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CONVENTI agostinianI: San Sepolcro

Navata centrale della chiesa agostiniana a San Sepolcro

Navata centrale della chiesa agostiniana

 

 

CONVENTO AGOSTINIANO DI SAN SEPOLCRO

 

 

 

Il convento di San Sepolcro è stato oggetto di due studi interessanti di A. Czortek apparsi su Analecta Augustiniana e precisamente "Gli eremiti di Sant'Agostino a Sansepolcro nei secoli XIII e XIV " (2000, pp. 5-49) e ancora "I frati Eremiti di Sant'Agostino a Sansepolcro nel XIV secolo attraverso i testamenti " (2001, pp. 67-178). Lo studioso nell'approfondire l'argomento spazia sulla storia agostiniana in tutto il territorio toscano ed anche oltre.

Nei secoli XIII e XIV il convento di San Sepolcro apparteneva alla Provincia della Valle di Spoleto. Questa provincia documentata dal 1272 raggruppava gli insediamenti brettinesi, giamboniti e degli eremiti di Toscana che erano confluiti nell'Ordine agostiniano. Il convento pertanto era sorto precedentemente alla Grande Unione del 1256 ed apparteneva a un movimento eremitico fra i tanti che caratterizzavano la vita spirituale dell'alta valle del Tevere nel Duecento. La più parte degli studiosi ritiene che il convento appartenesse ai giamboniti. Nel 1281 al tempo del priore generale Francesco da Reggio, quando il convento fu gravemente danneggiato dalla guerra fra aretini e Borghesi, gli agostiniani ottengono il permesso di costruire nel "loco qui vulgo dicitur Venture Guidale" messo a  disposizione dal Comune, "oratorium in quo possint cum altari viatico celebrare divina, et alia facere, quae ad expedictionem dicti loci necessaria videbuntur, et situm loci ampliari."

Il nuovo complesso conventuale presenta rilevanti dimensioni e occupa l'area compresa tra l'Agio degli Abbarbagliati e la più antica chiesa di san Gregorio. Nel 1362 il convento si articola in chiesa, oratorio, dormitorio dei frati, case e officine. Nel 1374 si parla anche di un viridarium.

Nel 1555 la comunità di monaci è costretta ad abbandonare l'antico insediamento per trasferirsi presso la pieve di santa Maria. Fino al 1577 vengono eseguiti lavori di ristrutturazione che alterano profondamente la struttura due-trecentesca del complesso. Presso la Pieve di santa Maria i monaci, dopo molte peripezie, riescono a costruire nel 1594 un convento. Nel 1770, viste le pessime condizioni della chiesa, si decide di ricostruirla. Nel 1773 era pronto il rustico che comprendeva tutto lo spazio della vecchia navata centrale. Nel 1778 il convento venne aggregato alla Provincia senese. La chiesa venne finalmente terminata e il 28 agosto 1785 fu consacrata con il titolo di sant'Agostino da mons. Costaguti.

Con l'arrivo di Napoleone il convento fu soppresso nel 1808, ma i frati se ne erano già andati via da qualche anno. Quando nel 1816 i conventi vennero riaperti, quello agostiniano fu affidato ai Servi di Maria, alla cui congregazione apparteneva il vescovo di san Sepolcro.

Gli affreschi che ornavano il chiostro sono attualmente in condizioni precarie. Le scene rimaste narrano episodi della vita di sant'Agostino che sono stati fedelmente ripresi dalle stampe dell'incisore fiammingo Schelte che furono pubblicate a Parigi nel 1624. Queste stampe ebbero una larga diffusione e soprattutto una grande fortuna iconografica. Gli affreschi di San Sepolcro sono dunque posteriori al 1624 e probabilmente vanno datati nei primi decenni di metà Seicento. Sono infatti del tutto simili a quelli che dipinse a pochi km di distanza Guasparini nel 1669 per il chiostro del convento agostiniano di Cortona.