Contenuto
Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Conventualismo > Monasteri > Spagna > Mata de CuéllarConventi agostiniani IN SPAGNA: Mata de Cuéllar
Il luogo dove sorgeva il monastero di Nuestra Señora a Mata de Cuellar
IL CONVENTO DI NOSTRA SIGNORA DEL PINO A MATA DE CUELLAR
Il monastero di Nuestra Señora, noto anche come Madonna delle Grazie, era un monastero che Agostiniani Scalzi avevano fondato a Mata de Cuéllar, i cui resti si trovano in una pineta cittadina a circa 1400 m. dal nucleo urbano, sulla riva sinistra del fiume Cega.
La presenza abbondante sulla superficie dei resti della costruzione e di frammenti di vasellame distribuiti attorno a quest'area confermerebbero la posizione del monastero in questo luogo.
Il complesso è stato fondato nel tardo XIV secolo o all'inizio del XV secolo da Alfonso García de Cuellar, governatore dell'Alcazar di Segovia e capo contabile di Enrico III di Castiglia.
Nel 1835 venne chiuso e cadde in rovina a causa dell'applicazione del decreto di espropriazione di Mendizábal.
In questo convento visse, tra gli altri, Fray Francisco de Castro, originario del convento della Madonna delle Grazie a Medina del Campo (Valladolid) e Santo Tommaso da Villanova, che qui si trovava quando fu nominato arcivescovo di Valencia nel 1544.
Santo Tomás de Villanueva (1486-1555) è stato docente di filosofia presso le università di Alcalá e Salamanca e in seguito entrò nell'ordine agostiniano. Ordinato sacerdote nel 1520, fu consigliere spirituale di Carlo V, e dovette accettare, suo malgrado, l'arcivescovado di Valencia. Questa carica lo impegnò in una vasta campagna di riforma della disciplina ecclesiastica in un territorio che conservava un substrato moresco molto importante. Il suo episcopato si distinse per l'austerità e la ricchezza delle opere sociali che riuscì a compiere. Lo storico Rojas ritiene che san Tommaso risiedette nel convento nei suoi primi anni da monaco, e dove fu nominato per la prima volta priore. Una ulteriore documentazione conferma la sua presenza nel convento di La Mata nell'ottobre del 1544, quando vi fece un ritiro spirituale, in occasione della nomina a vescovo della cattedra di Valencia (Lettera a D. Francisco de los Cobos, 8-IX-1544, AGS, Stato, gamba 293).
Fray Luis de León si trovava in questo convento nel 1589, dove presentò il suo testo noto come "La via della Vita", che avrebbe regolato la vita nei monasteri degli Agostiniani Recolletti. Tra i frequentatori di questo convento troviamo anche il frate agostiniano Francisco de Castro (+1603), stimato come "venerabile" dai cronisti dell'Ordine, che preferiva i monasteri di piccole dimensioni, come quello caso di La Mata (Cronaca Agustiniana Spirituale: vite di santi, beati e religioso dell'Ordine di Sant'Agostino suo grande padre venerabile ... di Sebastian Portillo e Aguilar, edito nell'anno 1651. Volume IV, 214 ...)
Questo monastero venne utilizzato come luogo di sepoltura da alcuni membri della famiglia Henestrosa, l'erede al patrocinio del convento, come lo storico Rojas descrive nella vita di Gomez Gonzalez. E' il caso di Diego Lopez de Henestrosa, di Cordoba, la quarta nipote del fondatore del convento, e Catherine de Quesada, sua moglie (anno 1565). Diego Lopez era il figlio maggiore di Martin Lopez de Córdoba Hinestrosa. In alcuni documenti medievali viene citato il monastero di Santa Maria del Pino, come luogo di assemblea dei rappresentanti di Cuéllar e di Iscar, riuniti per chiarire le modalità per applicare multe e embarghi (XV secolo).