, cultura, luoghi al tempo di Ambrogio da Calepio, a cura di M. Mencaroni Zoppetti, E. Gennaro, Bergamo 2005, pp. 251-254)

(15) - E. Chitto', Note per la storia del convento di Sant'Agostino cit., in "Insula Fulcheria", XLIII (2013), pp. 165-166.

(16) - Sulla figura di Lorenzo da Cremona si rimanda a D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 186-188.

(17) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 259-269. 

(18) - Secondo padre Calvi nel 1553, sotto la guida di frate Feliciano, ebbe inizio la costruzione della imponente volta che ancora oggi si può ammirare nella chiesa di Sant'Agostino, che fu terminata nel 1559 (D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 294-295).

(19) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp.355-356.

(20) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 408-412.

(21) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp. 458-461.

(22) - D. Calvi, Delle memorie istoriche della Congregazione Osservante cit., pp.479-484.

(23) - G. Dotti, I codici Agostiniani della Biblioteca Statale di Cremona, in "Augustiniana", Institutum Historicum Augustinianum Lovanii, A. 30 - 33, 1980-1983, p. 73-79.

(24) - Si rimanda a Artisti, committenti, opere e luoghi. Arte e architettura negli atti dei notai (1440- 1468), a cura di V. Leoni, e M. Visioli; in un atto rogato dal notaio Giovanni Battista Scalvi il 9 luglio 1459 il priore Amadeo de Tradona dichiara che è iniziata la costruzione della torre della chiesa di Sant'Agostino e che, per portare a compimento l'opera, non avendo il denaro necessario per pagare le maestranze, riscuote da Giovanni Dalmoni 125 lire, come acconto dei 100 ducati d'oro promessi.

(25) - Tuttavia già agli inizi del Cinquecento si registrano lasciti destinati alla costruzione di un ambiente adatto per la conservazione dei volumi: nel 1504 il nobile Nicolò Affaitati, figlio del fu Giacomo, mediante testamento lega mille e seicento lire di imperiali in fabbricando unam bibliotecam in dicto monasterio (Archivio di Sato di Milano (d'ora in poi ASMi), Fondo Religione, b. 4231, 16 marzo 1504.

(26) - Il progetto e le convenzioni stipulate fra il priore e i frati del convento di Sant'Agostino (conservato all'Archivio di Stato di Cremona, Notarile, Severo Dolci, filza 1451) sono editi in M. Visioli da, La costruzione delle librerie nei conventi di dan Domenico e Sant'Agostino a Cremona nel secondo Cinquecento, in "Bollettino Storico Cremonese", XV-XVI (2008-2009), pp. 309-327.

(27) - Alla Biblioteca Statale di Cremona si conservano due manoscritti che contengono una descrizione delle pitture della biblioteca del convento di Sant'Agostino di Cremona, una delle quali intitolata Dichiarazione delle celebri pitture nella biblioteca del nobile convento di San'Agostino in Cremona 1764; nella parte iniziale del manoscritto sono riportate alcune note storiche relative alla realizzazione dell'edificio: "Questa insigne libreria, che le rare sue prerogative viene fra le più celebri d'Italia annoverata, ebbe il suo principio nel mese di agosto 1589 dal padre Benigno Abbiati cremonese che fu tre volte vicario generale della nostra Congregazioone di Lombardia, il quale nel 1595 alli 14 di aprile la fece cominciare a dipingere da Oratio Lamberti da Cento e Giovan Paolo Cavagna di Bergamo, famosi pittori abitanti in Asola, e fu come segue dipinta in due anni. La nave a mano sinistra nell'ingresso la dipinse Giovan Paolo Cavagna, quella di mezzo Orazio Lamberti e la nave destra da tutti due i suddetti, li chiaroscuri li fece frate Sollecito da Lodi nostro converso unitamente alli garzoni di pittori e li trofei lo stesso frate. Le invenzioni delle storie delle navi sinistra e di mezzo con tutte le quattro facciate delle due navi sono del padre Timoteo Resfacti da Mantova, allora priore di questo convento, ed alcune della nave destra sono di padre Paolo da Ferrara, così lasciò scritto nel 1682 il padre Livio Fiameni da Castelleone sagrestano di questo nobil tempio di Sant'Agostino, la di cui biblioteca è ornata di 24 collonne di marmo fino bianco e rosso, è longa braccia 78, larga 29 e alta 17 e mezzo, senza l'altrio longo 20 braccia e largo 8 o 9 braccia d'oncie dodeci l'uno. Ma il mirabile da osservarsi è la mirabile architettura ed il girare delle figure accompagnando sempre l'occhio di chi le guarda bene da qual si sia parte sembrando che si rivoltino ..." (Biblioteca Statale di Cremona, Biblioteca governativa e Biblioteca civica, ms. A. a. I. 90. 1 "Pitture della libreria di Sant'Agostino (XVII secolo); ms. A. a. 1.6.1 "Dichiarazioni delle celebri pitture nella biblioteca del nobile Convento di Sant'Agostino in Cremona). Con ogni probabilità i due manoscritti contenenti le descrizioni della biblioteca furono visionate parzialmente trascritte da Francesco Novati (F. Novati, La biblioteca degli agostiniani a Cremona, in "Il Bibliofilo", 4, 1883, pp. 27-29 e 54-56).

(28) -  Il pittore Gian Paolo Cavagna nacque a Bergamo probabilmente nel 1556 e morì nella stessa città nel 1627. Nel 1595 fu incaricato, insieme all'allievo Orazio Lamberti da Cento (Cento 1552 - Mantova 1612) per eseguire gli affreschi della biblioteca degli agostiniani, che furono poi distrutti nel 1815-17, pochi anni dopo la soppressione avvenuta il 24 giugno 1798 (www.treccani. it/biografie ad vocem; F. Novati, La biblioteca degli agostiniani cit., in "Il bibliofilo", 4, 1883, pp. 27-29). In realtà nella scheda edita nel Dizionario biografico degli italiani Maria Luisa Bandera, nella realizzazione delle decorazioni della biblioteca di Sant'Agostino, affianca al Cavagna il nome di Gian Battista Grifoni, probabilmente allievo del pittore bergamasco.

(29) -  Si rimanda a una ulteriore descrizione della biblioteca del convento di Sant'Agostino, risalente alla fine del secolo XVI, conservata alla Biblioteca Angelica di Roma (ms 331 cc. 163-171) e pubblicata in D. Gutierrez, La biblioteca agostiniana cit., pp. 321- 330.

(30) -  Si veda ASMi, Diplomatico, Pergamene per fondi, b.4215.

(31) -  i rimanda a E. Chittò, Note per la storia del convento di Sant'Agostino cit., p. 176 e in particolare alle note n. 58 e 59.

(32) -  Per la datazione si veda la nota aggiunta da mano diversa sul foglio di guardia: Memoria sopra conventi principalmente agostiniani e in Italia maschili e femminili. È autografo del frate Donato Calvi da Bergamo il quale veniva sepolto il 7 marzo 1678"; si rimanda anche a a. ganda, La biblioteca degli agostiniani di Viadana (Mantova) alla fine del Cinquecento, in "Vitelliana. Viadana e il territorio mantovano fra Oglio e Po. Bollettino della Società Viadanese", V, (2010), pp. 193-195.

(33) -  Mano A

(34) -  Segue del 1450 depennato

(35) -  Lettura dubbia.

(36) -  Aggiunto da mano B.

(37) -  Massime due in sopralinea.

(38) -  Prosegue mano A

(39) -  Lettura dubbia

(40) -  Lettura dubbia.