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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Italia > TolentinoCONVENTI agostinianI: Tolentino
Facciata della Basilica di san Nicola
CONVENTO AGOSTINIANO DI S. NICOLA A TOLENTINO
Il Portale
Il portale della Basilica, originariamente a capanna, venne abbellito nel quarto decennio del 15° secolo dallo splendido portale di Nanni di Bartolo. Con l'arrivo degli Agostiniani della Congregazione di Lombardia fu in più riprese rielaborata fino all'attuale configurazione. Nel 1519 fu ammattonata la piazza antistante; nel 1630 FLORINDO ORLANDI di Cagli inquadrò il portale quattrocentesco in un plastico prospetto tardo manierista in travertino, conducendolo sino al cornicione del primo ordine.
Per il completamento della facciata bisognerà attendere più di un secolo quando, il 4 giugno del 1757, verrà stipulato un contratto con lo scalpellino GIOVANNI ANDREA ASCANI da Sant'Ippolito di Pesaro, il quale si impegnò al restauro del preesistente ed al completamento dell'ordine superiore incompiuto del prospetto. Il grande portale presenta un'architettura in stile gotico fiorito e fa da cornice ad un ricco complemento scultoreo. Le iscrizioni coeve a destra e a sinistra ci informano che il portale fu commissionato dal condottiero tolentinate Niccolò Mauruzi allo scultore fiorentino, discepolo di Donatello, NANNI DI BARTOLO detto "Il Rosso" nel 1432.
Quando il Mauruzi morì tre anni dopo, il portale non era ancora installato e nel 1435 la sua realizzazione fu sollecitata dal fratello ed erede Battista. Nicolò Mauruzi, detto il Tolentino, aveva conosciuto lo scultore a Venezia prima di passare dal servizio della Serenissima al servizio di Firenze. Nanni di Bartolo, attivo dal 1419, prima di venire a Tolentino, era stato collaboratore di Donatello alle statue del campanile, poi era stato attivo a Verona al monumento Brenzoni in S. Fermo e quindi a Venezia col Giudizio di Salomone al palazzo ducale. L'opera tolentinate ha nel tracciato ogivale S. Giorgio che uccide il drago, nel tracciato semicircolare la Vergine e Bambino fra S. Agostino e S. Nicola. Le due statue laterali e i sei bassorilievi raffigurano gli otto agiografi del Nuovo Testamento, dall'alto e da sinistra Matteo (la bellissima testa romana è posticcia), Giovanni, Marco, Luca, Giacomo, Giuda Taddeo, Pietro e Paolo (iconografia incerta). Nel pregevole monumento si compongono la preziosità e l'incidenza della linea del gotico fiorito con gli effetti spaziali del primo Rinascimento, uno spiccato accento realistico di maniera fiorentino donatellesca col gusto ornamentale tipicamente veneziano.
Il Portale di Nanni di Bartolo
La facciata rimase in cotto fino al 1628, anno in cui si iniziò la rivestitura in travertino; l'opera fu condotta a termine fra il 1757 e il 1766 dal maestro scalpellino Giovanni Andrea Ascani di S. Ippolito di Fossombrone con travertino della cava di S. Eustachio di S. Severino. Oltre alla cornice architettonica, il portale comprende i sei rilievi dei pilastri raffiguranti santi, tra cui - alla sinistra e alla destra della fila più in basso - si possono identificare S. Pietro e S. Giovanni Battista. Lo stemma Mauruzi occupa i pennacchi. Sopra i piloni ai due lati stanno l'Angelo e la Vergine Annunziata; la testa del primo è stata poco felicemente sostituita con un reperto archeologico di epoca romana.
Al centro della lunetta sta la Madonna col Bambino, che ha alla sua destra S. Agostino, fondatore dell'Ordine Agostiniano, alla sinistra S. Nicola da Tolentino, nonostante che la sua canonizzazione avvenisse più di un decennio dopo il compimento del portale. Sopra la lunetta è raffigurato S. Giorgio e il drago, la cui inclusione può essere stata ispirata dalla devozione del Mauruzi al santo patrono dei cavalieri. Sopra la trabeazione maggiore della facciata, che la divide dal portale, la statua dell'Eterno Padre, con la mano destra sollevata a benedire. Ai fianchi della Basilica sono visibili le mura perimetrali della prima costruzione col coronamento ad archetti pensili. Al fianco settentrionale dell'antico presbiterio si incastona il campanile dalle chiare forme tardo gotiche, leggibili nelle finestrature ogivali trilobate della cella.
Iniziato nel corso del Trecento, esso risultava ancora in costruzione nel 1433, mentre un documento nel 1492 lo dà come esistente. Nel 1519 ne fu ricostruito il pinnacolo, danneggiato da un fulmine. L'ultimo ordine oltre il cornicione e la copertura a cuspide mistilinea con la sfera dicono invece che il suo attuale coronamento è opera del Settecento