Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Monaci agostiniani > Medioevo > Gregorio Magno

monaci e cultura agostiniani nel medioevo: Gregorio Magno

Storie di san Gregorio dalla Pala d'altare dell'omonima cappella in S. Orso ad Aosta

 

Aosta: Storie di san Gregorio

 

 

Gregorio Magno

(540 - 604)

 

 

 

Gregorio I papa (Roma 504 - 604) di Agostino ebbe a dire: "Se bramate delizioso nutrimento, leggete le opere del beato Agostino, non vi curate della crusca (nostrum furfurem) quando avete il fiore del suo frumento .." (Gregorio Magno, Lib. VIII, Reg., cap. XXXVII)

 

Gregorio Magno nacque attorno al 540 dalla famiglia senatoriale romana degli Anici. Gregorio era figlio del senatore Gordiano e di Silvia. Alla morte del padre, fu eletto, giovanissimo, Prefetto di Roma. Seguace di Benedetto da Norcia, trasformò i suoi possedimenti romani (sul Celio) e siciliani in altrettanti monasteri e decise di farsi monaco. In questo periodo si dedicò con assiduità alla contemplazione dei misteri di Dio nella lettura della Bibbia.

Non poté restare a lungo nel suo convento del Celio poiché papa Pelagio II lo inviò come nunzio presso la corte di Costantinopoli, dove restò sei anni guadagnandosi la stima dell'imperatore Maurizio I, di cui tenne a battesimo il figlio Teodosio.

Al suo rientro a Roma, nel 586, tornò nel monastero sul Celio, dove rimase pochissimo, perché nel 590 fu eletto papa sulle insistenze del clero e del senato di Roma. Per implorare l'aiuto divino su Roma, afflitta da una terribile pestilenza, Gregorio con il popolo andò in processione per tre giorni consecutivi alla basilica di Santa Maria Maggiore. Cessata l'epidemia, una tardiva leggenda tramandò che, durante la processione, era apparso sulla mole Adriana l'arcangelo Michele che rimetteva la spada nel suo fodero a indicare simbolicamente che le preghiere dei fedeli erano state esaudite. Da allora la tomba di Adriano mutò il nome in quello di Castel Sant'Angelo, e una statua dell'angelo vi fu posta sulla cima. Gregorio fu uomo di azione, pratico e intraprendente (chiamato "l'ultimo dei Romani"), nonostante fosse fisicamente abbastanza esile e cagionevole di salute.  Trattò con il re visigoto Recaredo di Spagna, convertitosi al Cattolicesimo, e mantenne buone relazioni con i re franchi. Con l'aiuto di questi e della regina Brunchilde riuscì a ottenere la conversione della Britannia, che affidò ad Agostino di Canterbury, priore del convento di Sant'Andrea. In meno di due anni diecimila Angli, compreso il re del Kent, Edelberto, si convertirono. Si applicò anche all'Italia provata da alluvioni, carestie, pestilenze, amministrando la cosa pubblica con equità e supplendo all'incuria dei funzionari imperiali. Organizzò la difesa di Roma minacciata da Agilulfo, re dei longobardi, che riuscì ad avviare alla conversione. Intrattene uno scambio di lettere con il re della Barbagia, Ospitone, e cercò di dissuadere la popolazione dall'idolatria e dal paganesimo, convertendo Ospitone stesso al cristianesimo. Riorganizzò a fondo la liturgia romana, ordinando le fonti liturgiche anteriori e componendo nuovi testi, e promosse quel canto tipicamente liturgico che dal suo nome si chiama gregoriano. L'epistolario (ci sono pervenute 848 lettere) e le omelie al popolo ci documentano ampiamente sulla sua molteplice attività e dimostrano la sua grande familiarità con la Sacra Scrittura. Morì il 12 marzo 604.

 

Opere di Gregorio I

Sermoni (40 sui Vangeli sono riconosciuti come autentici, 22 su Ezechiele, 2 sul Cantico dei cantici)

Dialoghi - sulla vita di san Benedetto da Norcia

Moralia in Iob

Le regole per i pastori

Circa 850 lettere sono sopravvissute dal suo Registro papale delle lettere (Registrum Gregorii). Questa collezione serve come inestimabile fonte primaria su quegli anni.

L'Opera Omnia è stata curata dal Migne nella sua Patrologia Latina corredata dagli indici analitici.