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CONVENTI agostinianI: LOdi

Chiesa di S. Agnese annessa al convento

Chiesa di S. Agnese annessa al convento

 

 

CONVENTO DI S. AGNESE A LODI

 

 

 

Il convento in origine era una rettoria e nel 1351 passò agli Agostiniani conventuali, che costruirono la chiesa di sant'Agnese a partire da quello stesso anno all'interno del monastero. Il vescovo Bonifacio Bottigella, agostiniano, che resse la diocesi fino al 1404, alla fine del Trecento, fece ampliare ed abbellire la chiesa e il convento dedicati a sant'Agnese nel momento più puro dell’architettura gotica lombarda.

Gli agostiniani occuparono il convento fino al 1523, quando vennero sostituiti dai Canonici Regolari Lateranensi, che erano dovuti andar via da San Bartolomeo nei borghi a causa delle fortificazioni costruite nel 1523. Quattro anni dopo nel 1527 un breve di Clemente VII ordinò loro di lasciare Sant'Agnese per restituirla agli agostiniani che vi avrebbero insediato membri della Congregazione Osservante.

Dallo stesso breve risulta i frati lì residenti erano stati praticamente estromessi dal convento con l'aiuto del braccio secolare e col favore della città.

Il convento di Sant'Agnese con gli Osservanti conobbe un notevole sviluppo raggiungendo, nella seconda metà del secolo XVI, la presenza fino a 16 frati originari delle più importanti famiglie lodigiane. La chiesa aveva molte cappelle con legati e altari tra cui quelli della Madonna, di San Nicola da Tolentino, di San Paolo e della Santa Croce. Nella chiesa aveva sede dal 1573 una confraternita dei Cinturati.

Dopo la soppressione degli agostiniani decretata il 23 giugno 1798 dalla Repubblica Cisalpina, la chiesa divenne “sussidiaria” di quella di San Lorenzo.

L'opera pittorica più importante conservata nella chiesa è certamente il cosiddetto Polittico Galliani dipinto da Alberto Piazza nel 1520, che in origine costituiva la pala dell’altare maggiore, e che solo in seguito venne collocata nella prima cappella della navata destra.

Nel registro superiore del polittico, a sinistra ci sono Santa Caterina d'Alessandria, con i simboli del martirio e Santa Monica che veste l’abito delle Agostiniane e regge il Crocefisso ed una borsa con libri. Al centro della scena troviamo la Vergine in trono che regge il bambino Gesù che a sua volta benedice l’abate Nicola Galliani, committente dell'opera. A destra troviamo santa Chiara da Montefalco, anch'essa in abiti agostiniani, dipinta mentre regge un giglio ed un cuore ardente, assieme a sant'Agnese, con la palma del martirio e l’agnello. Nel registro inferiore, a sinistra notiamo san Bassiano, in abiti da Vescovo, e san Nicola da Tolentino, in abito agostiniano, con un giglio, il Crocefisso ed un libro aperto su cui si può leggere: “Praecepta patris mei servavi et omne ornatum saeculi contempsi”.

Al centro del Polittico Piazza ha raffigurato sant'Agostino in trono che mostra un libro aperto su cui è scritta la regola monastica che a lui si riconduce: “Ante omnia fratres carissimi diligatur Deus deinde proximus”.

Lo stesso santo schiaccia con i piedi tre eretici (un donatista, un manicheo e un pelagiano), che simbolicamente conduce l'osservatore al ricordo della sua opera letteraria dispensata a favore della Chiesa cattolica in difesa della ortodossia contro le eresie del secolo IV.