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CONVENTI agostinianI: Tolentino

La cripta di san Nicola

La cripta di san Nicola

 

 

CONVENTO AGOSTINIANO DI S. NICOLA A TOLENTINO

 

 

 

La Cripta di san Nicola

 

La cripta è stata ideata come ambiente architettonico adatto a strutturare l'interrato prodotto dagli scavi per il rinvenimento del corpo del Santo nel 1926; è stata ultimata nel 1932 su disegno dell'architetto Arnolfo Bizzarri.

La cripta di san Nicola

La cripta di san Nicola

La maschera e l'urna in argento massiccio (le formelle attualmente sono visibili nel museo dell'opera del santuario) sono opera dello scultore Enrico Celli e sono state realizzate dalla ditta Arnaldo Brandizzi di Roma. Nell'antico loculo in pietra, sovrastante il vano contenente l'urna, per quasi sei secoli è rimasto ignorato il corpo del Santo, mutilo delle braccia che nel 1932 furono prelevate dal cassone, assieme ai quattrocenteschi contenitori d'argento, e ricongiunte al corpo.

Si operò allora un sommario processo di ricognizione. Nel 1976, cinquantenario del rinvenimento, è stata operata una nuova ricognizione, condotta con estremo rigore scientifico, nel settore antropometrico dal prof. Giulio Marinozzi della cattedra di anatomia dell'università di Roma, coadiuvato dal dotto Franco Belluigi di Tolentino, e per il settore immuno-ematologico dai proff. Damiano Zaccheo, Athos La Cavera, Franco La Cavera e Francesco De Stefano dell'istituto di anatomia umana normale e dell'istituto di medicina legale dell'università di Genova. La recente ricognizione non lascia adito a dubbi sull'identità dei resti mortali del Santo.

Di recente operazione sono anche le ventinove formelle in cemento e scagliola che fasciano le pareti. Sono opera dello scultore agostiniano Stefano Pigini da Castelfidardo che fondendo con abilità i valori plastici delle masse con quelli cromatici di luce e colore è riuscito a far coincidere nella varia trattazione l'episodio storico col contenuto della fede e della religiosità. Il fortunato ritrovamento nel 1926 del corpo di S. Nicola, a lungo perseguito nei secoli dagli Agostiniani, permise il completamento dello schema tipologico di un tempio dedicatorio al Santo, con la creazione della cripta sotterranea. Questa venne edificata nel 1932, esattamente sotto il pavimento del Cappellone, dove insiste l'arca quattrocentesca, e nel luogo dove effettivamente venne ritrovato il sacro corpo.

Il progetto si deve all'architetto Arnolfo Bizzarri, il quale riferendosi all'epoca della morte del santo (1305) non volle discostarsi dallo schema gotico della cripta con volte a crociera costolonate su pilastri a fascio polistili, le cui basi e i capitelli richiamano direttamente quelli del chiostro medievale. La stilizzazione delle cornici, degli intagli, dei capitelli, dei costoloni e della porticina del Tabernacolo sono opera dei tolentinati Guido Zazzaretta e Luigi Pettinari. Originariamente le pareti erano ornate da bassorilievi di Enrico Pallorito, poi restaurati e collocati nel museo degli ex voto.

Nel 1975 sono stati sostituiti da altri bassorilievi dello scultore agostiniano Stefano Pigini, di cui numerose opere arricchiscono il chiostrino e altre parti del convento.