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CONVENTI agostinianI: Milano Incoronata

Ricostruzione della Biblioteca del convento

L'ambiente della Biblioteca

 

 

CONVENTO DELL'INCORONATA A MILANO

 

 

 

CRONOLOGIA ESSENZIALE

 

1379

Lapide con la data più antica ritrovata sul sito dell'Incoronata: sepolcro di Benedetto de Campolungo.

 

1444

Il Priore e i padri di S. Marco il 17 novembre s'appellano alla Santa Sede contro la sentenza del Cardinale Protettore il quale, sotto pena di scomunica, pretendeva che il monastero di San Marco rilasciasse ad altri religiosi il convento di S. Maria di Garegnano, soggetto al detto monastero.

 

1445 29 maggio: i Padri di San Marco cedono alla Congregazione dell'Osservanza di Lombardia il convento e la chiesa della Beata Maria di Garegnano extra muros.

 

1445 15 dicembre:

Cristoforo de Lazzate dona ai frati del convento di S. Maria Incoronata detta «de Galegnano» un fondo con edificio, pozzo, corte e orto sito nella parrocchia di S. Simpliciano. Alla stessa data il capitolo del convento, formato oltre che dal priore da sette frati nomina i procuratori amministratori dei beni pertinenti al convento.

 

1445-51

Giorgio Laccioli da Cremona è il priore che dà inizio all'Osservanza milanese, e in questi anni, fino al 1451. anno della sua morte, tiene il governo dell'Incoronata. Giorgio da Cremona studia a Padova e Bologna. Nel 1434 diviene Maestro di Teologia e l'anno dopo è reggente degli Studi all'Università di Padova. Nel 1442 diventa priore del monastero di Cremona, nel 1443 è priore a Crema, poi passa all'Incoronata, dove viene sepolto nella Cappella della Purificazione, poi intitolata al «Beato Giorgio». La lapide, scoperta nel 1654, e ora conservata nella casa parrocchiale, recita: HIC JACET / B. GEORGIUS DE LACIOLIS / DE CREMONA / SACRAE PAGINAE PROFESSOR / PRIMUS (FONDATOR HUIUS MONASTERI!) / QUI OBIIT / (ANNO MCDLI./ V. ID. SEPTEMBRIS).

 

1445

Concessione del convento e della chiesa della Beata Maria de Garegnano.

 

1445-52

In questi anni probabilmente si procede a ristrutturare la chiesa antica.

 

1447

Vengono realizzati i libri grossi del coro (antifonari e graduali), pagati allo scrittore maestro Giacomo Caponago cento ducati (per quattro libri).

 

1449-59

Tra queste due date deve essere posto l'inizio della chiesa di S. Nicola da Tolentino fatta costruire da Bianca Maria Sforza:

a) l'inizio della chiesa di S. Nicola da Tolentino fatta costruire da Bianca Maria deve essere posto tra il 1449 (data indicata dal «Compendio») e qualche tempo prima del 1459, data della lettera apostolica di Pio Il che concede l'indulgenza plenaria agli abitanti delle Diocesi di Milano, Lodi e Pavia che visitino la chiesa "postquam dedicata fuit» nella prima festa di S. Nicola.

b) Nel giugno 1459 la chiesa di S. Nicola da Tolentino non era ancora terminata, ma i lavori dovevano essere in stato già avanzato.

c) La chiesa era contigua alla casa di S. Maria Incoronata.

d) Il 10 settembre 1460 la chiesa di S. Nicola da Tolentino era terminata e si celebrò il Giubileo, come ricorda una lapide conservata tuttora nella casa parrocchiale: QUESTO LOCO EL / QUALERA UNA PORTA PA / SSONO TUTTI QUELI LII QUALI VENERONO A LO IUBI / LEO DE SANTO NICOLAO / DE TOLLENTINO MCCCC / LX DlE X SEPTEMBRIS.

e) L'area di influenza della chiesa, agli effetti .dell'indulgenza plenaria, comprendeva, nel 1460, oltre alla Diocesi di Milano, quelle di Pavia e di Lodi.

 

1450 ca.

Intorno a questo periodo dovrebbe risalire la prima decorazione del convento (in quest'anno: norme emanate nei Capitoli di Montespecchio di tutte le Osservanze d'Italia).

 

1451 18 maggio:

donazione di Francesco Sforza per l'ampliamento dell'edificio conventuale. Francesco dona un appezzamento di prato comune libero "dalla parte settentrionale ... vicino alla stradella che va verso la chiesa di S. Angelo». Ci si preoccupa di lasciare lo spazio per una larga via, per la quale possano passare insieme tre carri di fieno, che conduca dal borgo di Porta Cumana verso la stessa chiesa (S. Angelo?) e verso la chiesa di S. Marco.

 

1453

A partire da quest'anno per la chiesa dell'Incoronata non appare più la dizione «de Garegnano».

 

1453

Fondazione da parte di Antonio Landriani della Cappella di S. Maria e di Tutti i Santi, poi detta di S. Rocco, dove lo stesso Landriani è seppellito con la moglie Caterina Gonzaga, figlia del defunto Magnifico Signor Aloisio. (È la III cappella della navata Sud). Nel XV secolo c'erano due Antonio Landriani, uno comandante militare, l'altro tesoriere di Francesco Sforza, ucciso nel 1499. Quello in questione era comandante del presidio milanese a Brescia, sconfitto dal Carmagnola nel 1426. Il Landriani era ancora vivo nel 1456. La moglie Caterina Gonzaga fa testamento nel 1470: in esso dice di voler essere seppellita nella cappella dove già è sepolto il marito, segno che a quel tempo la cappella era già costruita. Lo stile della lapide funeraria del Landriani è testimone dei rapporti con Mantova.

 

1454

Gabriele Sforza viene eletto arcivescovo di Milano con Breve di papa Nicolò V.

 

1457

Morte di Gabriele Sforza, fratello germano di Francesco Sforza, eremitano di S. Agostino, che lascia al convento 500 fiorini d'oro e stabilisce di essere ivi seppellito.

La lastra tombale di Gabriele Sforza è attualmente immurata in una parete della II cappella a sud. È in marmo di Candoglia, e richiama il cantiere del Duomo, come tutte le sculture che ornano questo ambiente: i peducci angolari ricordano Giovannino de' Grassi, le chiavi di volta sono vicine alla Certosa di Pavia. Forse per queste sculture si può avanzare il nome di Francesco Solari. Probabilmente in origine lo tomba di Gabriele Sforza si trovava dov'era l'altare della Madonnina «costructum in medio ecclesie Incoronate».

Gugliemo da Cremona di Bernardo Zenale

 

1460

Agostino da Crema, in rappresentanza di Bianca Maria, prende parte al Concilio di Mantova indetto per bandire una nuova crociata.

 

Gugliemo da Cremona di Bernardo Zenale

Gugliemo da Cremona di Bernardo Zenale

1468 14 luglio:

concessione da parte di Galeazzo Maria Sforza di acquistare beni sino al valore di 5.000 fiorini. La concessione è data con lo specifico intento di favorire i lavori di ampliamento e perfezionamento del convento e della chiesa, che altrimenti, già iniziati, non potrebbero essere completati a causa della grande spesa.

La struttura di base del convento realizzato grazie a questa donazione, è riconducibile a un brano del «Trattato di architettura» del Filarete, scritto tra 1461 e 1464:

«Ora resta quello de' Frati Eremitani, cioè quegli dell'ordine di santo Agostino, il quale sarà in questa forma: io piglierò trecento braccia, e di queste trecento io ne piglio ottanta pella chiesa per ogni verso, e poi ne piglio quaranta dinanzi e ottanta pe l'altro verso, cioè quanto è la chiesa, che me ne resta cento ottanta di rieto della chiesa; e poi quanto tiene la chiesa da canto per lo lungo ne fo due chiostri, i quali saranno cento sessanta braccia e la chiesa ottanta, che ci resta sessanta braccia, dove si farà l'orto e secondo ci parrà meglio».

 

1471 4 giugno:

donazione di Cristoforo de Ferrari di due livelli di sua proprietà come dote per la cappella dell'Annunciazione (attuale abside destra). A questa data la cappella doveva essere già decorata e ornata «in dicta ecclesia Sancte Marie constructe». I lacerti di affreschi che ancora compaiono sono collegabili all'area d'influenza del Foppa.

 

1472

A questa data Giovanni da Tolentino, marito di Isotta Sforza, figlia naturale di Francesco, ha già fatto costruire la cappella intitolata a S. Nicola (secondo il Litta, la cappella gli viene donata da Bianca Maria). A questa data Giovanni era già morto: dalla lapide fatta mettere nel 1660 da Niccolò da Tolentino (cfr. Torre) risulta infatti che mori nel 1469. In questa cappella vi era l'altare del Crocefisso, ancora esistente in anni a noi recenti: I altare a destra andando verso la porta della Chiesa.

 

1477

È documentata da almeno sei anni l'esistenza della cappella di S. Gerolamo (attuale ubicazione non identificata).

 

1482

Il Vicario del Priore, fra Mario da Vercelli, e il Capitolo danno procura a fra Tristano da Varese e a fra Eliodoro da Milano di provvedere alla vendita di due terzi di una casa sita in Porta Nuova: questa vendita, insieme a quella del 1490, serve per far fronte alle spese per la costruzione del convento.

 

1483-1495

Anni di costruzione della cappella della Purificazione per disposizione testamentaria di Agostino de Braschis, da farsi contigua a quella di Nicolò da Tolentino.

La cappella è «prima a manu sinistra intrando portam veterem ecclesie ... videlicet deversus Redefossum». Vi è sepolta la moglie del De Braschis. Si tratta di una cappella poligonale, intitolata poi al beato Giorgio da Cremona, qui sepolto. Nel testamento del 1483 il De Braschis indica che sia eseguita un'ancona dipinta: ne facevano parte probabilmente i pannelli segnalati da Federico Zeri nel 1953, uno dei quali raffigura il Beato Giorgio. Nel 1495 la cappella risulta finita.

 

1484

Testamento di Giacomo Dugnani che vuoI essere seppellito davanti all'altare della Beata Vergine. L'altare era posto nella controfacciata della chiesa, tra le due porte, segno che la chiesa a questa data era definitivamente compiuta nel suo aspetto «ad quadratum» e munita di facciata. L'altare verrà distrutto tra 1575 e 1576, in ottemperanza alle Istruzioni di S. Carlo.

1486

Polissena Bossi riceve lo juspatronato della cappella dov'è sepolto il padre Aloisino, morto nel 1453, intitolata a S. Giovanni Battista (I cappella dell'aula a sud). La cappella fu fatta costruire tra 1453 e 1456. Polissena versa 500 ducati al convento da utilizzarsi per restauri e riparazioni del monastero. In questa cappella sono collocate tutte le lapidi della famiglia Bossi: la lapide più antica è quella di Aloisino, inviato visconteo, che mori nella spedizione bresciana, durante la guerra contro Venezia.

 

1492

muore Giovanni Bossi. Matteo, giureconsulto e senatore, muore nel 1497 e Polissena nel 1500. L'ultima lapide posta nella cappella è quella del loro figlio Antonio e di sua moglie Angela Barzi (1526).

 

1487

Costruzione della Biblioteca per opera di Paolo da San Genesio. Creato nel 1455 vescovo di Eleneapoli da Callisto II, insigne predicatore della Marca d'Ancona, era stato priore di S. Marco, e quindi eletto suffraganeo di Gabriele Sforza nel 1456. Entra nella Congregazione di Lombardia dell'Osservanza dell'Incoronata. Nel 1468 Paolo Il gli conferisce l'Abbazia di S. Basilide di Cavana dell'Ordine di ValI ombrosa nella Diocesi di Parma.

Per quanto riguarda la consistenza della biblioteca, fin dal 1451 Catelino Pozzobonelli aveva lasciato al convento, oltre a 800 lire, anche metà della sua biblioteca. Nel 1517 anche Giacomo Filippo Simonetta legherà all'Incoronata parte dei suoi libri. I codici conservati dovevano essere molti. Tra 1606 e 1608 almeno 128 codici manoscritti vengono donati all'Ambrosiana. Fra i libri dell'Incoronata appaiono molte opere di Agostiniani, ad iniziare da quelle di S. Agostino, poi vi è l'esposizione sul Sacramento dell'Eucaristia di frate Bernardino Olivario, la Querela pacis di Andrea Biglia, un'esposizione sul Canone della Messa di fra Stefano da Pavia, e il trattato della resurrezione dei morti di fra Agostino d'Ancona. Per quanto riguarda i classici: Cicerone, il Gorgia di Platone, l'Apologia di Socrate di Senofonte. il FIato de immortalitate animae tradotta in latino da Leonardo Aretino, e la Logica di Paolo Veneto. Autori cristiani: S. Ambrogio, S. Tommaso, S. Gerolamo, S. Anselmo, S. Antonino da Firenze, etc. Umanisti: Poggio Bracciolini, Filelfo, Leonardo Bruni, il Panormita, Petrarca, Traversari, Coluccio Salutati. La probabile esistenza di una tipografia è testimoniata dalla presenza di vari incunaboli, tra cui: Cicerone, Sallustio, Stazio, Ovidio, Epistole di S. Gerolamo.

Altre biblioteche a tre navate: 1441-44, Firenze, S. Marco; 1447-52, Cesena, S. Francesco (Malatestiana); 1464-68, Bologna, S. Domenico; 1471-80, Perugia, S. Domenico; 1508-09, Piacenza, S. Sepolcro; 1513-14, Monte Oliveto, S. Maria; 1514, Milano, S. Vittore; 1537 ca., Parma, S. Giovanni Evangelista.

 

1490

Il capitolo dà procura a fra' Innocenzo da Milano, fra' Tristano da Milano, fra' Daniele da Milano e fra' Luchino di provvedere alla vendita di tre livelli (cfr. vendita del 1482).

 

1497 23 settembre:

donazione di un appezzamento di terreno da parte di Ludovico il Moro. Si tratta di uno spazio di prato vuoto, triangolare, posto dietro il dormitorio e l'infermeria, coerente da una parte con la via che va alla chiesa di S. Angelo, e dall'altra con la vigna che un tempo era di Bartolomeo Morone.

 

1497

Data che compare sulla lapide di Gabriele e Bernardino da Bernareggio, che donano un reddito perpetuo per messe nella cappella della Natività. Si suppone che la cappella della Natività corrisponda all'attuale abside della navata nord.

Considerazioni sulle cappelle: a) Le cappelle sono dedicate per la maggior parte alla Vergine. Fanno eccezione quelle fondate da famiglie fedeli agli Sforza (Landriani - che all'intitolazione S. Maria aggiunge quella di Tutti i Santi -, Bossi, Tolentino).

b) La cappella dedicata a S. Nicola si trova nella navata a nord. Viene da pensare che la sua intitolazione sia in qualche misura sostitutiva di quella della chiesa - attuale aula a Sud - che Bianca Maria volle dedicare a questo santo cui gli Sforza erano particolarmente devoti, quando - con l'ampliamento e il «perfezionamento» a pianta quadrata - prevalse l'intitolazione della chiesa a S. Maria Incoronata. Non è forse senza significato, in proposito, il fatto che la chiave di volta della campata antistante la cappella, rappresenti il biscione visconteo.

c) L'esistenza di un altare dedicato alla Vergine «constructum in medio ecclesie Incoronate» ricordato nel 1513 e ancora nel 1521, conferma ad un tempo la scelta consapevole per il perfezionamento della chiesa di una pianta quadrata, di cui tale altare doveva costituire il centro, e il suo significato emblematico corrispondente a una tipologia ricorrente in quegli anni per i templi mariani. Non è da escludere che l'altare della Madonnina contenesse l'effige della Vergine Coronata, di cui Cristoforo de Lazate aveva dichiarato - probabilmente prima del 1445 - il potere miracoloso e che era stata ritrovata su un muro dell'antica chiesa di Garegnano.

L'importanza di questo altare, che i documenti ci dicono situato tra il primo e il secondo pilastro centrale, e quindi sotto il secondo arcone che assume così ìl ruolo di un arco santo, è documentata dall'affresco con due sante agostiniane rinvenuto su uno dei due pilastri e ora conservato nella casa del parroco. Ai suoi piedi era forse collocata la tomba di Gabriele Sforza.

e) Esso venne poi smantellato - come quello .. inter duas portas magnas» - probabilmente per ottemperare alle Istruzioni di S. Carlo che vietavano gli altari addossati a pilastri o comunque nelle navate. L'Incoronata venne così a perdere il carattere di chiesa a pianta centrale, che negli ultimi due decenni del Quattrocento aveva connotato tante chiese dedicate alla Vergine soprattutto in Lombardia e che, per la nostra chiesa, aveva avuto quale matrice l'impianto ideato dal Filarete.

 

1498 3 gennaio:

fondazione del convento di Inzago. Innocenzo VIII concede al convento dell'Incoronata di erigere un ospizio nel ducato con camere, officina, chiesa e campanile per ricoverarvi i religiosi convalescenti e per il tempo di peste.

 

1503

9 febbraio: viene data concessione dal Vicario di Provvisione a Lazzaro Palazzi di «completare» la chiesa con un muro di fronte alla facciata.

 

1505-1506

Costruzione della muraglia che cinge la vigna verso la strada, da parte di Paolo da San Genesio.

 

1510

Costruzione del refettorio, come appare nel .. Compendio. Il 1510 è anche termine post quem per la realizzazione dell'affresco con la Crocefissione.

 

1517

Monumento funebre di Giovanni da Tolentino: si trova appena entrati nella chiesa, nella prima cappella della navata nord.

1518 6 agosto:

Oldetto, luogotenente generale in Italia del Re di Francia e governatore di Milano, concede una parte di .. pasquero e prato comune. Con questa donazione si completa il sito del convento e della chiesa.

 

1552

Si incomincia a mutare il progetto iniziale dell'Incoronata. Quando viene ricostruito il muro che dà verso la stalla, cinge tutt'intorno fino al Naviglio la vigna e si congiunge verso mezzogiorno al muro attinente al prato, come appare nel «Compendio». La modifica avviene a causa della costruzione delle fortificazioni.

 

1652-1654

Date del primo restauro della chiesa per opera di padre Angelo M. Sommariva: la chiesa viene coperta di stucchi e vengono ristrutturate le cappelle De Braschis e Tolentino.

 

1751

Giuseppe Maria Marini, Vescovo di Tagaste, già Vicario generale della Congregazione di Lombardia, fa costruire lo «scalone nobile per cui da terra s'accede al dormitorio».

 

1751

Rifacimento della cappella di S. Giuseppe.

 

1757

«Pianta del convento della B.M.V. in Coronata de RRPP. Eremitani di S. Agostino, con case, giardini, ortalie, prati, aque, anessi. Con sue coerenze. Situato in Porta comasina Milano» (Milano, Archivio di Stato, Fondo Religione, Conventi p.a., cart. 1455). A questa data risulta che l'ala sud della biblioteca è già divisa in sei locali.

 

1797

Viene decretata la soppressione del convento, che viene completamente separato dalla chiesa, eccetto poche stanze per il Parroco.

 

1827

Iniziano i lavori di restauro della chiesa: si crea un «nuovo solidissimo tetto» e si chiede in una lettera inviata ai Signori Municipali di aprire due finestre per dare più luce.

 

1858

La chiesa viene dichiarata Parrocchia.

 

1860

Il preposto parroco Giovanni Usuelli fa ridipingere la facciata.

 

1870

Viene aperta la via Marsala sul lato sud della chiesa.

 

1874

Il convento, già adibito a caserma, viene convertito in scuola.

 

1902

Il chiostro grande viene considerato dal Comune di Milano nulla più che un vecchio fabbricato da abbattere per ampliare la Scuola di Agricoltura e consentire la vista dell'abside della chiesa.

 

1905-1911

Restauro storico dei muri perimetrali delle cappelle a sud, riordino di tutto il materiale decorativo dell'interno e dell'esterno in terracotta.

 

1908

Progetto di Gaetano Moretti, non attuato, per il restauro del convento.

 

1909

Primo progetto di restauro della facciata della chiesa.

 

1926

Ettore Modigliani e l'arch. Perrone si rendono conto della necessità di un restauro per il convento.

 

1928-1930

Varie relazioni che sottolineano i problemi statici e presentano alcuni ritrovamenti emersi durante i saggi di restauro della chiesa.

 

1938

Viene demolito l'angolo nord-est del grande chiostro, sulla via Milazzo, per costruire la sede del «Gruppo D'Annunzio», poi sede parte del Il Liceo Artistico Statale, e parte del Comando dei Vigili Urbani. In quest'occasione viene demolito anche il refettorio. Gli affreschi tuttavia furono staccati prima, come attesta la relazione del 1875 del Caimi, Consulente generale del Museo Patrio di Archeologia.

 

1943

L'incursione aerea del mese di agosto porta estese devastazioni al chiostro grande.

 

1950

Viene restaurato il chiostro.

 

1979-1984

Viene iniziato e compiuto il restauro della chiesa, sotto la cura della Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Milano (Arch. Sylvia Ponticelli Righini).

 

1983

In occasione del Convegno Internazionale «Milano nell'età di Ludovico il Moro» (28 febbraio - 4 marzo 1983), Maria Luisa Gatti Perer lancia un appello ufficiale per il recupero della Biblioteca.

 

1985

La Regione Lombardia promuove con un finanziamento F. I. L. il restauro della Biblioteca quattrocentesca. Il Lions Club al Cenacolo promuove lo scoprimento della decorazione quattrocentesca. Maria Luisa Gatti Perer presenta al Congresso Internazionale «Bramante a Milano» i risultati di una prima indagine, proponendo l'attribuzione dei Magistri Sacrae paginae a Zenale e alla sua scuola.

 

1987-88

Primi lavori per il recupero della Biblioteca.

 

1988 Novembre.

Nel piano di interventi urgenti predisposto dal Ministero in attuazione alla Legge 449 del 1987 per la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici della Lombardia Occidentale compare la chiesa di S. Maria Incoronata (assegnazione 500 milioni). «Beni Culturali - Lira per lira, luogo per luogo, opera per opera: così spenderemo i 645 mìliardi», Il Giornale dell'Arte. 61 (nov. 1988), 91.