Percorso : HOME > Africa agostiniana > Cartagine > Museo del Bardo > Visita > Mosaici > Mosaici di animali

CARTAGINE: IL MUSEO DEL BARDO

 

  I MOSAICI DI ANIMALI DEL MUSEO DEL BARDO

Particolare di un mosaico con un leone in una scena di caccia Particolare di un mosaico del IV-V secolo proveniente da una tomba doppia di Tabarka che raffigura uno scriba

A sinistra: Particolare di un mosaico con un leone in una scena di caccia

A destra: Pavimento di mosaico parzialmente conservato dove si può notare una decorazione a gruppi di quattro ellissi a formare fiori, che a loro volta generano degli ottagoni curvilinei. In quello rimasto è visibile una pantera (che ricorda Dioniso). Nelle ellissi sono presenti motivi xenia: frutti (pere, grappoli d'uva), pesci, molluschi e crostacei. Il reperto è esposto nella Sala 31. Epoca di produzione: II secolo d. C. proviene da El-Alia

 

Frammenti di un pavimento mosaico Il mosaico proviene dalla casa detta di Adriadne a Cartagine

A sinistra: Frammenti di un pavimento mosaico. Vi si vede all'interno di un quadro incorniciato da una ghirlanda di lauro, una composizione fatta di cerchi secanti e quadrati concavi frammisti di grappoli d'uva. Nei medaglioni rotondi si vedono dei motivi assai diversi, come pesci rossi e blu, leoni, maschere di teatro (tre maschere tragiche e una comica), busti di stagioni (Primavera e Inverno), immagini di Sileni e Satiri. E' conservato al Museo del Bardo. Risale al III secolo d. C.

A destra: Pannello di Mosaico in cattivo stato di conservazione. Vi si vede, in un campo disseminato di foglie, della vegetazione, due cavalli da corsa di fronte l'uno all'altro davanti a un modius, un cilindro contenete delle palme, simbolo di vittoria. Del cavallo di sinistra si possono immaginare le forme del cavallo, mentre quello di destra, chiamato Bacceatues, è ben conservato. Le zampe protette da bande, la coda ben tornita, è riccamente abbellito. Il mosaico proviene dalla casa detta di Adriadne a Cartagine. E' conservato al Museo del Bardo. Risale al III-IV secolo a. C.

 

Mosaico che un tempo lastricava la corte della famosa Casa della voliera, una dimora aristocratica posta sulla sommità di Cartagine Mosaico con scena di mare dove alcuni pescatori sono seduti su una roccia con la testa coperta da un cappello di paglia

A sinistra: Frammento di un grande mosaico che un tempo lastricava la corte della famosa Casa della voliera, una dimora aristocratica posta sulla sommità di Cartagine e che fu così chiamata a motivo del tema trattato sul suo pavimento. Vi si vede un sottile disordine di vegetali (rami fioriti, rose, rami spezzati, frutti di ogni tipo), uccelli in gran numero, soprattutto pavoni, piccioni, pernici. Nella composizione compaiono anche altri animali come oche, anatre, lepri, una gazzella, lucertole, cavallette. Il pavimento originario è stato recuperato in cinque frammenti, di cui quattro esposti al Bardo. Proviene da Cartagine e risale al III-IV sec. d. C.

A destra: Pannello di mosaico che rappresenta una scena di mare dove alcuni pescatori sono seduti su una roccia con la testa coperta da un cappello di paglia e il corpo nudo. Altri pescatori sulle barche tirano le reti. Proviene da Cartagine e risale al III secolo d. C.

 

Mosaico che raffigura le spoglie di una belva, probabilmente una tigre Pavimento a mosaico da una casa romana di Oudna

A sinistra: Mosaico che raffigura le spoglie di una belva, probabilmente una tigre. La bestia è stata raffigurata appiattita, con le zampe allargate. Forse rappresenta il ricordo di una grande caccia del padrone di casa. Proviene da Cartagine.

A destra: Pavimento a mosaico da una casa romana di Oudna

 

Scene di caccia agli struzzi e ai daini: III sec. da Le Kef Mosaico dei giochi circensi con orsi:  III sec. da Korba, l'antica Curubis Mosaico proveniente da un pavimento di un triclinio

A sinistra: Scene di caccia agli struzzi e ai daini: III secolo da Le Kef

Al centro: Mosaico dei giochi circensi con orsi: III secolo da Korba, l'antica Curubis

A destra: Mosaico proveniente da un pavimento di un triclinio. Vi si vedono un gran numero di animali, uno struzzo, un cervo, un toro, dei cinghiali e soprattutto degli orsi di un esemplare sta cercando di salire una pertica come se volesse giocare. Tutti questi animali sono senz'altro bestie destinate ai giochi dell'anfiteatro: alcuni, come gli orsi, portano il nome di Gloriosus, Nilius, Alecsandria, Braciatus, un particolare che prova che questi animali erano così famosi da farne dei veri e propri attori adatti ai giochi circensi. Sul toro si legge XVI, un numero che corrisponde alla quantità di animali di questa specie che aveva partecipato ai giochi, offerti, probabilmente, dal mecenate padrone della casa sove fu scoperto il mosaico. L'opera risale al IV secolo d. C. e fu rinvenuta a Maxula.

 

Mosaico d'abside dove, dentro un quadrato delimitato da un nastro che riproduce dei fiori di loto, si vede una decorazione che si sviluppa su due registri: in primo piano due leoni di affrontano di fronte a un pino; in secondo piano due lepri si oppongono davanti allo stesso albero Mosaico paleocristiano con uccello fra foglie

A sinistra: Mosaico d'abside dove, dentro un quadrato delimitato da un nastro che riproduce dei fiori di loto, si vede una decorazione che si sviluppa su due registri: in primo piano due leoni di affrontano di fronte a un pino; in secondo piano due lepri si oppongono davanti allo stesso albero. Sopra le loro teste ci sono delle colombe. In entrambi i casi è una variante del tema dell'albero della vita, un tema caro alla iconografia cristiana orientale. Il mosaico, di età bizantina (VI secolo d. C.) proviene dalla collina di Bordj Ejedid a Cartagine

A destra: Mosaico paleocristiano con uccello fra foglie.