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Storia dell'Ordine Agostiniano: il ramo femminile

Lapide che ricorda la presenza di vergini consacrate a Dio a Douggha in Tunisia, antica città romana

 

Douggha: Lapide che ricorda la presenza di vergini consacrate a Dio

 

 

MONACHE AGOSTINIANE IN AFRICA

 

 

 

Le monache agostiniane richiamano la loro origine a S. Agostino. Già nel IV sec. d. C. esistevano in Africa delle vergini consacrate a Dio, che ricevevano dal vescovo il sacro velo. Non esisteva ancora tuttavia vita comunitaria poiché ciascuna di esse viveva nella propria casa. Sant'Agostino le volle raccolte in monasteri, soggette ad una vita di comunità, sottoposte ad una regola e ad una superiora. In uno di questi monasteri vissero alcune nipoti del Santo e probabilmente per diversi anni fu superiora una sua sorella, non nota da altre fonti (Possidio, Vita Augustini).

In un monastero visse certamente santa Melania junior, la cara benefattrice di Alipio e dello stesso Agostino. Nipote di Melania seniore, nacque nel 383 dal di lei figlio Publicola e da Albina, della gens Ceionia. Sull'esempio della zia e di altre ragazze dell'aristocrazia romana anch'essa si votò alla vita ascetica, incontrando tuttavia l'opposizione dei genitori, tanto che a 14 anni dovette sposarsi con Valerio Piniano.

Dopo una malattia e la morte di due figli, questi due coniugi decisero di votarsi a Dio e contro la volontà dei parenti e del Senato distribuirono ai poveri il loro patrimonio e liberarono 8000 schiavi. Nel 408 si ritirarono nella loro villa presso lo stretto di Sicilia e infine si rifugiarono in Africa a Tagaste, presso Alipio (Ep. 124, PL 33 lettere di Agostino). Nel 417 si diressero a Gerusalemme dove fondarono un monastero per vergini e poi uno per uomini. Melania morì il 31 dicembre del 439 e il monaco Geronzio, che governò i monasteri da lei fondati, ne scrisse la vita (BHG. 1241-1242, BHL. 5885).

Il monachesimo agostiniano delle vergini in terra d'Africa subì un duro colpo con il sopraggiungere dei Vandali, principalmente durante il regno di Unnerico. Alla invasione vandalica subentrò nel 700 la persecuzione saracena, che procurò il martirio a molte vergini agostiniane, tanto che furono soppressi completamente i monasteri che Agostino morendo aveva lasciato alla Chiesa "piena di Vergini", secondo la testimonianza di Possidio, e quelli che i vescovi suoi discepoli avevano eretto dietro il suo esempio in tutta l'Africa. Dall'Africa la regola si espanse in Europa. Molti codici anteriori al 1400,che contengono la regola agostiniana adattata alle monache, comprovano che anche in questo continente sorsero molti monasteri di agostiniane.

Tutti questi monasteri sottostavano alla giurisdizione dei vescovi ed é soltanto nel 1401 che papa Bonifacio IX concesse agli Eremitani di S. Agostino la facoltà di istituire comunità di monache con l'abito, la regola, i privilegi del loro ordine, come era già stato concesso ai Frati minori e ai predicatori. Nelle Costituzioni dell'Ordine agostiniano edite dal priore generale Taddeo Perusino nel 1581 troviamo un capitolo che tratta proprio questo aspetto, il De cura ac regimine Monalium Nostri Sacri Ordinis, che cerca di dare una certa uniformità di vita alle monache nonché di applicare anche ad esse le nuove disposizioni emerse dal Concilio di Trento. Oggi, dopo varie soppressioni, rimangono solo un centinaio di monasteri di monache di clausura agostiniane (Nel 1948 le statistiche parlavano di 134 monasteri esistenti).

Tutti sono sotto la diretta giurisdizione dei vescovi tranne quello di S. Rita da Cascia (cfr. Christiani Lupi Iprensis, Opera Omnia, XII, Venezia I729 cap. 32 e W. Humpfer, Monasteria Monalium ord. S. Augustini, in Annalecta Augustiniana, XV, Roma 1933, 172-179.)