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COnventi agostiniani: Casale Monferrato

Affresco con storie di san Nicola

Petizione a papa Giovanni XXII per la canonizzazione

di san Nicola da Tolentino

 

 

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO DI CASALE MONFERRATO

 

 

 

Questo convento fu affidato nel 1330 all'Ordine Eremitano di sant'Agostino. Nel chiostro del convento fu dipinto da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo un bellissimo ciclo, dalla forte capacità evocativa, con Storie della Vita di san Nicola da Tolentino.

Se ne conoscono undici scene oggi conservate, dopo lo stacco, nel Museo Civico di Casale Monferrato. Quella a fianco ricorda la petizione a Giovanni XXII per la canonizzazione di san Nicola.

A metà della centralissima via Roma a Casale Monferrato si innalza l'ex chiesa di Santa Croce, caratteristica per la sua facciata rossa. L'edificio venne eretto per contenere un frammento della croce di Cristo.

Di tutta la struttura oggi resta solo il chiostro di Santa Croce, un ex convento agostiniano fondato attorno al XIII secolo. Nel corso dei secoli chiesa e convento sono stati più volte ampliati, trasformati e destinati ad vari usi. Dietro la facciata neoclassica della chiesa, un'opera del Magnocavalli del 1758, si apre il chiostro, caratterizzato da colonne trecentesche in cotto che si presentano di stili differenti.

Il suggestivo chiostro di Santa Croce un tempo era decorato e in alcune lunette erano state dipinte scene con episodi della vita di san Nicola da Tolentino. L'attribuzione degli affreschi è controversa: certa critica li attribuisce a Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, altri critici e storici dell'arte vi riconoscono la mano di un certo Alberini.

Queste lunette sono attualmente custodite al piano terreno del Museo Civico che ha sede nei locali dell'ex convento. Precisamente si trovano nella Sala delle Lunette, che prende il suo nome proprio dagli affreschi di Guglielmo Caccia che raffigurano le "Storie di San Nicola da Tolentino" e che sono stati strappati dal chiostro e fissati su tela.

Oggi l'ex convento ospita il Museo Civico, istituito a metà dell'Ottocento con il legato di Clara Cocconito Leardi, che donò alla città la collezione di cultura extraeuropea formata da Carlo Vidua.

Sulla parete esterna, sotto il porticato, si conserva ancora l'antico accesso alla sala con una decorazione tardo quattrocentesca.