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CONVENTI agostinianI: Tolentino

La cappella delle Sante Braccia

Cappella delle sante braccia

 

 

CONVENTO AGOSTINIANO DI S. NICOLA A TOLENTINO

 

 

 

LA CAPPELLA DELLE SANTE BRACCIA

 

La decorazione delle pareti del primo e secondo vano sono del maestro scagliolista Stefano da Morrovalle (1819). Verso il 1850 un'ulteriore opera di decorazione fu affidata al pittore tolentinate Emidio Pallotta che integrò l'empireo della cupola, eseguì le tele nei pennacchi con la raffigurazione dei quattro pontefici più benemeriti del santuario e cioè Eugenio IV, Alessandro VII, Pio VI, Leone XII e commise al maestro scagliolista e statuario moglianese Giambattista Latini l'esecuzione dei putti e delle statue allegoriche.

La cappella delle Sante Braccia: ritratto di san Nicola

Ritratto di san Nicola

Questi tre maestri si sono portati nella tomba il segreto di una speciale mistura di scagliola con altri ingredienti che dà l'esatta imitazione del marmo. Delle due tele ai lati, che sono votive delle due grandi repubbliche marinare italiane e celebrative dell'uso dei pani benedetti del Santo, l'estinzione di un incendio al palazzo ducale di Venezia è attribuibile al pittore fiammingo Mathias Stomer dopo il suo contatto con l'ambiente romano, l'altra, che raffigura la cessazione di una pestilenza a Genova, reca la firma del Carroncini.

Alla decorazione dell'absidiola ha lavorato il marmoraro romano Stefano Govarelli (1697). Il cassone in ferro battuto è del valente artigiano iesino Bernardino Pettoni (1484). L'immagine del Santo dietro l'altare è affresco della metà del XV secolo staccato dalla vecchia sagrestia ed è opera di Antonio da Fabriano secondo Berendson o di Gerolamo di Giovanni da Camerino secondo altri. Secondo la tradizione questa immagine riprodurrebbe i reali tratti fisionomici del santo tolentinate.