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opera omnia di sant'agostino:  LA GRANDEZZA DELL'ANIMA

Agostino vescovo scultura del XII sec. in S. Orso ad Aosta

Agostino vescovo scultura del XII sec.

 

 

LA GRANDEZZA DELL'ANIMA

 

 

 

Il De quantitate animae costituisce uno dei libri che Agostino scrisse nel suo soggiorno milanese. L'opera tuttavia venne conclusa verso il 389. L'argomento del libro si sviluppa sotto forma di dialogo fra Agostino ed Evodio le cui argomentazioni tendono a dimostrare che l'anima non appartiene alle realtà estese e che la sua grandezza è in termini di potenza.

Queste conversazioni fra Agostino e l'amico Evodio, avvennero nello stesso anno di battesimo di entrambi (387), probabilmente durante il soggiorno a Cassiciaco e furono rielaborate nel lungo periodo che si protrasse nell'attesa di poter salpare da Roma per l'Africa.

Si tratta quindi di un lavoro pensato in terra italiana, dove Agostino si era avvicinato al platonismo e convertito al cristianesimo, e scritto in terra africana, una sorta di opera di collegamento tra il retore e il pastore, tra il catecumeno e il mistico.

È in questo dialogo che si trovano alcune pagine famose sui gradi dell'ascesa dell'anima al primo principio e sulla teoria della sensazione, secondo una rilettura del platonismo e della dottrina cristiana che segnerà profondamente il pensiero dell'Occidente per i secoli a venire.