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COnventi agostiniani: Cagliari

Entrata alla chiesa di sant'Agostino a Cagliari

Entrata alla chiesa

 

 

 

 

 

 

CONVENTO DI S. AGOSTINO DI CAGLIARI

 

 

 

Sull'area dove oggi si trova la cripta di sant'Agostino sorgeva la chiesa di S. Agostino extra muros: nelle vicinanze c'era anche un convento, che secondo la tradizione sarebbe stato fondato dallo stesso Agostino durante una predicazione nell'isola. Il convento fu demolito sotto Filippo II per poter costruire la cinta fortificata. Fu ricostruito poco lontano, nel quartiere della Marina, all'interno delle mura. Intorno alla metà del Seicento la demolizione dell'antico convento fu completata e fu salvata solo una piccola cappella che sovrastava il santuario sotterraneo. Con la sistemazione del Largo Carlo Felice, nel 1884 la cappella fu in parte demolita per riallineare la facciata col tracciato del Largo.

Sulla sua area fu alzato un palazzo progettato da Dionigi Scano. L'intervento fortunatamente non toccò la cripta, dalla forma rettangolare anche se irregolare di circa 5x3 m, alta circa 4. L'ambiente è interamente intonacato e sembra riutilizzi una piccola grotta naturale o un preesistente ambiente ipogeo, probabilmente di epoca romana.

Sulla parete di fondo si trova l'edicola dell'altare, con una piccola nicchia scavata nella parete, che ospita la statua di Agostino in gesto benedicente. Dietro l'altare c'è un luogo di particolare venerazione poiché, secondo la tradizione, era il sito dove era conservata la cassa del Santo. Ancora oggi c'è una fossa lunga poco più di un metro, stretta e poco profonda che contiene una fonte d'acqua limpida e trasparente. La tradizione popolare attribuiva qualità miracolose a quest'acqua. Veniva portata nelle case per la guarigione degli infermi, come è ricordato da una lapide della cappella superiore che risale forse al Seicento. Il testo fu letto dal canonico Giovanni Spano, che lo trascrisse accuratamente nella sua Guida della città e dintorni di Cagliari.

Scritta in latino, la lapide ricordava che in quel luogo erano state conservate per 221 anni le spoglie di Agostino. Il testo raccomandava il passante a fermarsi e va enerare quel "loculum".

Anche se il corpo del santo non riposava più in quella grotta, concludeva l'iscrizione, a causa delle invasioni saracene (defecit corpus Saracenorum tirrannide) restava quell'acqua miracolosa che era uno straordinario dono del Santo per guarire gli infermi (mansit tamen mirifica aqua ad infirmorum levamen). L'epigrafe è stata rimossa nel 1864 quando fu arretrata la facciata della cappella e gli ambienti furono inglobati nel costruendo palazzo Accardo.