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L'Annunciazione di Antonio Puglieschi
CONVENTO DI S. GIOVANNI IN VALDARNO
ALLE ORIGINI DEL MONASTERO
Di particolare interesse architettonico è l'edificio di via Giovanni da San Giovanni situato sullo stesso lato della Pieve e caratterizzato da una facciata con portico terreno a quattro arcate. Le strutture laterizie sono riferibili al tardo Medio Evo. L'edificio svolse un ruolo importante nella storia degli "spedali" sangiovannesi e nelle origini del convento agostiniano. Qui, secondo gli storici locali, avrebbe avuto sede, tra i secoli XV e XVI, uno "spedale" per l'assistenza agli infermi. La struttura fu affidata dal rettore del medesimo e dai priori della comunità alle cure di quattro "onestissime donne monache" che aumentarono fino a trenta nell'anno 1528. Impoverite nei loro beni dalla "voracità" del fiume Arno che aveva allagato un loro podere e per le continue guerre, decisero di vivere in clausura e "principiarono a ridurre il suddetto spedale in forma di monastero". Questo sicuramente è il nucleo più antico e pertanto dovrebbe corrispondere a quello originario dell'attuale complesso della SS. Annunziata. Sin dalla fondazione il monastero andò consolidandosi secondo la regola agostiniana fino dai primi decenni del Cinquecento.
LA CHIESA E LE SUE OPERE D'ARTE
Sull'altare maggiore della chiesa si può ammirare il grande dipinto dell'Annunciazione che fu eseguito dal fiorentino Antonio Puglieschi nel 1685 in onore della SS. Annunziata "protettrice titolare di tal convento" (Giuseppe Maria Alberti nelle sue Notizie istoriche su San Giovanni Valdarno dell'anno 1754). La tela è uno splendido esempio di pittura tardo barocca. Il Puglieschi, artista molto attivo nell'area fiorentina negli anni tra Sei e Settecento, visse un momento decisivo per la sua formazione in un soggiorno romano di quattro anni alla scuola di Cino Ferri, stretto seguace e collaboratore di Pietro da Cortona, cioè di uno dei maggiori protagonisti dell'arte barocca. Ed al filone cortonesco può essere sostanzialmente ascritto il nostro autore, secondo moduli già acquisiti nel suo apprendistato fiorentino e maturati nell'esperienza romana nonché integrati da un contatto diretto con l'opera di stampo classicista di Carlo Maratta. E' ancora molto giovane il Puglieschi quando, appena tornato da Roma, affronta l'impegno di lavorare nella chiesetta sangiovannese allora in fase di ristrutturazione, ma già dimostra una notevole capacità assimilativa nei confronti delle componenti culturali delle quali si è nutrita e improntata la sua arte e che qualificati studiosi hanno puntualmente individuato anche nell' "Annunciazione".
A completamento del ciclo celebrativo della Madonna e della devozione mariana dell'Ordine agostiniano, Antonio Puglieschi nel 1685 dipinse nella volta della chiesa una Assunzione, che proseguiva idealmente l'opera avviata nella splendida tela dell'altare maggiore. Pur rimaneggiato, la struttura compositiva è ampiamente leggibile: le figure sono ordinatamente distribuite in due gruppi ben distinti: su un lato, in basso, gli astanti con lo sguardo rivolto verso l'alto, le braccia aperte in ammirato stupore o le mani giunte nella preghiera; al centro, librata nell'ascesa trionfale verso il cielo, la Madonna in gloria, attorniata da angeli festanti; un'inquadratura architettonica di altro autore fiorentino circonda l'affresco secondo un gusto decorativo tipicamente tardo barocco.