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Le suore agostiniane in preghiera nella cappella del monastero
MONASTERO DI SANTA CATERINA
La Chiesa di S. Caterina: storia e architettura
La chiesa risale al periodo degli umiliati, i quali dedicarono un oratorio già esistente a S. Caterina d'Alessandria. L'attuale chiesa è stata consacrata da Monsignor Filippo Archinto - Vescovo di Como - il 3 maggio del 1616.
La data di fondazione della primitiva chiesa è ignota, ma si sa che gli umiliati erano già presenti dal 1291. La denominazione "Santa Caterina" appare solo nel 1382. Nel 1550 è eretto un ospedale e i frati si occupano dell'assistenza dei malati. Vent'anni dopo l'Ordine degli umiliati è soppresso dal Papa Pio V, in seguito all'attentato alla vita del Cardinal Borromeo che voleva riformare l'Ordine perché troppo rilassato.
Gli umiliati se ne partirono, lasciando la chiesa in uno stato pietoso, con un pozzo nel mezzo da dove venivano ad attingere quelli dell'ospedale. I lavori della nuova chiesa consacrata nel 1616, furono ultimati solo nel 1621. La chiesa come appare oggi è in stile barocco, ricca di pregevoli decorazioni e a stucco del 1700.
L'altare maggiore è in marmo settecentesco con la ricca grata che separa dal Coro interno delle monache. Il paliotto in scagliola, che costituiva l'unico altare, prima della riforma liturgica, è datato al 1741, opera di G. M. Pancaldi. Contemporaneo dell'altare potrebbe essere l'affresco della "Gloria di S. Agostino", al centro della volta, di Giuseppe Antonio Felice Orelli (1706-1744). Lo stesso Orelli sembrerebbe essere l'autore dello sposalizio mistico di S. Caterina d'Alessandria (la pala situata sopra l'altare) e della tela raffigurante la presentazione al Tempio di Maria (sulla sinistra della navata).
D'estrema raffinatezza è pure la cornice rococò della Madonna della Cintura o della consolazione, venerata dall'Ordine agostiniano (la statua è in legno dorato, del 1628-1630). Su entrambi i lati dell'altare in una nicchia, sono situati i due reliquiari di F. Torriani, datati al l676.
La cancellata seicentesca in ferro battuto del maestro Giovan Pietro Bustelli, separa la navata dal Presbiterio. Le vetrate donate da un benefattore (1930), raffigurano, partendo da sinistra: S. Margherita Alacoque, promotrice della devozione al Sacro Cuore, S. Chiara da Montefalco, monaca agostiniana con il Cristo crocifisso, S. Monica e S. Agostino nell'estasi di Ostia, S. Luigi Gonzaga, S. Agostino e S. Carlo Borromeo (sopra la bussola), e sulla destra San Tommaso da Villanova, Vescovo agostiniano, nell'atto di soccorrere i poveri. Nella cappella una tela opera del pittore Arturo Zanieri di Maccagno (Italia, 1949), raffigura Santa Rita da Cascia nel miracolo della spina.
Sopra il portone esterno in una nicchia è situata la statua in cemento di S. Caterina con la tradizionale ruota, strumento del suo martirio. Sul portone figurano infine quattro medaglioni dello scultore Ettore Calvelli (Milano), con Papa Giovanni XXIII, la Madonna di Lourdes, Giovanni Paolo II e un pellegrino. Le due campane ancora azionate a mano, sono rispettivamente del 1627 la piccola con l'impronta a rilievo della Madonna insieme a tre santi martiri, e del 1826 la grande, con il crocifisso, Sant'Agostino, S. Giuseppe e S. Caterina d'Alessandria.
S. Caterina d'Alessandria patrona della Chiesa e del monastero
Di S. Caterina, vissuta fra il 200 e il 300, si hanno poche notizie certe; si sa che si convertì al cristianesimo e subì il martirio per difendere la fede cattolica. Le sue spoglie sono conservate nel monastero ortodosso di S. Caterina sul monte Sinai. Le principali vicende della sua vita sono desunte da una "passio" del VI secolo, ma nel racconto s'intrecciano notizie storiche e leggendarie, per cui è difficile tracciare una netta linea di demarcazione. L'imperatore Massimino, ostile alla religione cattolica, recatosi ad Alessandria ordinò che tutti i suoi sudditi immolassero animali agli dèi.
Il chiostro e la chiesa del monastero
Caterina, di stirpe regale e appena diciottenne, si recò al tempio per rincuorare i cristiani e incitarli alla resistenza. L'imperatore la fece condurre al palazzo dove convocò retori e filosofi per confondere la scienza di Caterina ma questi, alle parole di lei, si convertirono al cristianesimo: furono tutti condannati ad essere bruciati vivi.
L'imperatore tentò con astuzia di sedurre la santa con offerte di matrimonio e ricchezze, ma Caterina, ormai votata a Cristo, si rifiutò; fu imprigionata e sottoposta al supplizio delle ruote appuntite (per questo è spesso raffigurata con una ruota) ma l'intercessione di un angelo la trasse in salvo. La Santa fu allora decapitata e, narra la leggenda, dal suo collo sgorgò latte invece di sangue; gli angeli trasportarono il suo corpo sul monte Sinai, il 25 novembre del 305, dove si trova tutt'oggi.
Il culto di S. Caterina si diffuse rapidamente ed è venerata come patrona dei filosofi, dei costruttori di ruote, dei giovani studenti e delle sarte. Nella nostra chiesa, sopra la pala dell'altare, S. Caterina è raffigurata nell'atto di ricevere dal Bambino Gesù in braccio a sua madre, l'anello nuziale, segno del suo matrimonio mistico con Cristo.