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Complesso agostiniano e il Santuario
CONVENTO AGOSTINIANO DI S. MARIA DEL SOCCORSO CARTOCETO
Il monastero annesso al Santuario di Santa Maria del Soccorso a Cartoceto nelle Marche fu fondato durante il Giubileo del 1500 da frate Giacomo pellegrino agostiniano napoletano. Il culto alla Madonna del Soccorso è una devozione agostiniana di origini siciliane di lunga tradizione.
MADONNA DEL SOCCORSO
Scheda storica
Titolo caratteristico soprattutto nel riferimento iconografico affermatosi per la committenza agostiniana. Questo titolo inizia col secolo XIV a partire da ambienti agostiniani della Sicilia e si diffonde prima nell'Italia centrale e insulare, poi anche in altre zone dell'Europa e del mondo, sempre tramite la devozione popolare promossa dall'Ordine Agostiniano. Molti nostri conventi e chiese ebbero questo titolo e anche quando furono abbandonati proseguì tra i fedeli la devozione alla Madonna invocata con questo appellativo. L'origine si basa su tre fatti verificatisi a Palermo, sempre in relazione ad ambienti agostiniani. Chi ce li riferisce è lo scrittore agostiniano B. Attardi in un testo del 1741.
1. La prodigiosa guarigione di p. Nicola Bruno da Messina, priore del Convento di S. Agostino in Palermo. Il religioso nel 1306 si ammalò gravemente ed essendosi rivolto fiducioso alla Vergine Maria, la cui immagine era affrescala nella cappella di S. Martino della propria chiesa, ottenne che la Madonna gli apparisse nelle sembianze di quella immagine; concessa la guarigione, gli raccomandò di diffonderne la devozione con il titolo di "Madonna del Soccorso".
2. Il soccorso di Maria a favore di una mamma e di un bambino, minacciato dal diavolo. Una donna che viveva a Palermo, piuttosto iraconda, aveva la triste abitudine, quando si impazientiva con il proprio bambino, di imprecare; e un giorno, più sdegnata del solito, giunse addirittura ad invocare il demonio perché si prendesse quel fastidioso figlio: subito si presentò l'invocato spirito maligno con l'intento di avventarsi sull'innocente creatura. A questa vista la collerica mamma tanto si impressionò che, pentita, si mise a invocare: "Soccorso, Vergine Maria!" E prodigiosamente la Madonna intervenne presentandosi minacciosa con un bastone allo scopo di fugare il demonio, mentre il bimbo, riavutosi da tanta paura, si rivolge alla Vergine quasi a farsi scudo del suo manto per sfuggire al maligno. All'apparizione della Vergine il demonio subito disparve. La donna, recatasi alla chiesa di S. Agostino per ringraziare la Madonna, riconobbe nell'immagine venerata nella cappella di S. Martino la sua celeste soccorritrice e riconoscente si diede a celebrare i prodigi dovuti alla materna bontà di Maria.
3. Guarigione prodigiosa di una giovane inferma. L'avvenimento, sempre ambientato a Palermo, è di qualche anno più tardi, esattamente del 1315. Una giovane donna era da tempo gravemente inferma per una forma di irrimediabile paralisi, che la obbligava a rimanere fissa e dolorante nel suo letto. La sua preghiera venne accolta dalla Beata Vergine: apparsale in sonno, la destò per soccorrerla in un modo singolare, che ripropone l'ambiente agostiniano in cui si svolge il prodigioso intervento. La Vergine cinge l'inferma con la sua cintura d'argento, dicendole che non si sarebbe potuta sciogliere da quella cintura se non in quella chiesa ove avrebbe trovato un'immagine che somigliasse alle sembianze con cui le appariva al momento. Il volto cui alludeva la Vergine fu in seguito identificato con quello affrescato nella cappella di S. Martino della chiesa di S. Agostino in Palermo. Davanti a questa immagine la giovane inferma riuscì a sciogliersi la cinta guarendo istantaneamente.
Questi tre episodi - ambientati nello stesso luogo, riferiti alla stessa immagine e orientati allo stesso titolo - furono alla base di quella predicazione con la quale gli Agostiniani diffusero il titolo di Madonna del Soccorso, che però nella tradizione iconografica vede decisamente privilegialo il secondo episodio.
Questa serie di racconti con gli evidenti punti di confluenza permettono di tirare alcune conclusioni che danno il senso pieno di tutti gli elementi sia storici che tradizionali. Maria Vergine con il titolo di Madre del Soccorso è espressiva del senso devozionale degli Agostiniani di ambiente siciliano. Questo titolo ebbe molta fortuna essendo fatto proprio dall'Ordine Agostiniano.
Qualche considerazione a parte merita il secondo episodio, in quanto determina in modo preciso e sicuro la tradizione iconografica attraverso la quale emergono elementi educativi del popolo cristiano: mai permettersi, né per scherzo né per superficialità, di nominare e tanto meno invocare il demonio; il devoto popolo cristiano sa però che dal maligno ci si può liberare e che la Madre di Gesù è il rifugio più sicuro dalle sue insidie. Infine l'esempio di frati pellegrini e predicatori come il B. Giacomo da Napoli, che nel 1500 porta a Cartoceto (PS) questa devozione e vi intitola un convento, è prova di come gli Agostiniani furono gli zelanti diffusori di questo titolo che onora Maria nella sua bontà soccorritrice nei confronti dei mali che affliggono l'umanità.
Scheda iconografica
Anche se nella tradizione del culto mariano si trovano titoli iconografici che si rifanno in vari modi al tema del "Soccorso", va subito precisato che il senso agostiniano di questo titolo ha un'unica e costante espressione iconografica, ben connotata nei suoi elementi: la Vergine Maria, una mamma, un bimbo e il diavolo. La distribuzione dei vari personaggi si pone nella logica di una tesi con intenti teologici e pedagogici ben evidenti.
- La Madonna sempre domina la scena, o scendendo dall'alto avvolta in un glorioso nimbo che ne sottolinea l'evento di apparizione, o imponente in primo piano in modo che giganteggi di fronte agli altri personaggi. L'atteggiamento è quello di brandire un bastone a minaccia del demonio, mentre l'altra mano dà senso di sicurezza e di protezione al bimbo malcapitato.
- La mamma, responsabile della presenza del demonio, è pentita e cosciente del suo errore; normalmente inginocchiata ai piedi della Vergine, a volte in atteggiamento supplice, altre con i segni evidenti di chi disperatamente invoca aiuto.
- Il bimbo, disposto per lo più in basso alla scena, il più delle volte in piedi, in atto di cercare rifugio presso la Vergine che gli dà sicurezza proteggendolo dal diavolo; qualche volta è invece piccolo, deposto nella sua culla, quasi non si renda conto dell'avvenimento in cui è coinvolto.
- Il demonio, sproporzionatamente piccolo in confronto alla Madonna, brutto e ridicolo, a volte in fuga e umiliato, altre in atteggiamento di un ultimo disperato tentativo di contendere il bimbo alla Vergine.
La scena è composta su uno sfondo più o meno sviluppato e spazioso sia che si tratti di ambienti architettonici che paesaggistici. Raramente è dato vedere l'inserimento nella scena di qualche santo agostiniano; in questo caso il preferito è S. Nicola da Tolentino. Quando il quadro è commissionato per un interesse particolare, può contenere elementi più specifici, come nell'ultimo espressivo dipinto di Fulvio Del Vecchio (1994), dove è inserito in preghiera, come per sostenere la mamma nell'attesa dell'intervento celeste, il Beato Giacomo da Napoli che fu all'origine del Santuario di Cartoceto, e naturalmente il convento che ne ripropone ancora il titolo.
Scheda liturgica
Gli elementi che permettono rilievi liturgici di questo titolo e la venerazione che ne propagò l'Ordine Agostiniano mettono in evidenza come la devozione popolare abbia avuto più risalto di quanto non ne avessero i testi della preghiera ufficiale. Il 4 febbraio 1804, per intervento del Sacrista Pontificio Ven. Giuseppe B. Menochio, viene approvato e concesso ai Religiosi della Provincia Agostiniana di Sicilia l'Ufficio proprio con Messa in onore della B. V. Maria detta "del Soccorso", con la qualifica di "rito doppio maggiore". Per lo stesso intervento, con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 24 marzo 1804, il Papa Pio VII estendeva a tutto l'Ordine Agostiniano l'Ufficio e la Messa propria della Madonna del Soccorso. In tutti i libri liturgici dell'Ordine la venerazione a questo titolo è fissata al 13 maggio.
Nell'ultima edizione del Messale e del Libro delle Ore la memoria di questa tradizione tanto radicata tra gli Agostiniani è incomprensibilmente scomparsa. Negli ultimi decenni il titolo, la storia e l'iconografia della Madonna del Soccorso, ritornata in auge per una serie di studi e ricerche, ha risuscitato la sensibilità di molti agostiniani d'Italia. Sono in corso lodevoli tentativi di riproporne la festa liturgica. Nell'ultima edizione del Rituale Agostiniano la Madonna del Soccorso è indicata tra i quattro titolo agostiniani mariani.