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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Guglielmiti > Storia dei GuglielmitiKasper Elm: DIFFUSIONE DEI GUGLIELMITI
S. Guglielmo d'Aquitania
Antonio Nasini (1643-1715)
LA DIFFUSIONE DELL'ORDINE DEI GUGLIELMITI NEI PAESI BASSI, IN FRANCIA, IN GERMANIA E IN ITALIA
(1245 - 1461)
di Kasper Elm
Il Codice 1124 della Bibilioteca Municipale di Cambrai, scritto fra il 1486 ed il 1506 da Giovanni de Monte, oltre ad altri documenti relativi alla storia dell'Ordine, contiene un elenco dei monasteri dell'Ordine, compilato attorno alla metà del XV secolo. La scarsa statistica, che mette in fila soltanto i nomi delle sedi, risulta completa solo per quanto riguarda i conventi della provincia francese. Il suo redattore potè utilizzare a tale scopo due elenchi approvati poco dopo il 1290 nell'ambito di un Capitolo Generale, dei quali il più dettagliato enumera in successione cronologica i monasteri fondati fino ad allora al di là delle Alpi. Sono invece lacunose le notizie sui conventi italiani, ma soprattutto su quelli tedeschi.
La scrittura e la localizzazione sono talmente rovinati ed errati, che in alcuni casi l'identificazione risulta impossibile. L'elenco ha inoltre l'inconveniente di aver fissato la consistenza dell'Ordine attorno alla metà del XV secolo. I monasteri andati perduti già nel XIII secolo vengono di conseguenza tralasciati, quelli fondati o progettati successivamente alla compilazione dell'elenco non vengono menzionati. Nonostante tali lacune, questo inventario dei conventi guglielmiti, l'unico finora, fu, secondo manoscritti dei monasteri di Aalst e Beveren, pubblicato da P. Sylvius, A. Miraeus e G. Heskens e più volte menzionato.
Per una reale vista d'insieme, esso non può che essere un ripiego che necessita di integrazioni, di ampliamenti e di precisazioni. Per i conventi di alcuni territori si è già tentato di farlo con maggiore o minore successo. W. Rein ha raccolto i nomi dei monasteri turingio-sassoni non menzionati tranne quello di Weissenborn, senza tuttavia raggiungere la completezza. G.C.A. Juten e dopo di lui L. Crick tentarono di migliorare l'elenco della provincia francese nella misura in cui esso concerneva i conventi situati nei Paesi Bassi e in Belgio, il che però riuscì loro solo in alcuni casi. J. Truttman e A. M. Burg svolsero una ricerca sulla storia di alcuni monasteri alsaziani senza però considerarli nel loro legame con le rimanenti filiali dell'Ordine. F. Roth, J. Hemmerle ed F. Rennhofer hanno registrato negli elenchi dei monasteri dell'Ordine degli Eremiti Agostiniani quelle case guglielmite che appartennero a quest'Ordine a partire dal 1266. Questi tentativi intrapresi per un interesse di parte non sono in grado, così come non lo è l'elenco del XV secolo, di fare chiarezza sulla diffusione dell'Ordine.
Quest'ultima, con la perdita di un archivio centrale dell'Ordine, può essere delineata soltanto attraverso l'analisi del materiale d'archivio conservato ed utilizzabile. Nella maggior parte dei casi queste fonti consentono di stabilire nome, periodo di fondazione e fondatore dei monasteri sorti a partire dal XIII secolo fra le Fiandre e la Boemia, fra la Vestfalia e la Toscana; non permettono tuttavia di delineare con la dovuta precisione il percorso della diffusione sorprendentemente rapida, mediante la quale il peso maggiore dell'Ordine fu trasferito dall'Italia verso l'Europa nord-occidentale. Ad esse manca la vivacità della rappresentazione e l'intimità della conoscenza delle persone, con cui Thomas von Eccleston racconta la partenza dei frati minori ed il loro arrivo in Inghilterra. Esse non hanno d'altronde neppure la precisione con cui la tradizione cistercense ha registrato i reciproci legami di dipendenza delle sue filiazioni, spesso molto ramificate, dal momento che nella maggior parte dei casi esse fanno riferimento soltanto alle sorti del singolo convento. Lo svantaggio rappresentato dal fatto di trarre da questo materiale poche informazioni sugli individui appartenenti all'Ordine e sul loro universo spirituale, ed in proporzione, molte informazioni sulla proprietà dei monasteri e sui loro negozi giuridici, viene compensato da altri vantaggi derivanti dalla natura di tali fonti.
I documenti informativi per la storia patrimoniale, i libri delle mappe catastali, i registri degli interessi, ecc. forniscono un quadro dei presupposti concreti che nel XIII secolo consentirono ad un Ordine relativamente poco importante di prender piede, al seguito di rivali di gran lunga più attrattivi, come i Francescani ed i Domenicani, in territori che in genere fin dalla loro cristianizzazione erano attraversati da una fitta rete di istituzioni monastiche, nella quale ai ricchi monasteri ed alle ricche abbazie dell'alto medioevo seguirono nel XII secolo numerosi conventi dei Cistercensi e dei Premostratensi. Essi mostrano dove e in quali circostanze economiche una volontà perseverante, convinta della missione della propria comunità, e che non rifuggiva la rinuncia ascetica, potè ancora trovare un spazio vitale anche nel tardo periodo del monachesimo medioevale.
A causa della pressochè totale mancanza di fonti sulla spiritualità dei Guglielmiti, si deve necessariamente cercare di ricostruire, a partire da questo materiale frammentario, dal tipo e dalla posizione dei conventi, dalla condotta di vita dei loro abitanti, dalle origini dei loro fondatori e dei loro benefattori, ciò che nel caso degli Ordini mendicanti, dei Cistercensi e dei Premostratensi emerge in maniera più diretta, e di gran lunga più "plastica" , dalle dichiarazioni e dai commenti dei fondatori degli Ordini, e dagli scritti dei loro membri: la spiritualità ed il volto dell'Ordine, che diedero ad esso quella particolare posizione fra i numerosi Ordini della Chiesa.