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Conventi agostiniani Femminili: Savona

C.G. Ratti, I Santi Agostino e Monica contemplano la Trinità, particolari. Savona, Oratorio del Cristo Risorto, già chiesa della SS. Annunziata.

I Santi Agostino e Monica contemplano la Trinità, particolari.

Savona, Oratorio del Cristo Risorto, già chiesa della SS. Annunziata.

 

 

CONVENTO DELLA SS. ANNUNZIATA A SAVONA

 

 

Testo di Andrea Leonardi

 

Il monastero femminile della SS. Annunziata è ubicato all'altezza di Fossalvaria, luogo d'elezione per un gran numero di residenze fuoriporta del ceto dirigente savonese, in opposizione al complesso dei conventuali di San Francesco. Sostenitore della fondazione, già attiva dal 1464, è Sisto IV Della Rovere che emana una bolla nel 1479 ponendola sotto tutela dei Padri di Sant'Agostino; una presenza apprezzata pure dai vicini Padri di San Francesco e dall'aristocrazia cittadina – gli Spinola, i Del Carretto, i Sacco, i Sansoni, i Multedo e, in particolare, i Gavotti – orientata a eleggere il cenobio sede privilegiata per la monacazione delle proprie figlie. Nel 1492, a supporto dei lavori di fabbrica del monastero ancora in fase di insediamento intervengono i contributi tratti dalle rispettive doti di due nuove consorelle, Angela e Serafina Gavotti, con cui è acquistato un piazzale con annessi due edifici. La trasformazione edilizia delle strutture conventuali più antiche, attuata dopo la visita apostolica di monsignor Mascardi nel 1585, comporta, nel 1604, l'acquisto del palazzo con giardino di Gio Battista Gavotti in Fossalvaria che viene destinato a dormitorio. La costruzione della nuova chiesa del rinnovato monastero è conclusa nel 1606. Tra le testimonianze più antiche, probabilmente influenzate dal punto di vista iconografico dalle direttive teologiche di padre Gianbernardo Forte, raffinato pensatore, confessore delle monache e maestro di canto, vi è il polittico con l'Immacolata Concezione e Santi oggi alla Pinacoteca Civica di Savona, databile agli inizi del XVI secolo, un tema poi ripreso con l'Immacolata della Promessa, posta sull'altare destro della chiesa. In seguito, l'adeguamento dell'edificio religioso conventuale ai dettami post-tridentini ha determinato la trasformazione decorativa degli spazi quattrocinquecenteschi. Il presbiterio, ora dominato dalle raffigurazioni della Gloria dello Spirito Santo e degli Emblemi della Vergine di Gio Stefano Robatto, dovuti quasi certamente a una committenza Gavotti, è il perno intorno al quale ruota tutta l'ornamentazione dello spazio circostante: la colomba purificatrice ricompare nei misteri dell'Annunciazione di Domenico Parodi, forse anche autore dell'altare maggiore progettato dal padre Filippo, nella settecentesca Assunzione della Vergine di Sebastiano Galeotti e, ancora, nell'ancona dedicata ai Santi Agostino e Monica di Carlo Giuseppe Ratti. Lungo il percorso della navata che conduce all'altare maggiore, le immagini sono invece orientate da un altro affresco di Galeotti, la Donna dell'Apocalisse, sul quale insistono gli stucchi dorati con le Virtù cardinali e teologali dispiegate lungo l'arco di accesso al presbiterio.