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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > CuzcoCICLo AGOSTINIANo a Cuzco

Agostino entra a Ippona
MAESTRO DI CUZCO
1660-1690
Cuzco, chiesa e convento de La Merced
Agostino entra a Ippona
Il dipinto illustra l'entrata di Agostino a Ippona con la rappresentazione della Cattedrale e del Palazzo arcivescovile della città di Lima. Realizzato su tela con la tecnica a olio, il quadro ci offre una spettacolare scena animata da una grande folla e da personaggi a cavallo. Agostino, a sinistra, si trova in mezzo a due gruppi di cavalieri che rappresentano i maggiorenti della città, che lo invitano ad avanzare e a prendere possesso della Cattedrale e dell'episcopio.
Fra la folla si notano di spalle alcuni frati agostiniani che procedono in direzione della chiesa accompagnati da un'ala di folla. Agostino, a cavallo, indossa una semplice cotta con una mantelletta grigia.
La didascalia in basso a destra spiega il contenuto del quadro: "Mueren los Santos Obispos S. Ambrocio y S. Valerio y Augustino se muda a su Palacio e Yglecia que dando Obispo proprietario de Hipona en donde se Recibe con magnifico a Compagnamiento y pompa de la Nobleza y Plebe."
L'entrata in Ippona di Agostino nella sua nuova condizione di vescovo della città è una rappresentazione assai rara e segue cronologicamente la morte del vescovo Valerio cui Agostino successe nella cattedra episcopale. In realtà Agostino in quel momento era già vescovo per desiderio e scelta dello stesso Valerio che lo aveva cooptato nella reggenza episcopale della città africana.
Anni prima Valerio aveva scritto ad Aurelio, come primate dell'Africa, manifestandogli la sua intenzione di avere Agostino, ordinato vescovo, come collega e suo futuro successore. In occasione d'una visita di Megalio, vescovo di Calama e primate di Numidia, Valerio gli presentò Agostino perchè l'ordinasse vescovo. Megalio tuttavia si opponeva, e non tanto perchè la cosa non fosse lecita ma perché sapeva di accuse gravi lanciate contro Agostino, accuse che Megalio stesso accolse in una sua lettera, benché, poco dopo, meglio informato, le ritrattasse esplicitamente. Si accusava - se almeno è questa lettera di Megalio la fonte dell'accusa mossa più tardi dal donatista Petiliano - Agostino di aver dato a una donna dei sortilegi e dei filtri amorosi: ma praticare la magia era considerata idolatria e delitto punito dalle leggi imperiali.
Agostino fu tuttavia ordinato vescovo, con grande soddisfazione dei suoi amici, plaudente da lontano Paolino da Nola. In che anno ciò precisamente accadesse, è tuttora argomento di discussione, giacché il Chronicon di Prospero che pone l'ordinazione episcopale di Agostino nel gennaio del 395 è pieno di errori, e il Sermone 339 di Agostino che sarebbe stato tenuto da lui nella ricorrenza dell'anniversario della consacrazione e nell'imminenza del Natale è, come ha dimostrato Morin, non diciamo spurio, ma certo poco attendibile e poco autentico: risultato della cucitura più o meno abile di altri sermoni. Si oscilla dunque tra il 395 e la primavera del 397 quando Agostino, già vescovo, dedicava un libro a Simpliciano, vescovo di Milano e successore di Ambrogio, morto il 4 aprile del 397.