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opera omnia di sant'agostino:  DE Beata Vita

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

DE BEATA VITA

 

 

 

Tempo e luogo

La discussione inizia il 13 novembre 386, trentaduesimo genetliaco di Agostino, e continua nei due giorni seguenti:

13 novembre, pomeriggio, nelle terme (cap. 2)

14 nelle terme (cap. 3)

15 all'aperto (cap. 4)

 

 

I dialoganti

Sono presentati da Agostino stesso a Manlio Teodoro. Hanno tutti ruolo esoterico, salvo che nell'intermezzo 2, 13-16:

Agostino non funge da scolarca e non usa la maieusi, si limita alla conclusione finale.

Monica rappresenta la saggezza al di fuori della tradizione classica; i suoi interventi, abbastanza frequenti, rilevano questa sua funzione.

Licenzio interviene ripetutamente e talora con la singolare capacità d'intuizione che lo caratterizza.

Trigezio rappresenta la pacata saggezza che segue alle esperienze.

Navigio è il personaggio essoterico per eccellenza; interviene soltanto tre volte.

Adeodato rappresenta la innocenza del pensiero per l'inesperienza della vita; interviene, dietro richiesta di Agostino, soltanto due volte.

Lastidiano e Rustico, cugini di Agostino, sono soltanto delle presenze.

 

Le opere di S. Agostino risultano fondamentali per comprendere come il Cristianesimo riuscì ad elaborare gli aspetti filosofici e sapienziali della cultura classica greco-latina. Questo processo permise al cristianesimo di arricchire in modo armonico e integrato il proprio corpus dogmatico e dottrinale. All'interno di questo percorso culturale-filosofico-teologico si pone risolutamente il De beata vita: si tratta di un breve lavoro in forma dialogica, scritto da Agostino pochi mesi dopo l'episodio milanese del tolle lege, da cui si avvia la sua conversione definitiva: come si comprende già dal titolo non a caso, identico a quello di un dialogo di Seneca, l’argomento è tra i più cari alla tarda antichità, dove la ricerca della vita serena si poneva come solida prospettiva di vita rispetto ai sussulti politici e sociali da cui era afflitto l'impero romano dell'ultimo periodo. La vivacità del dialogo è tale da far pensare che esso non sia finzione letteraria, come avveniva con gli autori suoi contemporanei. Agostino vi procede con sapiente arte maieutica, sollecitando e quasi estraendo dalle anime dei suoi interlocutori le risposte, esaminate e analizzate con acute argomentazioni, fino alla naturale soluzione che - proprio grazie a questo modo di procedere - si rivela al lettore con vivida e inconfutabile veridicità. Il De beata vita, per gli argomenti e per lo stile, è certamente uno dei lavori più scorrevoli e fluidi dell'intera opera agostiniana. Oltre che per i contenuti che propone, l'opera è raccomandata quale primo approccio alla complessa figura del santo vescovo di Ippona.

 

... DEIFICARI IN OTIO - immaginare Dio stando in requie: in questa frase risiede uno tra i principi centrali cui s'ispirarono la vita e l'opera di Sant'Agostino. Come l'immaginazione non è mai fantasia, ma severo e attento atto interiore, così il "deificare" ci fa riandare a un concetto che molti potrebbero considerare blasfemo, ma che tale non è. Essere attivi verso Dio non è concetto opposto alla contemplazione: come Giacobbe, forte contro Dio e contro gli uomini, combatté fino alla interiore Luce (l'alba), così l'ascesi indica una precisa "creazione ad Arte", una specifica "fabbricazione" volontaria dell'esperienza sacra. Il deificio interiore è quanto, eminentemente, viene adombrato nel binomio opere/grazia; Sant'Agostino più volte soleva dire che la fede priva di carità era fede morta, e aggiungeva charitas est vita cordis, o la carità è la vita del cuore. Le opere, il deificio, l'immaginazione, la carità, la vita del cuore sono tutte una stessa e medesima cosa. Da questa vita cordis promanano sia i suoi scritti filosofici ed esegetici che le altre opere di apologetica, oratoria, etica e polemica; parimenti essa si esprime nelle sue lettere (da quelle severe a quelle cordiali, da quelle di monito a quelle di altissima pastorale), che perciò non smettono di essere attuali, dopo aver ispirato a lungo il magistero ecclesiastico. Intelligente, unico, saldo e cordiale, Sant'Agostino quasi c'impone i suoi scritti. Come nei suoi lavori esegetici i Testi sacri rivivono di luce simbolica, superando la loro dimensione letterale e morale, così nei suoi scritti convive il Dio che agisce nella storia e la nostra possibilità di conoscerlo fuori da essa ...

[dall'introduzione al De Beata Vita di Giovanni Catapano. Questo autore si è specializzato presso l'Università di Padova nello studio delle opere giovanili di Agostino, su cui ha pubblicato numerosi saggi. La monografia Il concetto di filosofia nei primi scritti di Agostino (Roma 2001) ha ottenuto nel 2005 il Premio delle Pontificie Accademie. Di Agostino ha curato, nei Testi a fronte Bompiani, i volumi Sull'anima (2003) e Contro gli Accademici (2005)]